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Fw: le volontarie italiane rapite a Baghdad
- Subject: Fw: le volontarie italiane rapite a Baghdad
- From: "angela bernardini" <gorangero at tele2.it>
- Date: Sat, 11 Sep 2004 23:41:22 +0200
Vi inoltro questa mail: che ne pensate? ----- Original Message ----- From: "Istituto Culturale della Comunita' Islamica Italiana" <amislam at amislam.com> To: "angela bernardini" <gorangero at tele2.it> Sent: Wednesday, September 08, 2004 12:38 PM Subject: Re: le volontarie italiane rapite a Baghdad Gentile Signora Bernardini, Di fronte ad un ennesimo, vile rapimento da parte di chi vuole colpire l'impegno dell'Italia per l'espansione della democrazia in Iraq ribadiamo la nostra solidarietà umana, morale e politica nei confronti del governo italiano, delle Forze Armate e della Croce Rossa. Esprimiamo inoltre la nostra solidarietà umana nei confronti delle rapite e dei loro familiari e eleviamo preghiere per un loro imminente rilascio. Ai terroristi sequestratori intimiamo di rilasciare Simona Torretta e Simona Pari senza condizioni, di desistere dai loro crimini scellerati, di deporre le armi e di arrendersi alle forze del governo iracheno. Ad un organizzazione come "Un ponte per...", nota per i suoi trascorsi di fiancheggiamento del deposto regime di Saddam Hussein, per ambigui rapporti con personaggi quali Tareq Aziz o Jean-Marie Benjamin, dichiaratamente contraria alla lotta contro il terrorismo e alla guerra per la liberazione dell'Iraq, non possiamo invece offrire alcun tipo di solidarietà. Chiamiamo semmai i suoi dirigenti a togliersi paraocchi di tipo ideologico, a riflettere e compiere un atto di responsabilità. C'è una guerra in corso, scatenata l'11 settembre dai terroristi: l'Italia e i musulmani moderati iracheni stanno dalla stessa parte, quella di chi vuole sconfiggere Muqtada Sadr, gli ex-Saddamiti, al-Qa'idah e il terrorismo wahhabita. I militanti di "Un ponte per..." beneficiano invece di quella libertà di azione e di espressione garantite dalla democrazia occidentale al fine di sabotare l'imopegno per un Iraq libero e democratico, facendo oggettivamente il gioco dei terroristi dietro un pacifismo di facciata fondato sull'antiamericanismo preconcetto. I terroristi, nella cecità della loro politica, non sono neppure in grado di beneficiare del sostegno oggettivo che quei sedicenti pacifisti offrono con la loro azione tesa a indebolire la Coalizione. Gli Italiani ormai, per i terroristi sono "nemici" in blocco, anche quelli contrari alla guerra e solidali con la presunta "resistenza", anche quegli sconsiderati che chiamano i militari italiani "forze di occupazione", nonostante siano lì su richiesta del legittimo governo iracheno. Secondo la stampa restano in Iraq circa 120 volontari di Emergency, "Un ponte per..." e altre consimili organizzazioni specializzate nel pacifismo a senso unico. I leader di quelle organizzazioni dovrebbero oggi compiere un atto di responsabilità, e sgomberare il terreno di combattimento per evitare ulteriori omicidi come quello di Baldoni, o sequestri come quello delle due Simone. L'Iraq è terreno di una guerra in atto, e gli attivisti pseudo-pacifisti sono considerati dai terroristi forze nemiche facilmente catturabili. Chiediamo a chi presiede quelle organizzazioni di ritirare in blocco dall'Iraq i loro militanti, spesso totalmente sprovveduti per quanto attiene agli spostamenti in territorio di guerra, evitando di mandare allo sbaraglio altri cercatori d'avventura nutriti d'ideologia. L'Italia è obiettivo dei terroristi, e ogni italiano sul terreno, se non ritirato dall'Iraq, potrà diventare un obiettivo la cui difesa dovrà essere affidata alle forze della Coalizione o alla polizia irachena, forze che al momento debbono invece impegnarsi a ristabilire l'ordine e la legalità. Dimostrino i responsabili delle organizzazioni sedicenti pacifiste di essere seriamente interessati alla difesa della vita dei loro militanti. Si affermi il principio in base al quale, sino al termine della guerra, di Italiani resteranno in Iraq soltanto i militari e le Forze dell'Ordine, i volontari della CRI e i corrispondenti dei media dotati di scorta adeguata. Preghiamo perché le Simone siano liberate quanto prima e pensiamo anche a salvare altre vite innocenti. Non offriamo ai terroristi ulteriori facili bersagli. Siamo con voi la pace, la misericordia di Dio e le Sue benedizioni. Shaykh Abdul Hadi Palazzi Segretario generale dell'Associazione Muslmanan Italiana At 17.05 Tuesday 07/09/2004, you wrote: >Mi auguro che la Comunità islamica italiana, come già ha fatto quella >francese nel caso del rapimento dei due giornalisti, esprima la propria >solidarietà alle Organizzazioni non governative italiane che da anni, come >"unponte per.." si occupano di alleviare lo strazio del popolo iracheno. >Spero che facciate giungere il vostro appello ai rapitori perchè liberino le >due volontarie senza condizioni: loro sono là a Baghdad solo per fare del >bene e per ricostruire veramente qualcosa di utile. Non hanno mai impugnato >un fucile, non hanno mai venduto armi, non hanno mai fatto violenza a >nessuno. Fatele tornare! >Grazie e pace a tutti. > >Angela Bernardini - Roma
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