Aggiornamento Nablus 18



NABLUS 26 agosto 2004 (prima parte)

Sembra impossibile essere qui a scrivere tranquillamnete stamattina, a
poche ore dalla delirante esperienza che abbiamo vissuto.
Si alternano senza nessuna prevedibilita' momenti sereni e di speranza a
ore di panico e violenza.
Ieri la giornata era partita bene, con l'uscita dell'esercito dalla maggior
parte della citta' e la ripresa di alcune tra le normali attivita'.
le strade affollate, le bancarelle del mercato esposte, centinaia di
persone per strada, facevano sperare in una tregua significativa.
Alcuni volontari del nostro gruppo sono andati nella citta' vecchia per
verificare la situazione delle famiglie con la casa occupata dai soldati,
perche' questa pratica continua anche nei momenti di relativa calma.
Io decido di recarmi da sola alla tenda allestita in sostegno allo sciopero
della fame dei prigionieri e dei loro parenti.
C'e' un clima leggero per la strada.
Alla tenda trovo donne vestite di nero che espongono i ritratti dei loro
parenti: figli e mariti arrestati, la maggior parte pare giovanissima.
Non ho il tempo di soffermarmi su nulla: un improvviso fragore, fatto di
clacson ed urla travolge chiunque.
I soldati, le jeep.
Arrivano in velocita' tra la folla fittissima, sparando all'impazzata.
Sono due, sufficienti in questo contesto a mettere in pericolo centinaia di
persone: anziani col bastone, donne con bambini piccoli, qualcuno coi
pacchi della spesa,..
Tutti corrono mentre i colpi continuano, qualcuno cade travolto dalla
ressa, le donne della tenda cercano di portare in salvo i preziosi ritratti
con cornice dei loro cari, i negozi chiudono.
Mi riparo vicino ad un negozio, poi vedo una donna incinta in mezzo alla
piazza e corro a portarla al riparo.
In quel momento parte la sassaiola: impressionante, fitta..efficace.
Le due jeep vengono respinte ai lati della piazza, decine di ragazzini
lanciano di tutto, alcuni mi raggiungono e soridendo dicono il solito
"ello', uozziurneim?" in uso se si incontra un internazionale.
Mi rendo conto a posteriori che cerco di interessarli a me per evitare che
si espongano, che si lancino coi sassi piu' grandi di loro verso le jeep
che esplodono colpi ripetutamente.
Temo per questi bambini abituati a tutto questo, vorrei che si riparassero
e basta.
Osservo che alcuni adulti li appoggiano, altri li sgridano ed allontanano.
Quialcuno fa come se nulla stesse succedendo, ma appena arriva il secco
suono dello sparo, tutti si buttano contro i muri o negli anfratti...(continua)

BiDiTi