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"il male vero"
- Subject: "il male vero"
- From: Joe <flespa at tiscali.it>
- Date: Wed, 19 Jan 2005 18:48:22 +0100
Messaggio: 14 Data: Wed, 19 Jan 2005 14:38:46 +0100 Da: "malega" Oggetto: stasera alle 24- In tv i «fondamenti» del fondamentalista Bush Oggi ne «La storia siamo noi», un documentario sull'ideologia «teocon» Usa in guerra contro il male TOMMASO DI FRANCESCO «Un angelo cavalca il vortice e dirige la tempesta»: sono le parole messianiche che aprono il programma di questa mattina alle 8,05 e di stasera alle 24, de «La Storia siamo noi» di Giovanni Minoli, intitolato «Bush, la missione» e realizzato da Stefano Rizzelli. Un viatico significativo, originale e finalmente - rispetto ai tempi e al ruolo a dir poco accomodante della Rai - dell'inagurazione della seconda era-Bush che andrà in onda domani. Pregano ogni giorno, più volte al giorno, osservando scrupolosamente tutti i riti, pronti a «combattere o morire», legano sempre dio alla guerra. Sono gli integralisti e i kamikaze islamici? No, ricorda «La storia siamo noi», sono gli uomini della nuova destra conservatrice mondiale, vale a dire la leadership dell'Amministrazione Usa che ha sostenuto e sostiene le sorti della presidenza Bush: Perle, Bolton, Podhorez, Kagan, Kristol, Cheney, Abrams, Wolfowitz, Ashcroft. E' così. Domani George W. Bush inaugurerà il suo secondo mandato presidenziale, e dio sarà lì con lui, materializzazione istituzionale della lotta bene contro il male. Perché questa è l'ideologia che sostiene il capo dell'unica potenza rimasta sulla terra: deriva dalla bibbia «nella lettura dei fondamentalisti evangelici che ne fanno strumento di rivelazione del futuro». Sottolineando volta a volta i momenti personali, fondativi di questa ideologia, come quando, per la prima volta candidato alle primarie con altri sei esponenti repubblicani nel 2000, alla domanda su quale sia il suo pensatore di riferimento, risponde semplicemente «Cristo», per aggiungere subito dopo: «Solo la fede può cambiare la vita perché ha cambiato la mia....E' il rapporto con dio tramite Cristo che dà senso alla mia vita». Era una dichiarazione «sincera» di chi dice che, grazie allo studio della bibbia, è uscito dalla personale devastazione di essere un alcolista (con un disperato complesso di Edipo). E' stata quella la sirena che ha richiamato l'attenzione dei 70 milioni di evangelici - un quarto della popolazione Usa - dei quali il 70% vota repubblicano. Un rapporto suggellato il 10 febbraio del 2003 in Tennessee, quando George W. Bush ha presieduto il congresso nazionale dei telepredicatori religiosi tenutosi a Nashville, presentato come «il nostro amico e fratello in Dio». E'infatti stata la religione a fare la differenza, nelle prime elezioni contro Al Gore - ricorda il servizio di «Bush, la missione» - e nelle seconde contro Kerry. Una differenza che, proprio in sintonia con i documenti programmatici dei neocon, aspettava «un evento epocale, come Pearl Harbour» per l'interventismo militare preventivo degli Stati uniti: vale a dire l'11 settembre del 2003. Il programma insiste giustamente nell'indicare il legame storico tra Bush e le sette cristiane estremiste come i «cristiani dispensazionisti» o «cristiani sionisti», quelli che pensano che «la Bibbia è il verbo di dio», tout-court, e che aspettano l'avvento di una grande Israele, o gli estremisti ortodossi ebrei Lubavitch. Con la «fastidiosa» verità che la Christian Coalition, dove i cristiani amano definirsi «sionisti», aspetta l'Armageddon, la «guerra finale per la verità», quando l'Anticristo sarà «ebreo» e alla fine bisognerà «vedersela anche con loro». E' questa setta che ha eletto l'ex ministro della giustizia Ashcroft a loro da sempre collegato e organico. In un clima che vede la moglie del segretario alla presidenza Usa, Andrew Card, essere ministro del culto metodista; il padre di Condoleezza Rice, che è predicatore in Alabama; Michael Gerson, direttore del team che scrive i discorsi presidenziali, che aderisce alle profezie dell'Armageddon e del nuovo messia (Bush?). Un «clima» nel quale ogni giorno il personale della Casa bianca - e il programma mostra la foto - ha trasformato la presidenza in una sala da preghiera, tra una lettura collettiva della Bibbia e l'altra, gli uomini in carica gestiscono gli affari dell'America e del mondo, «per dio», ma materialmente per una classe superiore di ultraricchi. E' in questo clima, in questa ideologia, che è nato l'annuncio e la pratica della «guerra preventiva e infinita» e a questo punto monoteista, contro l'Islam che naturalmente incarna «il male». Nota stonata davvero, Fiamma Nirestein che prova a spiegarci che «in fondo è il male vero». ------------ ([libertari] Digest Number 2436)
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