Patrioti o dittatori?



da  http://www.indicius.it/usa_18.htm

Patrioti o dittatori?

Qualcuno sostiene che la coscienza civile americana si stia risvegliando
dopo anni di torpore, qualcun altro attribuisce il merito di tanto fermento
ai movimenti pacifisti, che sono riusciti a fare breccia nel cuore di molti.
Una cosa o l'altra che sia, sempre più proteste si levano dal coro. Motivo
del contendere: il Patriot Act. Approvato poco dopo gli attentati dell'11
settembre, a caldo, il decreto consente agli agenti federali l'utilizzo
illimitato di apparecchiature per la sorveglianza elettronica, senza dover
richiedere alcuna autorizzazione alla magistratura. Telefonate, e-mail e
ricevute di carte di credito e bancomat sono dominio dell' FBI, non servono
più mandati per perquisire luoghi o persone, non servono motivazioni per
trattenere una persona contro la propria volontà e/o interrogarla. Il tutto
naturalmente ha o aveva un senso: lo scopo di proteggere i cittadini, di
sveltire le indagini sul terrorismo, di smaltire pratiche burocratiche. Le
stesse lungaggini che sono costate all' FBI un clamoroso fallimento qualche
anno fa, quando si fece sfuggire un gruppetto di mediorientali che stavano
prendendo lezioni di volo in Florida.

Qualcuno si indignò da subito, parlando di violazione della privacy e dei
diritti umani, ma fino a oggi tutto è filato più o meno liscio, fino a che
Jason Halperin, newyorchese, medico per Medicins San Frontieres, non ha
raccontato sui giornali la sua disavventura. Una sera, diretto a Broadway
per vedere un musical, è in anticipo e si ferma con la sua compagna a
mangiare un boccone in un ristorante indiano. Mentre si stanno servendo al
buffet, una decina di poliziotti, con giubbetti antiproiettile e fucili
spianati, irrompono nel ristorante, urlano a camerieri e clienti di andare
nel retro e sedersi a terra, requisiscono i documenti a tutti e danno il via
a interrogatori seduta stante. Nonostante le proteste, la richiesta di
sapere di cosa sono accusati, di vedere un avvocato, Jason e la sua amica
vengono trattenuti, perché il Patriot Act lo consente: niente telefonate,
niente spiegazioni. Ma loro sono fortunati, se la cavano con un'ora e mezza
di panico e un «ci scusi» bofonchiato sul marciapiede da un agente, per gli
altri l'avventura dura un po' di più (il colore della pelle fa la
differenza).

Poco dopo qualcuno si è accorto che tutti i libri, le riviste e i giornali
che la gente acquistava o prendeva in prestito in una qualsiasi biblioteca
venivano schedati. Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei. Così 32
organizzazioni che raggruppano gli scrittori e i librai statunitensi si sono
schierate contro il Patriot Act, ritenuto colpevole di legittimare invasioni
nella sfera privata dei cittadini. Gli autori hanno reso noto un documento
in cui si appoggia la legge Saunders, presentata lo scorso marzo e non
ancora approvata, nella quale si chiede che le librerie siano esentate da
alcuni articoli del provvedimento. Barbara Comstock, portavoce del
Dipartimento della Giustizia, fa sapere che «tutto quel che dice la legge è
che quando qualcuno che non sia un cittadino americano o sia identificato
come terrorista si reca in una libreria, l'Fbi è autorizzato a vedere che
cosa fa». E assicura: «Non esiste alcun interesse specifico nel sapere che
cosa legge la gente». Eppure questo non è bastato a calmare gli animi. Sono
oltre cento le città statunitensi che hanno approvato risoluzioni che
condannano il Patriot Act.

 Ma la cittadina di Arcata (California) è andata ancora più in là: qualunque
funzionario pubblico che collabori volontariamente a indagini o arresti
condotti in osservanza del Patriot Act, commetterà un reato amministrativo
punibile con la sanzione 57 dollari. Inutile dire che l'iniziativa ha
carattere soprattutto simbolico, visto che la legge federale ha la
precedenza su quella locale, tuttavia il concetto di disobbedienza civile
sta iniziando a insinuarsi nell'animo di molti. La domanda è: dove iniziano
i diritti del cittadino e dove finiscono quelli dello Stato? Fino a che
punto si può diventare trasparenti agli occhi del governo, in nome della
sicurezza nazionale?

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