[paxchristi_news] PAX CHRISTI NEWS _ periodico telematico di informazione del movimento _ Numero–23



PAX CHRISTI NEWS _ periodico telematico di informazione del movimento _
Numero-23





 Buon Natale oltre ogni muro...







"Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi "Buon
Natale" senza darvi disturbo.

Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l'idea di dover
rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.

Mi lusinga addirittura l'ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come
indesiderati.

Tanti auguri scomodi, allora , miei cari fratelli!"



Con queste parole don Tonino Bello iniziava il suo messaggio di augurio
natalizio qualche anno fa. Noi non vogliamo sottrarci a quello stile e, al
contrario, condividendolo fino in fondo continuiamo a non lasciarci
abbacinare dalle luci e dalle nenie natalizie consapevoli che anche questo
Natale sarà trascorso dalla folla dei poveri nella fatica e nel dolore
dell'oggi e nell'incertezza del domani. In particolare proprio in questi
ultimi tempi abbiamo intensificato i nostri sforzi a servizio del processo
di pace in Israele/Palestina, la stessa terra di Gesù, sfregiata dalla
violenza delle armi e dell'odio e ora anche dal muro dell'apartheid che
diabolicamente divide, allontana, contrappone.

Per questo motivo lasciamo a Michel Sabbah, Patriarca Latino di Gerusalemme
e Presidente di Pax Christi International, la forza di auguri scomodi che
possano trovare spazio ed eco nella nostra e vostra vita.



 PATRIARCATO LATINO - GERUSALEMME - MESSAGGIO DI NATALE 2004



"Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la  pace per il suo
popolo, per  i suoi fedeli, purché non ritornino a vivere da stolti "(Sal
84/85, 9).



1. A tutti quelli che cercano la pace e la giustizia in questa terra santa,
Buona festa di Natale. Che la pace e la gioia di Natale riempiono i vostri
cuori e le vostre anime.  Con tutti voi, e con il salmista "Ascolterò che
cosa dice Dio, il Signore:egli  annunzia la  pace per il suo popolo, per  i
suoi fedeli, purché non ritornino a vivere da stolti"(Sal 84/85, 9).



Celebriamo Natale e ci rallegriamo, per rinnovare le nostre energie, per
potere pazientare e superare le forze del male nella nostra terra.
Celebriamo Natale, preghiamo, intensifichiamo le preghiere, digiuniamo e
purifichiamo i nostri cuori e le nostre intenzioni affinché questa festa ci
riempi di santità, di vita, d'amore e della forza dello spirito con la
quale arriveremo a costruire una pace che sembra molto difficile se non
impossibile.



2. I giorni presenti sembrano annunciare la pace. Lo speriamo, dopo tante
preghiere, tante vite sacrificate, tante lacrime e grandi sofferenze.
Speriamo che i capi politici abbiano il coraggio necessario per firmare una
pace giusta e definitiva e accettare i sacrifici indispensabili, personali
o comunitari, anche se sono dolorosi.

Ciascuno, oggi, deve avere imparato le lezioni della violenza passata che
ha demolito l'immagine di Dio nei carnefici e nelle vittime, negli
oppressori e negli oppressi. Ci furono in quest'ultimi anni molte vittime,
molta paura, molte case demolite, molta agricoltura devastata, e malgrado
tutto questo, siamo allo stesso punto. Gli Israeliani sono sempre in una
difficile ricerca della loro sicurezza ed i Palestinesi non cessano di
chiedere la fine dell'occupazione, la loro libertà e la loro indipendenza.

E tuttavia, i due popoli sono destinati a vivere insieme in pace. E ciò è
possibile e vi crediamo.

3. Il popolo deve liberarsi dal timore, e rientrare nella fiducia ed i suoi
capi devono aiutarlo in questa liberazione. I dirigenti palestinesi
preparano le loro elezioni nella calma. Sono rientrati in piani di pace. I
capi israeliani sono chiamati a entrare nelle stesse disposizioni, e per
ciò smettere le azioni di guerra, fermare la costruzione del muro, e anche
l'inseguimento  di quanti sono ricercati che non fa che aumentare il numero
dei prigionieri e dei morti. La pace non può essere lasciata in ostaggio
tra le mani di quelli che vedono ancora nella violenza una via per la
giustizia e la pace.

Il muro di separazione, da parte sua, non separerà e non proteggerà. Al
contrario, farà crescere l'odio, l'ignoranza dell'altro, e dunque
l'ostilità al suo riguardo, la violenza e l'insicurezza. Occorre cercare,
in tutta umiltà, le cause della violenza. Nell'umiltà e la sincerità,
occorre ascoltare i gridi dei poveri e degli oppressi. Porre fine alle
oppressioni ed alle umiliazioni imposte ai Palestinesi è dal fatto stesso
porre fine al timore e l'insicurezza degli Israeliani. È anche porre fine
agli approfittatori dell'oppressione e della povertà.

Il muro di separazione non farà le frontiere sicure. Solo i cuori amici
sono le frontiere sicure. Con i cuori amici, tutte le frontiere
diventeranno un puro simbolo; saranno straripate dalla vita e dalla gioia
della pace e della fraternità.



4. I capi religiosi hanno un doppio ruolo in questi giorni: continuare ad
insistere sulla giustizia, sulla dignità umana, sulla sicurezza e sulla
fine dell'occupazione, ma allo stesso tempo, hanno il dovere di mostrare le
vie della pace. Poiché nessuno dei due popoli è condannato a continuare ad
offrire la morte ai suoi giovani. Ogni popolo ha la volontà ed il diritto
di vedere i suoi giovani vivere come tutti i giovani del mondo. Gli
Israeliani non sono condannati a vivere eternamente nell'insicurezza e
nella guerra. I Palestinesi, anche loro, non sono condannati a richiedere
eternamente la fine dell'occupazione e restare per ciò sui cammini della
morte.



5. Abbiamo visto la vita e abbiamo udito cosa dice il Signore: "Egli
annunzia la  pace per il suo popolo, per  i suoi fedeli, purché non
ritornino a vivere da stolti" (Sal 84/85, 9). Il senso cristiano di Natale
è che il Verbo di Dio ha fatto il suo ingresso nel mondo e ci ha portato la
vita. Natale è una promessa di vita, di gioia e di dignità nella presenza
di Dio che ha scelto la nostra terra per la sua dimora: "Dio nessuno l'ha
mai visto: proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha
rivelato. E dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto" (Gv 1, 18.16).
Ed è in questa visione e in questa presenza di Dio che si costruisce la
pace e la giustizia a Gerusalemme ed in tutta la Terra Santa.

Buona festa di Natale. Pace, giustizia e gioia a tutti.



+ Michel Sabbah, Patriarca







Andiamo fino a Betlemme,
come i pastori.
L'importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso,
ci imbattiamo nella fragilità
di un bambino,
non ci venga il dubbio di aver
sbagliato il percorso.
Il volto spaurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici,
l'amarezza di tutti gli
uomini della Terra,
sono il luogo dove Egli continua
a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura.

(don Tonino Bello)



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