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Re:MEMRI - Elezioni irachene
- Subject: Re:MEMRI - Elezioni irachene
- From: "dantebd" <dantebd at libero.it>
- Date: Mon, 3 Jan 2005 17:57:24 +0100
Di quale paese state parlando? credevo che l'Itak fosse un paese in guerra... e voi (del Memri) biascicate di elezioni! Tutto viò che è umano mi coinvolge (scriveva Godwin): ma forse il vostro senso di umanità non è il mio... Dante Bedini To : pace at peacelink.it Cc : Date : Sun, 2 Jan 2005 23:52:31 +0100 Subject : MEMRI - Elezioni irachene 'Necessario rispettare la data stabilita' > MEMRI > THE MIDDLE EAST MEDIA RESEARCH INSTITUTE > > Inchieste & Analisi N. 199 - Iraq > > Per vedere questo documento in formato HTML, visitate: > <http://www.memri.org/bin/italian/latestnews.cgi?ID=IA19904>http://www.memri.org/bin/italian/latestnews.cgi?ID=IA19904 > > > Elezioni irachene (I): La necessità delle elezioni nella data stabilita > > di Nimrod Raphaeli* > > Introduzione > > Un'elezione è un esercizio di scelta, nel soppesare i meriti delle forze > politiche in lizza e i programmi alternativi. Al popolo iracheno, per mezzo > secolo, è stato negato il diritto di scegliere. Nelle ultime "elezioni" > tenute in Iraq nel 2002, Saddam Hussein ottenne, in effetti, una > percentuale di voti più che perfetta: non solo il cento per cento > dell'elettorato, ma anche l'ex presidente algerino, nonché ospite-votante, > Ahmad Ben Bella votò per la "rielezione" di Saddam. > > Le previste elezioni in Iraq, programmate per il 30 gennaio 2005, sono > volte a mettere fine alla farsa politica di Saddam e offrire al popolo > iracheno un'opportunità, libera e trasparente, di scegliersi i propri > governanti. L'ultima volta in cui gli iracheni elessero un consiglio > costituzionale fu durante la monarchia nel 1924. A quell'elezione > parteciparono tre partiti politici, mentre 226 partiti e gruppi sono stati > ammessi, dall'Alta Commissione Elettorale, a partecipare all'elezione del > 2005 dell'Assemblea Nazionale Provvisoria, che conterà 275 membri. (1) > L'Assemblea Nazionale esprimerà un nuovo governo e preparerà una nuova > costituzione, dopo di che verrà sciolta per dar vita a un nuovo parlamento > che sarà eletto successivamente alla promulgazione della nuova costituzione. > > Aspetti legali delle elezioni > > Le elezioni irachene sono regolate dalla Legge n. 92 emessa dall'Autorità > Provvisoria di Coalizione (CPA) il 31 maggio 2004, che ha fissato per il 31 > dicembre 2004, e non oltre il 30 gennaio 2005, il termine ultimo per lo > svolgimento della consultazione elettorale nazionale. La legge elettorale > prevede alcune importanti disposizioni: > > · L'Iraq sarà considerato un'unica zona elettorale. > · Il sistema elettorale è quello della rappresentanza proporzionale > (il numero di seggi per ogni partito o coalizione in lizza sarà > proporzionale al numero totale di voti ricevuti in tutto il paese). > · Nessuna lista dovrà avere meno di 12 candidati e non più di 245. > · Il 25% dei seggi dovrà andare a donne. > > > Il Professor dott. Haydar Adham al-Ta'i, sul quotidiano iracheno al-Mada, > ha illustrato i vantaggi e gli svantaggi del sistema proporzionale. Fra i > vantaggi: (a) gli iracheni in esilio possono votare all'estero senza > doversi presentare in un particolare distretto elettorale; (b) partiti > piccoli e minoranze possono competere contro partiti più grandi. Il > maggiore svantaggio consiste nel fatto che la frammentazione di voti fra > così tante liste elettorali potrebbe portare a instabilità politica. (2) > > I contrari al proporzionale sostengono che questo sistema potrebbe negare a > una grande città come Mosul la rappresentanza dovuta, nel caso che motivi > di sicurezza o altri problemi dovessero impedire di votare a un gran numero > di cittadini. I contrari