Nablus, ultimi aggiornamenti



Nablus, 3 Novembre 2004.

Ciao a tutt*
pare che non saro` seppellita a Gerusalemme. Dopo un pacchetto intero di paracetamolo la febbre ha iniziato a scendere e io ho ricominciato a parlare, non se se con senso compiuto ma almeno articolo. Dunque domani posso farmi interrogare per tre o quattro ore sulle meraviglie artistico-paesaggistiche dello Stato Di Israele (meglio abbondare con le maiuscole). M. si rifiuta di studiare la guida turistica come ho fatto io oggi pomeriggio, e temo domani dira` follie tipo che siamo stati a disneyworld e a sciare...speruma bin. Gli ultimi giorni sono stati, complici le nostre febbri, ampiamente surreali. Ora posso raccontarvi che mentre vi scrivevo l`ultima email da Nablus, quella tutta "non vi preoccupate ecc", noi ci stavamo invece abbastanza preoccupando. Nel pomeriggio di lunedi` i soldati erano entrati al campo di Askar e avevano ucciso un bambino che tirava pietre. La sera mentro ero all`internet a scrivervi un commando speciale e` entrato in citta (travestiti da donne) e ha ucciso (credo si chiamino eliminazioni mirate o qualcosa di simile) tre militanti di Fatah che erano andati a casa a mangiare per il ramadan. A questo punto la citta` e` andata abbastanza in tilt. Tutt* si sono messi in movimento per tornare a casa o mettersi comunque in un luogo sicuro, cosa che ha fatto si che il traffico si paralizzase. Tutt* si sono attaccati ai cellulari per dare o avere notizie rassicuranti, cosa che ha fatto si che non ci fosse piu` copertura. Calcolate che le 8 di sera di ramadan sono il momento in cui tutt* sono in giro a fare shopping, e` un po` come dire le 6 del pomeriggio tre giorni prima di natale da noi. Insomma un bel delirio. Noi eravamo appunto all`internet con M. che si e` mostrato un professionista a trattare con coglioni occidentali perche` ha totalmente impedito che andassimo in panico. Ci ha impedito di camminare a velocita` accellerata e di raccattare notizie improbabili dalla strada (i soldati sono entrati, sono usciti, sono 10, sono mille, hanno occupato un quartiere, hanno ucciso 3, 5, x persone...) e non ci ha neppure portati a casa ma invece allo youth center del medical relief, dove c`e` un ambulatorio di emergenza, e dove avremmo avuto notizie attendibili. In tutto questo MA. aveva tipo 39 di febbre, tremava e non stava in piedi e io un po` lo detestavo per questo tempismo (io ho avuto il buon senso di ammalarmi 18 ore dopo). Siamo stati li per un paio di ore, il tempo per vedere trasportare un ragazzo in stato di choc perche` aveva assistito all`esecuzioni (ammetto: un immagine abbastanza tremenda). Poi, visto che era confermato che non c`erano (piu`) militari israeliani in citta`, siamo andati a casa. secondo la legge del taglione a quel punto si stava 4 a 4 quanto a morti ma proprio tranquillissimi non siamo andati a dormire, perche` pare che in questo posto del mondo come in tanti altri, i conti non si facciano cosi` in pari. Nella notte i soldati sono rientrati nel campo di Askar, ucciso un altro ragazzino e fatto feriti, abbattuto la casa dell`attentatore e abbattuto altre due case in un piccolo paese vicino Nablus. Di tutto questo non hanno parlato i telegiornali di Israele, ne` mi pare quelli europei se non in maniera vaga e imprecisa. Ho visto, sui tg italiani, sulla bbc e euronews, lunghi, commoventi servizi sull`attentato di Tel Aviv e basta. Non che stupisca ma quando si e` qui scatta una rabbia che e` difficile controllare. Io sono stata fino alla sera con l`ansia addosso perche` non riuscivo a trovare L. e sapevo che casa sua e` vicinissimo al mercato dove e` scoppiata la bomba. Mi sentivo percio` molto vicina emotivamente a questa cosa, eppure... eppure viene fuori una rabbia disperata e rancorosa a vedere questo tipo di "informazione". E forse c`entra anche il bel pomeriggio che avevamo passato ad Askar solo due giorni prima. La mattina dopo siamo usciti da Nablus pieni di vergogna. Abbiamo passato li` giorni belli, circondati da gente simpatica e poi, esattamente come programmato, martedi` mattina ce ne siamo andati. Senza sapere cosa sarebbe successo. Siamo stati gli unici a passare il check point chiuso sigillato. Chiuso due volte. Un primo sbarramento tenuto da due ragazzetti adrenalinici col mitra in mano che urlavano e insultavano tutt*, noi compresi, ma poi hanno dovuto cedere al nostro bel passaporto europeo, e a 100 metri il check point vero, dove un ufficiale adulto e gentiluomo, ci ha posto con grande gentilezza le domande di rito, quasi suggerendoci le risposte giuste (siamo turisti, siamo stati qui un giorno solo, siamo entrati dal check point, stiamo andando a Gerusalemme) nel timore che potessimo sbagliarle rovinando il rituale gioco di ruoli. Una donna palestinese, dall`inglese perfetto, ha chiesto a voce alta ai due coglioni adrenalinici: gli italiani valgono di piu` dei palestinesi? E a me la vergogna e` rimasta appiccicata addosso tutto il giorno... la chiusura di tutti i check point ha fatto si che da Nablus a Ramallah il taxista che ci ha vinti (primi e ultimi passeggeri, assaliti da 15 dico 15 taxisti in un secondo) ci portasse a fare per ore un lungo giro escursionistico, su strade sterrate in mezzo agli uliveti, colline, villaggi. un viaggio bellissimo. In altre condizioni un diversivo ideale dopo tanto lavoro. Arrivati a Ramallah ho subito capito che avrei dovuto rinunciare ai miei sogni di cibo proibito prima delle 5 e di alcool perche` la febbre e` venuta a me. Stamattina siamo tornati a Gerusalemme a prendere le cose lasciate qui e a restituire la macchina fotografica. Domattina partiamo. Qualche giorno fa avevo voglia di andarmene. Ora no. Troppo tardi per cambiare il biglietto. Troppo insicuro rientrare a Nablus. Troppo stanca per progetti alternativi. Ma l`italia mi sembra lontanissima e poco desiderabile.

A presto, un abbraccio elettronico senza virus.
Ruby.