Fw: le volontarie italiane rapite a Baghdad



Vi inoltro questa mail: che ne pensate?
----- Original Message ----- 
From: "Istituto Culturale della Comunita' Islamica Italiana"
<amislam at amislam.com>
To: "angela bernardini" <gorangero at tele2.it>
Sent: Wednesday, September 08, 2004 12:38 PM
Subject: Re: le volontarie italiane rapite a Baghdad



Gentile Signora Bernardini,

Di fronte ad un ennesimo, vile rapimento da parte di chi vuole colpire
l'impegno dell'Italia per l'espansione della democrazia in Iraq ribadiamo
la nostra solidarietà umana, morale e politica nei confronti del governo
italiano, delle Forze Armate e della Croce Rossa. Esprimiamo inoltre la
nostra solidarietà umana nei confronti delle rapite e dei loro familiari e
eleviamo preghiere per un loro imminente rilascio. Ai terroristi
sequestratori intimiamo di rilasciare Simona Torretta e Simona Pari senza
condizioni, di desistere dai loro crimini scellerati, di deporre le armi e
di arrendersi alle forze del governo iracheno.

Ad un organizzazione come "Un ponte per...", nota per i suoi trascorsi di
fiancheggiamento del deposto regime di Saddam Hussein, per ambigui rapporti
con personaggi quali Tareq Aziz o Jean-Marie Benjamin, dichiaratamente
contraria alla lotta contro il terrorismo e alla guerra per la liberazione
dell'Iraq, non possiamo invece offrire alcun tipo di solidarietà. Chiamiamo
semmai i suoi dirigenti a togliersi paraocchi di tipo ideologico, a
riflettere e compiere un atto di responsabilità.

C'è una guerra in corso, scatenata l'11 settembre dai terroristi: l'Italia
e i musulmani moderati iracheni stanno dalla stessa parte, quella di chi
vuole sconfiggere Muqtada Sadr, gli ex-Saddamiti, al-Qa'idah e il
terrorismo wahhabita. I militanti di "Un ponte per..." beneficiano invece
di quella libertà di azione e di espressione garantite dalla democrazia
occidentale al fine di sabotare l'imopegno per un Iraq libero e
democratico, facendo oggettivamente il gioco dei terroristi dietro un
pacifismo di facciata fondato sull'antiamericanismo preconcetto. I
terroristi, nella cecità della loro politica, non sono neppure in grado di
beneficiare del sostegno oggettivo che quei sedicenti pacifisti offrono con
la loro azione tesa a indebolire la Coalizione. Gli Italiani ormai, per i
terroristi sono "nemici" in blocco, anche quelli contrari alla guerra e
solidali con la presunta "resistenza", anche quegli sconsiderati che
chiamano i militari italiani "forze di occupazione", nonostante siano lì su
richiesta del legittimo governo iracheno.

Secondo la stampa restano in Iraq circa 120 volontari di Emergency, "Un
ponte per..." e altre consimili organizzazioni specializzate nel pacifismo
a senso unico. I leader di quelle organizzazioni dovrebbero oggi compiere
un atto di responsabilità, e sgomberare il terreno di combattimento per
evitare ulteriori omicidi come quello di Baldoni, o sequestri come quello
delle due Simone. L'Iraq è terreno di una guerra in atto, e gli attivisti
pseudo-pacifisti sono considerati dai terroristi forze nemiche facilmente
catturabili. Chiediamo a chi presiede quelle organizzazioni di ritirare in
blocco dall'Iraq i loro militanti, spesso totalmente sprovveduti per quanto
attiene agli spostamenti in territorio di guerra, evitando di mandare allo
sbaraglio altri cercatori d'avventura nutriti d'ideologia. L'Italia è
obiettivo dei terroristi, e ogni italiano sul terreno, se non ritirato
dall'Iraq, potrà diventare un obiettivo la cui difesa dovrà essere affidata
alle forze della Coalizione o alla polizia irachena, forze che al momento
debbono invece impegnarsi a ristabilire l'ordine e la legalità.

Dimostrino i responsabili delle organizzazioni sedicenti pacifiste di
essere seriamente interessati alla difesa della vita dei loro militanti. Si
affermi il principio in base al quale, sino al termine della guerra, di
Italiani resteranno in Iraq soltanto i militari e le Forze dell'Ordine, i
volontari della CRI e i corrispondenti dei media dotati di scorta adeguata.
Preghiamo perché le Simone siano liberate quanto prima e pensiamo anche a
salvare altre vite innocenti. Non offriamo ai terroristi ulteriori facili
bersagli.

Siamo con voi la pace, la misericordia di Dio e le Sue benedizioni.


Shaykh Abdul Hadi Palazzi

Segretario generale
dell'Associazione Muslmanan Italiana

At 17.05 Tuesday 07/09/2004, you wrote:
>Mi auguro che la Comunità islamica italiana, come già ha fatto quella
>francese nel caso del rapimento dei due giornalisti, esprima la propria
>solidarietà alle Organizzazioni non governative italiane che da anni, come
>"unponte per.." si occupano di alleviare lo strazio del popolo iracheno.
>Spero che facciate giungere il vostro appello ai rapitori perchè liberino
le
>due volontarie senza condizioni: loro sono là a Baghdad solo per fare del
>bene e per ricostruire veramente qualcosa di utile. Non hanno mai impugnato
>un fucile, non hanno mai venduto armi, non hanno mai fatto violenza a
>nessuno. Fatele tornare!
>Grazie e pace a tutti.
>
>Angela Bernardini - Roma