preferirebbero vedere i seggi all'assemblea > nazionale assegnati ai distretti elettorali più importanti secondo > l'ampiezza della popolazione, da calcolarsi in base ai tagliandi delle > razioni alimentari. Altrimenti, un'alta percentuale nelle province "sicure" > farebbe pendere la bilancia a svantaggio di province "variabili", come > quelle del triangolo sannita, dove è probabile che il voto sia limitato. > (3) Tuttavia, un commentatore ha proposto che gli elettori del triangolo > sunnita non ricevano compensi se si astengono dal voto. E ha aggiunto > intenzionalmente che i sunniti non sono riusciti ad adattarsi alla realtà > post-Saddam, che sono stati pesantemente sconfitti a Falluja e che perciò > hanno perso il loro potere di "pressione e di ricatto".(4) > > Contrari alle elezioni alla data fissata > > Molti di quelli che si oppongono al sistema proporzionale sono anche > contrari a che si tengano elezioni alla data fissata. E' comprensibile che > coloro che vennero emarginati sotto il regime di Saddam, ossia gli sciiti e > i curdi, siano oggi i più entusiasti sostenitori del mantenimento della > data fissata per le elezioni, mentre coloro che stanno per perdere lo > status sperequato goduto nell'era Saddam (i sunniti) sono quelli che più > premono per un rinvio. Nessuno, fra gli oppositori allo svolgimento delle > elezioni, è più minaccioso del gruppo islamista noto come Jaysh Ansar > al-Sunna (l'Esercito dei fedeli della Sunna), la cui opposizione trova le > sue radici più profonde in un'interpretazione islamista del Corano. In una > circolare sul loro sito Internet, l'Ansar al-Sunna sostiene che in un paese > musulmano qualunque governo che non applichi fedelmente la Shari'a (legge > islamica) è da considerarsi infedele. Esorta i fedeli a star lontano dai > seggi elettorali e avverte che i mujahiddin assalteranno con la forza i > seggi. (5) Lakhdhar al-Ibrahimi, il funzionario ONU che ha negoziato la > transizione dal CPA al governo provvisorio, ha aggiunto il suo parere > "privato" per rimandare le elezioni, poiché non si possono tenere "nelle > attuali circostanze". (6) Tuttavia al-Ibrahimi, che è un musulmano sunnita, > è stato accusato di parzialità dagli sciiti iracheni. Il recente matrimonio > della figlia di al-Ibrahimi con il fratello del re Abdullah, che ha > strombazzato l'avvertimento di Washington su una presunta Mezzaluna > iraniana che comprenderebbe Iran, Iraq, Libano e Siria, può aver sollevato > dubbi sulla sua neutralità. > > Segnali contrastanti da personalità irachene > > Segnali diversi e spesso contraddittori da parte di alti esponenti iracheni > sulla data fissata per le elezioni possono aver favorito i sostenitori del > rinvio. Nel corso della visita a Bush, il presidente iracheno Ghazi > al-Yawer ha dichiarato che le elezioni si terranno alla data stabilita. Il > primo ministro ad interim, Ayad Allawi, ha dichiarato il suo impegno a > tenere le elezioni come stabilito, ma ha aggiunto l'avvertimento che se il > popolo iracheno ha un'opinione diversa "deve far pressione sul governo" per > rimandare le elezioni. (7) Un paio di settimane prima, il partito di > Allawi, l'Accordo Nazionale (al-Wifaq al-Watani), si è unito a un gruppo di > 18 altri partiti politici che chiedono il rinvio di sei mesi delle > elezioni. (8) > > Anche il ministro della Giustizia Malik Dohan al-Hassan ha chiesto un > rinvio fino a quando le attuali condizioni di sicurezza non siano > migliorate e ha avvertito che tenere le elezioni alla data fissata potrebbe > innescare una guerra civile. (9) Il ministro della Difesa Hazim al-Sha'lan > ha detto categoricamente al quotidiano londinese Al Sharq Al Awsat di non > avere progetti per garantire la necessaria sicurezza ai candidati e agli > elettori, perché gli iracheni "non sanno chi è il candidato e chi