MEMRI - I rivali di Abu Mazen nelle elezioni, 'i media palestinesi ci discriminano'



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THE MIDDLE EAST MEDIA RESEARCH INSTITUTE

Servizio Speciale N. 836 - Autorità Palestinese / Riforme nel mondo arabo e
musulmano

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I rivali di Abu Mazen nelle elezioni: i media palestinesi ci discriminano

Nel periodo precedente le elezioni presidenziali nell'Autorità Palestinese,
in programma per il 9 gennaio 2005, si sono moltiplicate le proteste sulla
mancanza di neutralità nella copertura elettorale dei media palestinesi.
Vari candidati alla presidenza, nonché alcuni editorialisti, hanno
affermato che i media palestinesi stanno creando un battage favorevole ad
Abu Mazen, attaccando nel contempo altri candidati. Seguono alcune delle
proteste:

Candidati che hanno rinunciato alla corsa: la copertura elettorale non è
obiettiva

L'ex candidato Abdal Sattar Qassem, professore di scienze politiche
all'Università Al Najjah di Nablus, ha recentemente abbandonato la corsa
per la presidenza, sostenendo che non è "libera e corretta". In una lettera
diretta al comitato centrale elettorale, Al Qassem afferma: "Esistono molte
prove sul fatto che le elezioni non sono corrette e che i media locali e
quelli arabi parteggiano per Abu Mazen, influenzando l'opinione pubblica a
suo favore e a discapito degli altri candidati". (1)

In un articolo diffuso sul sito internet www.amin.org prima di essersi
ritirato dalla competizione, Al Qassem scriveva: "Solo ieri Abu Mazen era
una persona isolata e provinciale, mentre oggi, dopo la scomparsa di
Arafat, è diventato un eroe mediatico, sostenuto da coloro che prima lo
avversavano. Tutti i media arabi e internazionali si precipitano in suo
aiuto per fargli vincere le elezioni. I principali canali satellitari
arabi, come Al Jazira, LBC e Abu Dhabi ci tengono aggiornati sulle sue
attività come candidato di Fatah. Allo stesso modo i giornali locali, come
Al Quds, Al Hayat [Al Jadida] e Al Ayyam, fanno propaganda a suo favore,
direttamente e indirettamente. Inoltre la televisione locale, la
televisione ufficiale palestinese e la radio palestinese non si comportano
affatto in modo diverso [Š].

A tutti gli altri candidati alla presidenza - con la saltuaria eccezione
del dottor Mustafa Al Barghuti - toccano solo poche righe ai margini. I
media stanno trasformando Abbas [Abu Mazen] in un eroe [...]. Si è arrivati
al punto che il presidente egiziano Hosni Mubarak è intervenuto esprimendo
il suo appoggio ad Abbas, così come ha fatto il segretario di Stato
statunitense. Tutti gli attori in campo, interessati a eliminare la causa
palestinese o favorevoli alla soluzione di una resa, sostengono Abbas con
tutte le loro forze.

Sono costretto a dire apertamente queste cose per il grave danno che hanno
provocato le campagne mediatiche e i loro promotori. Per molto tempo ho
lavorato, e ho speso del mio, per offrire un'alternativa al programma di
Oslo, e invece i media stanno rovinando il mio lavoro al fine di promuovere
Oslo. Avevo sperato che i media sarebbero stati imparziali e avrebbero
permesso ai candidati di competere tra loro in modo onorevole, ma è chiaro
che gli Usa e Israele vi si oppongono [Š].

Il comitato centrale elettorale deve fermare tutte le procedure relative
alle elezioni per emettere norme severe che impediscano ogni interferenza
esterna e garantiscano l'imparzialità dei media palestinesi. Quanto è
successo finora è una brutta truffa che potrebbe privare il popolo
palestinese dei suoi diritti di voto. La cospirazione è ampia e temibile,
ma io ho fiducia che il popolo palestinese saprà superare tutte le
difficoltà". (2)

Un altro candidato che si è ritirato ancora prima dalla corsa, l'avvocato
Ghassan Burhum, ha scritto sul quotidiano Al Hayat Al Jadida: "Nel numero
del 5 dicembre 2004 di Al Hayat Al Madida, i candidati alla presidenza
palestinese furono oggetto di critiche. Era come se si trattasse di un
attacco premeditato e preordinato, il cui scopo era servire un'idea o un
insieme di idee che sostenevano una certa corrente di pensiero [Š].

