Comunicato stampa



La partecipazione italiana alla guerra in Iraq

" La partecipazione italiana alla guerra in Iraq, stando alla periodicità
semestrale con cui il Parlamento vota la proroga delle missioni militari
all'estero, è arrivata a scadenza il 31 dicembre e, fino al momento in cui
il governo varerà il decreto di proroga, quella partecipazione sarà
doppiamente illegittima: sul piano costituzionale e del diritto
internazionale e su quello della tempistica istituzionale" - é quanto
afferma l'on. Elettra Deiana, capogruppo Prc in  Commissione difesa -
"Ovviamente non ci sono dubbi sulle decisioni del presidente del consiglio
e dei suoi ministri sulle imminenti decisioni da prendere in materia.
L'ottusa fedeltà all'alleato americano è diventata ormai un target
irrinunciabile, una sorta di legittimazione politica internazionale per il
governo Berlusconi. Così, mentre anche l'Ucraina abbandona a stretto giro
il campo di battaglia,  - continua la deputa di Rifondazione - la decisione
italiana è già presa: alla guerre comme alla guerre, con l'Iraq ridotto a
un mattatoio, nella morsa tra micidiali rappresaglie e infiniti
bombardamenti angloamericani da una parte, e il moltiplicarsi di feroci e
indiscriminati episodi di resistenza armata dall'altra. Anche a Nassirya le
cose rischiano di mettersi assai male, come dimostra l'attacco, per fortuna
senza conseguenze, subito da una pattuglia italiana nei giorni scorsi. Le
chiacchiere sul processo di democratizzazione che le elezioni del 30
gennaio dovrebbero assicurare non potrebbero essere più tragicamente
farsesche. Da fonti statunitensi si apprende che un 'no' è stato opposto
alla richiesta sunnita di definire uno scadenzario del ritiro delle truppe
americane come condizioni perché la parte sannita non boicotti le elezioni.
Non se ne  andranno mai fintanto che l'intero Medio Oriente non sarà
modellato in tutto e per tutto secondo i loro piani. A meno che non si
sbricioli l'alleanza dei willings, e in tutte le sedi e i luoghi della
terra non si chieda conto a Bush, rimane il disastro iracheno. Per questo -
conclude l'on. Deiana - la richiesta che noi rinnoviamo tenacemente del
ritiro delle truppe italiane dall'Iraq rimane il primo passo necessario e
irrinunciabile perché in quel Paese martoriato qualcosa cominci a cambiare
veramente".




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