è > l'elettore". Nel frattempo, il ministro per la Sicurezza nazionale Kassim > Daoud ha dichiarato che nessuno ha l'autorità per rimandare le elezioni. > (10) E questo forse rappresenta la verità fondamentale, perché la > Risoluzione n.1546 (2004) del Consiglio di Sicurezza, che ha costituito il > governo ad interim, ha anche fissato la data delle elezioni. Un cambio > pertanto richiederebbe una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza, > che è improbabile venga approvata, dato l'impegno degli Usa per la data del > 30 gennaio. (11) > > Allawi ha avanzato una nuova proposta: le elezioni si potrebbero tenere su > un periodo di 15 o 20 giorni per garantire la sicurezza dei seggi e > proteggere dagli attacchi terroristici la gente in coda per votare. Questa > particolare proposta ha trovato eco favorevole fra i partiti politici > iracheni e da parte dell'Alta Commissione Elettorale. Oltre all'aspetto > sicurezza, un periodo elettorale allungato spingerebbe al voto un maggior > numero di persone e darebbe ai risultati maggiore validità. (12) Il > ministro degli Interni, che avrà un ruolo determinante nella preparazione > della registrazione degli elettori e nella gestione del processo > elettorale, si è detto favorevole all'idea di un periodo elettorale > allargato. (13) > > Questo stato di confusione e incertezza può davvero riflettere l'instabile > situazione di sicurezza, ma può anche riflettere le manovre dei vari > politici per conquistare voti in un paese dove la stragrande maggioranza > dei cittadini non ha mai espresso un voto in una libera elezione. In > aggiunta, esiste in realtà il rischio da non sottovalutare che capitribù e > Imam di moschee guidino i loro seguaci a votare en masse in maniera > prevedibile. > > Il ruolo dell'Ayatollah al Sistani > > Durante tutto il processo di transizione politica dall'Autorità Provvisoria > della Coalizione al Governo ad interim, il Grande Ayatollah Ali al Sistani, > la figura religiosa sciita più importante e influente in Iraq, ha sempre > sostenuto con grande convinzione che libere elezioni in tutto il paese sono > l'unico modo per ridare legittimità al governo iracheno e mettere fine > all'occupazione. > > L'introduzione in Iraq della rappresentanza proporzionale, come metodo > elettorale, ha offerto all'Ayatollah al Sistani l'opportunità per creare > una lista nazionale di candidati dalla base ampia ma non del tutto > settaria. Con l'aiuto di un comitato composto da sei eminenti personaggi, > fra i quali il suo presidente, il dott. Hussein al Shahrestani - uno > scienziato nucleare imprigionato dal regime per essersi rifiutato di > cooperare ai programmi di armamento di Saddam - è stata presentata all'Alta > Commissione per le Elezioni una lista chiamata "Alleanza Irachena Unita". > Nell'arco di due mesi la commissione, consultatasi regolarmente con al > Sistani, ha messo insieme una lista nazionale di 228 candidati che > comprende i maggiori partiti politici sciiti come il Consiglio Supremo > della Rivoluzione Islamica in Iraq (SCIRI) e il Partito al-Da'wa, al fianco > di rappresentanti di gruppi curdi, sunniti, turcomanni e cristiani. Della > lista fa parte anche un movimento che si chiama il Consiglio Politico > Sciita, comprendente 38 fra gruppi e partiti messi insieme dal Dr. Ahmad > Chalabi, il leader del Congresso Nazionale Iracheno. Vi hanno aderito anche > elementi della tribù Shammar, la più grande del nord del paese e quella a > cui appartiene il Presidente ad interim al Yawer, sebbene quest'ultimo > abbia costituito un'altra lista per conto suo. (14) Al Shahrestani ha più > volte dichiarato che la lista non è sciita ma nazionale. (15) > > A differenza dei leader religiosi sciiti iraniani, al Sistani è sempre > stato consapevole e attento alla struttura etnica, religiosa e culturale > della società irachena. Non ha mai detto nulla né compiuto alcuna azione > che potesse far pensare a un suo tentativo di condurre l'Iraq verso > un'autocrazia di tipo iraniano. Anzi, viene citata una sua affermazione > secondo la quale egli non avrebbe nulla da obiettare se un cristiano > venisse eletto presidente dell'Iraq purché abbia i requisiti necessari. (16) > > Della lista di Al Sistani non fanno parte Muqtada al Sadr o alcuni dei suoi > seguaci. Inizialmente si diceva che al Sadr appoggiasse la lista unificata > e i suoi seguaci ne fossero esclusi solo perché non si erano iscritti come > partito politico. (17) Ma il 10 dicembre, il giorno dopo la presentazione > della lista, al Sadr ha denunciato le elezioni nel suo sermone del venerdì > accusandole di contribuire alla divisione etnica. È inoltre corsa voce che > egli appoggi una lista "indipendente". (18) Dato il carattere assai > mutevole di al Sadr nulla di ciò che dirà o farà, prima o dopo le elezioni, > dovrebbe stupire più di tanto. > > L'appello religioso > > A Najaf, per portare gli elettori alle urne, si è mobilitata la Hawza > sciita. La seconda figura sciita più importante, il Grande Ayatollah > Muhammad al Ya'qoubi, ha emesso una fatwa (editto religioso) che equipara > l'atto di votare a due fra i dogmi più significativi dell'Islam: la > preghiera e il digiuno. Mentre questi due dogmi sono obblighi individuali, > il voto, ha sottolineato Al Ya'qoubi, ha a che fare con "il destino della > nazione". Egli ha lanciato un appello a tutti gli iracheni, dentro e fuori > dall'Iraq, perché partecipino alle elezioni e ne garantiscano l'integrità. > (19) Al Sistani ha aggiunto che astenersi dal voto "è un tradimento contro > la nazione". (20) Un terzo leader religioso, l'Ayatollah al Sayyid Hadi al > Madrasi, presidente dell'Associazione dei Religiosi iracheni, un ombrello > che riunisce vari religiosi e studiosi sciiti, ha anche avvertito che un > rinvio delle elezioni equivarrebbe a subordinare l'interesse della > maggioranza (ovvero gli sciiti) a quelli della minoranza. E che la pazienza > della maggioranza non è infinita. (21) > > Anche per le strade di Baghdad sono affissi grandi cartelloni che invitano > i cittadini a votare. Uno di essi cita al Sistani: "Il tuo voto vale oro e > anche più". (22) Al Sistani ha annunciato che sarà il primo iracheno a > recarsi a votare il 30 gennaio per incoraggiare gli altri suoi connazionali > a fare altrettanto. (23) > > Il ruolo dei sunniti > > Coloro che sono a favore di un rinvio delle elezioni sostengono che senza > la partecipazione dei sunniti le votazioni perderebbero almeno parte della > loro legittimità. Sebbene sia vero che alcuni esponenti religiosi sunniti > abbiano chiesto il boicottaggio delle elezioni, la comunità sunnita non è > un gruppo monolitico e non è assolutamente certo che i sunniti non si > recheranno a votare. Anzi, vi sono segnali in senso contrario. Innanzitutto > il presidente ad interim Ghazi al Yawer è sunnita e sta mettendo insieme > una lista di sostenitori, tra i quali i membri della sua tribù Shammar, per > partecipare alle elezioni. Vi è un gruppo intorno al vecchio politico > sunnita Adnan al Pachachi che, dopo aver minacciato di boicottare le > elezioni, ha deciso di prendervi parte. Allo stesso modo, il Partito > Islamico Iracheno ha annunciato che parteciperà alle elezioni. Esiste anche > una lista di candidati presentata da Sherif Ali bin Hussein, pretendente al > trono iracheno, che è sunnita. In un intervista, Sherif Ali ha sottolineato > l'importanza di partecipare alle elezioni per impedire che "alcune parti > monopolizzino la scena politica". (24) Sono inoltre presenti alcuni > candidati sunniti nella lista sponsorizzata dall'Ayatollah al Sistani. > Quindi, sebbene sia possibile che i sunniti finiranno