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Fwd:Mi hanno girato questo e lo giro a voi...
- Subject: Fwd:Mi hanno girato questo e lo giro a voi...
- From: "Disobbedienti " <disobbedientimolise at libero.it>
- Date: Thu, 16 Sep 2004 08:29:18 +0200
Torniamo a voi con una testimonianza diretta degli operatori di ICS che abbiamo pensato sia importante condividere con voi. > > Un modo per raccontare l'Iraq e Baghdad con gli occhi di chi ci lavora e di chi trova che quattro mura sappiano rappresentare un'alternativa possibile all'orrore. > > > > La casa di Baghdad e la logica della guerra. > > > > Sono arrivato a Baghdad alla fine di Aprile del 2003, una delle prime persone che ho conosciuto, dopo Simona Torretta, è stato Raad, lIngegnere del Ponte Per a Baghdad. Grazie a lui ho goduto del primo attimo di respiro dopo una decina di giorni concitatissimi nei quali ICS, Un Ponte Per e Terre des Hommes Italia hanno definito e presentato il progetto di emergenza per la fornitura di ossigeno negli ospedali. > > Giravamo come matti in tutti gli ospedali di Bagdad e allo stesso tempo eravamo riusciti anche a trovare la ca sa ufficio condivisa da tutti, ora diventata tristemente famosa. > > Un giorno io e Raad trovammo il tempo di farci un giro nellimmensa Bagdad, e mentre lui continuava a farmi domande del tipo ma secondo te ce la faremo a far rinascere il nostro paese? e mentre io pretendevo domande più facili, abbiamo raggiunto le rovine maestose di un antico palazzo persiano. Lungo la strada dominavano su tutto i segni dei saccheggi seguiti alla conquista di Bagdad da parte delle forze di coalizione. > > Raad è appassionato di fotografia e astronomia. Quando una notte i bombardamenti americani gettarono Bagdad nel buio, Raad si armò di telescopio e macchina fotografica e passò una notte intera a guardare le stelle grosse e luminose come non mai. > > Come lo definirebbero alcuni, Raad è un musulmano moderato. Mite, mai estremo, spesso ironico. Chissà come gli stessi saggi definirebbero Mahnas, la giovane operatrice di Intersos, chiusa nel suo velo e nelle sue maniche lunghe ma ener gica e decisa, colta e per niente in soggezione di fronte a nessun uomo. > > Mi chiedo come potrebbe essere definito Sheik Anwar, giovane prelato sciita, quello che avete visto sui giornali e in televisione con il volto lacerato dalla stanchezza e dalla preoccupazione. Un uomo che non dorme e non mangia per cercare di fare qualche cosa per le Simone, per Raad e Mahnas. > > Vestito da prelato lo è, non stringe neanche la mano alle donne, non pensiate che si sieda a discutere al vostro tavolo se in vista ci sono bottiglie di birra. E non pensiate nemmeno che vi condanni Al Sadr per quello che ha fatto. > > Il problema di come inquadrare Sheik Anwar sul continuum moderati estremisti è più complicato. > > A Sheik Anwar gli americani hanno ammazzato la moglie in un posto di blocco, ma se gli uomini della sua comunità gli dicono di andare a mettere le bombe e di affiancare i combattenti a Al Sadr City lui cerca di fermarli, li fa ragionare. Ci parla, sì ci par la, fino allo sfinimento. Cosi come faceva con noi quando eravamo a Baghdad: I want to tell you something. Queste parole significavano mettersi a sedere, magari con un tè iracheno in mano e ascoltare, per ore a volte. > > Erano le storie sui massacri di Sciiti perpetrati da Saddam, le storie del Corano, le storie su Maometto, le storie della gente del suo quartiere quelle che ci raccontava. E poi chiedeva e chiedeva, una sete immensa di sapere, una voglia di capire questa gente che viene dallItalia, dallEuropa. > > E quanti altri musulmani sono passati nella casa di Ponte, ICS e Intersos! Saranno stati moderati? Estremisti? Moderato- estremisti? Mezzo e mezzo? Due terzi e un terzo? > > Cristiani? Certo anche loro non mancavano nella nostra casa, e non pochi, e non solo Caldei ma anche Armeni e pensate un po addirittura focolarini. Ma con i cristiani non è che ti poni certe domande. > > Ma allora che succedeva in quella casa: un putiferio, una materializza zione del conflitto di civiltà dentro quattro mura? Macché tutti damore e daccordo... comè possibile? > > Era possibile perché quella casa era aperta a tutti. Una terra di nessuno, una terra di mezzo dove i nazionalismi, gli etnicismi e gli etnocentrismi, le identità religiose e di genere, le proprie convinzioni ideologiche non si annullavano ma si smussavano incontrandosi, forse sbattendo un po, con quelle di tutti gli altri. > > Quella casa era uno spazio dove ognuno di noi metteva da parte un po della propria identità per aprirsi a quelle degli altri. Per esempio, ce lo vedete uno Sheik Sciita a parlare con un miscredente ateo? Macché noi ci immaginiamo tutti vecchi barbuti e conservatori alla Khomehini. > > Questa terra di mezzo, questo porto franco è la dimensione interiore di Simona e Simona, di Raad e Mahnas e di tutti quelli che abitano e lavorano con noi a Bagdad. > > E la dimensione interiore di tutti gli iracheni che ci aiutano in questo drammatico momento e senza dei quali il nostro lavoro di cooperanti non esisterebbe nemmeno. > > In questo porto franco, se ti ammazzano il figlio con una bomba durante un raid aereo (circa 150 i bambini morti nei raid aerei di Falluja durante lassedio di aprile scorso per i quali nessuno ha fatto fiaccolate o acceso candeline) o durante un random shooting; se ti accoppano quando vai al mercato; se ti torturano come un cane in carcere; se installano un governo corrotto (ma democratico) nel tuo paese dopo averti fatto la guerra con finti pretesti, nessun occidentale democratico e intriso di sani valori ti chiederà di dimostrare la tua moderazione di buon musulmano e di buon Iracheno. > > Noi non abbiamo mai chiesto niente di simile (non siamo abbastanza occidentali?) e abbiamo pianto con gli iracheni i loro morti, quelli della guerra americana > > e quelli del terrore. E loro hanno pianto con noi quelli delle Nazioni Unite, i carabinieri. > > La logica della guerra e la logica del terrore sono paritarie e si nutrono a vicenda. La guerra e il terrore non vogliono i porti franchi, specialmente quelli mentali e della ragione, annullano le zone grigie, impongono il bianco o il nero. Il terrore e la guerra sono entrati nella nostra casa di Bagdad, ma non dovranno mai entrare nelle nostre teste. > > Gli operatori di ICS > > __________________________ L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA
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