Gli editorialisti palestinesi non hanno diritto di attaccare i candidati
[Š]. Io faccio appello a questi giornalisti di essere timorati di Dio e di
lasciare la materia delle elezioni nelle mani dei cittadini. Questi
giornalisti non devono avvelenare la mente dei cittadini, suggerire loro
che questi candidati non sono idonei a svolgere i doveri nazionali o
suggerire di votare per un particolare candidato". (3)

Il direttore di Al Hayat Al Jadida risponde: "Non c'è stata propaganda
politica"

In risposta a queste accuse, il direttore del giornale, Hafez Al Barghuti,
scrive: "Ci sono taluni che ci accusano di propaganda a favore del
candidato di Fatah, Mahmoud Abbas, dato che trattiamo della sua attività;
ci sono taluni che accusano la stampa di ignorare gli altri candidati;
infine ci sono i regolamenti ambigui del comitato centrale elettorale
relativi alla propaganda elettorale, e noi non sappiamo cosa è permesso e
cosa è vietato.

Alcuni non vogliono che pubblichiamo articoli sulla corsa elettorale; altri
ci accusano di sparare a zero sul nostro fratello Marwan Al Barghuti quando
pubblichiamo articoli che lo invitano a ritirare la sua candidatura, altri
ancora leggono questi medesimi articoli e ci accusano di propaganda a
favore dello stesso candidato [Al Barghuti].

"Mahmoud Abbas è il presidente dell'OLP e le sue sono attività politiche
pubbliche e non campagna elettorale. Perciò vengono diffuse notizie che lo
riguardano. Ogni candidato che svolge regolare attività politica, come ha
fatto lui in precedenza, riceverà la stessa copertura di prima, e tale
copertura non è propaganda politica". (4)

Editorialista palestinese: l'obiettività sui media è una precondizione per
costruire una cultura della democrazia

Sul quotidiano Al Ayyam, il giornalista Muhsan Abu Ramadhan, a proposito
dello stesso argomento, ha scritto: "La stampa locale e perfino i canali
satellitari arabi si stanno concentrando solamente sul candidato dominante
del partito Fatah e si dilungano solo sulle attività che lo riguardano.
Tutto ciò sta probabilmente contribuendo a favorire Abu Mazen, che è stato
recentemente eletto presidente del comitato esecutivo dell'OLP, dopo la
scomparsa del sempiterno presidente Arafat [Š]. A mio parere tuttavia, per
amore di giustizia e obiettività, non si devono trascurare gli altri
candidati [Š].

I canali satellitari arabi, la televisione locale, le stazioni radio e le
ONG (organizzazioni non governative) attive nei campi della democrazia e
dei diritti umani dovrebbero organizzare dibattiti fra i candidati,
soprattutto i più importanti. Tale questione va oltre il problema della
copertura mediatica e costituisce il tentativo di dar vita a una dimensione
culturale e democratica nelle elezioni, dato che il dibattito aiuterà
l'elettorato mettendo in risalto le differenze fra le varie proposte,
programmi, scopi e personalità dei candidati.

Continuare a dare notizie solo su un unico candidato, anche se già si
conosce in anticipo la sua vittoria, non contribuisce per nulla a
rafforzare questa cultura. Consacra la natura patriarcale della società e
ritarda l'emergere di una società sfaccettata e pluralistica [Š]". (5)

Nota:
(1.) Al Hayat Al Jadida (Autorità Palestinese), 14 dicembre 2004.
(2.)
<http://www.amin.org/views/uncat/2004/dec/dec05.html>http://www.amin.org/views/uncat/2004/dec/dec05.html.
(3.) Al Hayat Al Jadida (Autorità Palestinese), 6 dicembre 2004.
(4.) Al Hayat Al Jadida (Autorità Palestinese), 7 dicembre 2005
(5.) Al Ayyam (Autorità Palestinese), 4 dicembre 2004.

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