con l'essere sotto > rappresentati nella nuova Assemblea Nazionale, non è assolutamente detto > che non avranno una forte presenza. I sunniti devono comunque rassegnarsi > alla nuova realtà che non li vedrà più come gli unici governanti dell'Iraq. > > Un'evoluzione dell'ultimo minuto nella loro posizione potrebbe indicare un > qualche ammorbidimento nell'atteggiamento dei sunniti verso lo svolgimento > delle elezioni. Sebbene l'Associazione dei Religiosi Musulmani, la più > importante organizzazione religiosa sunnita in Iraq, continui a opporsi al > timing delle elezioni, il suo portavoce, il dott. Mohammad Bashar al > Faidhi, ha dichiarato alla Saudi Press Agency che il suo movimento era > pronto a negoziare con il governo iracheno "e persino con gli americani" > per raggiungere un accordo finale che risolva l'attuale crisi nel paese. > (25) > > Le altre liste di candidati in lizza > > Come la lista appoggiata da al Sistani, anche i due maggiori partiti curdi, > l'Unione Patriottica del Kurdistan (UPK) di Jalal Talabani e il Partito > Democratico del Kurdistan di Masud Barazani (PDK), hanno unito le proprie > forze presentando una lista congiunta. In base all'accordo tra i due > partiti curdi, Talabani cercherà di ottenere un incarico a livello > nazionale mentre Barazani guiderà la regione curda nel nord. Anche per il > parlamento curdo presenteranno una lista congiunta. (26) Un sistema a > rappresentanza proporzionale li favorirebbe a causa della presenza di forti > gruppi curdi a Bagdad e nel triangolo sunnita, oltre che in Europa e negli > Stati Uniti. Jalal Talabani ha dichiarato che, dopo le elezioni, i curdi > insisteranno per ottenere una delle due posizioni chiave in Iraq, ovvero > quella di primo ministro o di presidente. (27) Alleandosi in una lista > congiunta, i curdi eviteranno di fare campagna elettorale l'uno contro > l'altro e riusciranno invece a concentrarsi su questioni per loro di > importanza fondamentale, e cioè il federalismo, il futuro di Kirkuk e la > stesura della nuova costituzione dopo le elezioni. (28) > > Il presidente ad interim dell'Iraq ha formato una lista chiamata "Gli > Iracheni" - una lista laica che comprende, fra i suoi membri più > importanti, il ministro della Difesa Hazim al Sha'lan. (29) La tribù stessa > di Al Yawer, Shammar, è divisa tra i sostenitori di al Yawer e quelli che > appoggiano suo zio, che ha aderito alla lista di al Sistani. (30) Questa > scissione è un altro buon segno che la divisione etnica in Iraq non è così > marcata come alcuni oppositori delle elezioni vorrebbero far credere. > > Particolarmente significativo è il fatto che, per la prima volta nella > storia dell'Iraq, il Partito Comunista parteciperà apertamente alle > elezioni nazionali; altrettanto significativo che un numero considerevole > dei membri del partito sia sciita. Il segretario del partito, Hamid Majid > Mousa, ha dichiarato al quotidiano al-Mada che il suo schieramento ha > presentato una lista di 257 candidati, in rappresentanza di tutti i gruppi > religiosi ed etnici. Tra questi candidati vi è Mufid al Jaza'iri, il > ministro della Cultura ad interim. (31) > > > Estensione del rispetto della scadenza > > Per la scadenza del 10 dicembre, sono state presentate ufficialmente 55 > liste con 1337 canditati. (32) Questo rappresenta una media di circa cinque > candidati per ogni seggio, una media che probabilmente raddoppierà per > quando il processo sarà completato. Dato il gran numero di partiti e di > gruppi, recentemente stimati a 233, nel tentativo di rispettare la scadenza > del 10 dicembre l'Alto Commissariato per le Elezioni ha concordato di > estendere la scadenza per presentare le liste di canditati di altri cinque > giorni. La dilazione ha voluto anche dare ai canditati del triangolo > sunnita un'ultima possibilità di