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08/12 Genova: un'ora in silenzio per la pace
- Subject: 08/12 Genova: un'ora in silenzio per la pace
- From: "norma" <norma.b at libero.it>
- Date: Sun, 5 Dec 2004 23:55:02 +0100
Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti L'ora in silenzio per la pace si svolgerà anche mercoledì prossimo, 8 dicembre, sui gradini del palazzo ducale di Genova dalle 18 alle 19. Sarà la centoquarantaquattresima volta che i pacifisti genovesi si ritroveranno sui gradini del palazzo che ha visto svolgersi il vertice del g8; l'iniziativa si è svolta per la prima volta pochi giorni dopo l'attentato alle torri di New York. Da allora, ai quattro angoli del mondo, sono proseguite le "guerre dimenticate", fonte di ingenti profitti per produttori d'armi, commercianti e mercenari. E due guerre, quella contro l'Afghanistan e quella contro l'Iraq, hanno visto il coinvolgimento diretto dell'Italia, nonostante il divieto della costituzione e la loro evidente inadeguatezza a combattere il terrorismo. Nel corso di questi tre anni sono stati distribuiti ai passanti migliaia di volantini, ed esposti decine di striscioni e cartelli. Per qualche settimana è stata allestita una sorta di "gabbia" di Guantanamo, per ricordare le inaccettabili vilazioni dei diritti umani perpetrati dai nostri "alleati" statunitensi; in altre occasioni una Kefia sistemata a terra ricordava i diritti calpestati del popolo palestinese; a Natale 2003 finte bombe sotto l'albero ricordavano ai passanti quali fossero i nostri "dono" al popolo iracheno ed afghano. Tutto inutile? Forse, visto che i morti tra gli iracheni hanno superato i centomila, e tra i "portatori di democrazia" i mille. Ma è sufficiente che qualche passante si attardi a leggere i cartelli o a commentare i volantini perchè i pacifisti ritrovino la determinazione a continuare l'iniziativa. Il volantino del prossimo mercoledì avranno per argomento la proposta di costituire a Genova un "tribunale sui crimini di guerra in Iraq; ne incollo una parte Proposta di una sessione italiana, da tenersi a Genova, su "La Politica dell' Informazione di guerra" La guerra contro l'Iraq è stata giustificata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito con motivazioni risultate clamorosamente false. Nonostante l' opposizione della maggioranza dei membri delle Nazioni Unite e dello stesso Consiglio di sicurezza e la protesta, senza precedenti, dei movimenti pacifisti, è stato sostenuto che l'invasione dell'Iraq era una "nobile" violenza per il bene comune e, in particolare, per il bene degli Iracheni. Da parte dei governi americano, inglese, italiano e dei loro alleati si continua a sostenere la "necessità" della continuazione dell'occupazione con la motivazione di "salvare" l'Iraq, di prevenire il "male primario del terrorismo", di condurre l'Iraq alla "democrazia". Anche se visibilmente menzognero, questo messaggio viene riproposto quotidianamente, direttamente o indirettamente, da gran parte dei mezzi di comunicazione di massa. L'opinione pubblica ha dato troppo spesso per scontata l'indipendenza e la credibilità delle istituzioni e dell' informazione pubblica: governi, servizi segreti e mezzi di comunicazione. La guerra in Iraq ha reso manifesto che, per conseguire i loro interessi ed obiettivi, i padroni dell'informazione sono disponibili a tutto. La sessione Italiana del WTI intende ristabilire la verità sulla guerra e sull'occupazione e svelare i meccanismi della disinformazione utilizzando alcuni casi esemplari. Intende mostrare non solo che la pretesa indipendenza dei media è stata spesso sacrificata da chi doveva praticarla e tutelarla, ma anche che la manipolazione dell'opinione pubblica attraverso i media è stata un obiettivo strategico dei pianificatori militari. Grazie alla subordinazione dell'informazione, è stato perpetrato il massacro di decine di migliaia di civili iracheni, mentre le infrastrutture, la vita civile e soprattutto il futuro di un intero paese venivano distrutti. La sessione sarà costruita intorno alla raccolta di documenti ufficiali e del mondo della comunicazione, e alle testimonianze di informatori e testimoni diretti. Tra le fonti dirette, nazionali e internazionali, saranno ascoltati: giornalisti indipendenti, che hanno verificato la realtà irachena, prima e durante la guerra e nel corso dell'occupazione; analisti dei servizi segreti e dei mezzi di comunicazione; giornalisti accreditati e associati alle forze armate (embedded); consulenti nelle "pubbliche relazioni" e nell'informazione, volontari e così via. Nel corso della sessione sarà inoltre data voce alle vittime della guerra, irachene ma non solo, perché la loro verità sia confrontata con quella distorta della comunicazione asservita. La proposta di una sessione italiana del WTI, da tenersi a Genova i giorni 4, 5, 6 marzo 2005, nasce per volontà di un gruppo di cittadini genovesi - scienziati contro la guerra, docenti universitari, attivisti per la pace, artisti, intellettuali, insegnanti, operatori sociali, ecc. - a cui si sono unite voci da tutta Italia. info: Norma Bertullacelli 010 5740871 347 3204042 Sergio Tedeschi 010 460483
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