«Tacere è un peccato»: a Rimini l'incontro dei firmatari dell'appello su Falluja
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- Date: Mon, 27 Dec 2004 13:11:53 +0100
«In Iraq è stata superata la soglia della stessa guerra "preventiva". A Falluja si è rotto ogni argine alla barbarie. Siamo in presenza, non di una occupazione militare, ma di una distruzione totale, programmata e sistematica: un numero impressionante di uccisi, cimiteri a cielo aperto, impedimento di portare i soccorsi e i rifornimenti necessari ai superstiti, rase al suolo case, luoghi sacri, edifici d'arte. Per gli iracheni sunniti Falluja è città sacra. Urbicidio.». Si apre con queste parole l’appello ai «cari fratelli Vescovi» lanciato alla fine di novembre da un gruppo di religiosi e credenti laici che fanno riferimento a Beati i costruttori di pace. Lunedì e martedì i firmatari dell’appello, ormai alcune migliaia, si incontreranno a Rimini per affrontare i temi delicatissimi che la lettera solleva.
La lettera è stata firmata, tra gli altri, da padre Alex Zanotelli, don Albino Bizzotto, don Luigi Ciotti, don Andrea Gallo, don Vinicio Albanesi, il teologo don Carlo Molari, ma anche laici come il giornalista Renzo Giacomelli e Gino Strada.
Uno dei passaggi centrali dell’appello ai Vescovi definisce «peccato» il continuare a tacere sulla strage avvenuta nella città irachena. «Non possiamo più tacere! Il nostro Dio ascolta il grido dei bambini, delle donne , dei civili trucidati senza distinzione. Il nostro silenzio rischia di essere interpretato da parte di tutti i crocefissi come connivenza con i crocefissori. Questo silenzio è peccato».
Per don Albino Bazzotto la grande adesione
all’appello è un «segno che esiste una sofferenza profonda e una grande attesa
nei confronti di tutto il corpo episcopale, e non solo sulla tematica della
pace. Per questo abbiamo pensato di offrire la possibilità, a chi ha firmato, di
conoscersi e di incontrarsi per mettere in comune di un'analisi più completa».
Lo spirito dell'incontro, che si svolgerà all'albergo La Torretta Bramante,
dovrebbe infatti condurre, conclude don Bizzotto, ad una proposta responsabile e
positiva.
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