farsi avanti con le loro liste di > candidati. (33) > > Preoccupazioni sulle elezioni > > Escludendo eventi macroscopici e imprevedibili, le elezioni si svolgeranno > secondo programma. Oltre al timore di subire violenze, molti iracheni > potrebbero non andare alle urne trattenuti da ciò che percepiscono come > problemi più pressanti che quello di andare a votare. I quotidiani iracheni > hanno, negli ultimi giorni, scritto articoli sulla preoccupazione dei > cittadini riguardo alla scarsità di approvvigionamenti di cibo, di > elettricità e, ancora più grave, di benzina per le loro automobili. Non è > inconsueto fare una fila di 24 ore per comprare 10 litri di benzina. Il > mercato nero sta dilagando, evidenziando l'insoddisfazione nei confronti > del governo di un paese che si estende sopra la più grossa riserva di > petrolio al mondo. (34) > > D'altro canto, la partecipazione di milioni di iracheni residenti oltremare > potrebbe essere molto significativa i. In primo luogo, potranno votare > senza i problemi di sicurezza che potrebbero influenzare il comportamento > degli elettori in alcune aree dell'Iraq; e in secondo, molti di questi > iracheni hanno vissuto in paesi occidentali e potrebbero apprezzare il > valore fondamentale della democrazia. Per questa situazione, gli iracheni > in esilio potrebbero optare di escludere i partiti o i gruppi che > sostengono gli islamici o altre forme di ricette politiche estremiste. > > * Dottor Nimrod Raphaeli è l'analista responsabile del programma di studi > economici del Medio Oriente di MEMRI. > > > Note > > (1) Bagdad (Iraq), 15 Dicembre 2004. > (2) Al-Mada (Bagdad), 4 Dicembre 2004. > (3) Al-Ittijah Al-Akhar (Bagdad), 1 Dicembre 2004. > (4) Saleh Bashir, "L'incertezza sunnita in Iraq alla vigilia delle > elezioni," Al-Hayat (Londra), 5 dicembre 2004. > (5) > <http://armyofansar.8k.com/entekabat.htm>http://armyofansar.8k.com/entekabat.htm, > 18 Novembre 2004. > (6) Bagdad (Iraq), 8 Dicembre 2004. > (7) Bagdad (Iraq), 4 Dicembre 2004. Questo quotidiano è edito dal Partito > di Unità Nazionale, il partito di Allawi. > (8) Al-Zaman (Iraq), 26 Novembre 2004. > (9) Al-Sabah (Bagdad), 5 Dicembre 2004. > (10) Al-Sabah (Bagdad), 6 Dicembre 2004. > (11) Al-Mada (Bagdad), 11 Dicembre 2004. > (12) Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 9 Dicembre 2004; Al-Zaman (Bagdad)), 8 > Dicembre 2004. > (13) Al-Zaman (Bagdad), Dicembre 8 2004. > (14) Al-Zaman (Iraq), 10 Dicembre 2004. > (15) Al-Hayat (Londra), 3 Dicembre 2004. > (16) Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 17 Novembre 2004. > (17) Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 10 Dicembre 2004. > (18) Al-Mada (Iraq), 11 Dicembre 2004. > (19) Al-Mu'tamar (Bagdad), 25 Novembre 2004. > (20) Al-Shira' (Bagdad), 23 Novembre 2004. > (21) Al-Ahali Weekly (Bagdad), 2 Dicembre 2004. > (22) Al-Jazeera TV (Quatar), 10 Dicembre 2004. > (23) Al-Shahid Weekly (Iraq), 17 Novembre 2004. > (24) Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 4 Dicembre 2004. > (25) Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 10 Dicembre 2004. > (26) Al-Sabah (Bagdad) 5 Dicembre 2004. > (27) Al-Zaman (Iraq), 12 Ottobre 2004. > (28) Al-Hayat (Londra), 30 Novembre 2004. > (29) Al-Mada (Bagdad), 23 Novembre 2004. > (30) Al-Zaman (Iraq), 6 Dicembre 2004. > (31) Al-Mada (Bagdad), 11 Dicembre 2004. > (32) Al-Zaman (Iraq), 10 Dicembre 2004. > (33) Al-Sharq Al-Awsat (Londra) 10 Dicembre 2004, e Al-Jazeera TV (Quatar), > 12 Dicembre 2004. > (34) Al-Mu'tamar (Bagdad), 5 Dicembre 2004. > > ************************************* > L'Istituto di Ricerca sui mezzi di comunicazione del Medio Oriente (MEMRI) > è un'organizzazione indipendente, senza scopo di lucro, che traduce e > analizza i media del Medio Oriente. 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