Luisa Morgantini eletta Presidente della Commissione Sviluppo al Parlamento Europeo



Intervista a
Luisa Morgantini,  eletta Presidente della Commissione Sviluppo del
Parlamento europeo - Liberazione 23.7.2004  - a cura di Roberto La Priore

Luisa Morgantini, deputata italiana del Gruppo confederale della sinistra
unita e dei Verdi Nordici (GUE/NGL) è stata eletta Presidente della
Commissione Sviluppo del Parlamento europeo. E' stata una delle ultime
votazioni estenuanti di questa tornata costitutiva del Parlamento, in cui
si sono consolidate le presidenze e vicepresidenze delle future commissioni
di lavoro del Parlamento.
L'elezione di Luisa Morgantini a presidente di una commissione che tratta i
problemi dello sviluppo e della cooperazione con i paesi in via di sviluppo
è innegabilmente il riconoscimento del ruolo da lei svolto nella passata
legislatura. Luisa ha saputo lavorare in modo trasversale mantenendo pero'
ben saldi gli obiettivi e i modi  che caratterizzano il suo impegno: la
pace, il ripudio della guerra e soprattutto  l'affermazione dei diritti
umani per tutte e tutti . Grazie anche alla sua incessante attività la
questione del popolo palestinese, il diritto ad uno stato in coesistenza
con lo Stato israliano, insieme alla questione curda, afghana, la
contrarietà alla guerra in Iraq sono  state una costante per tutto il
Parlamento ma anche nei movimenti.

Luisa, come ti senti in questo nuovo ruolo e che cosa significa per te?
Un po' stretta. Come sempre. Penso sia mio un limite ma forse anche la mia
forza quello di vedere i diversi lati del mondo e delle cose. Sarà il mio
amore per I sentieri e le rocce delle montagne: stare con i piedi ben
piantati per terra e nello stesso tempo volere andare oltre, vedere nuovi
scenari.
Penso sia una grande responsabilità ed una sfida, dovro' studiare come una
matta, già in questi due giorni ho cercato di vedere  i dossier della
prossima settimana, un' enormità, si passa dalla tragedia di  Darfur, alle
elezioni in Indonesia, alla cooperazione UE  con l' America latina e l'Asia
e tanto altro. Sono pervasa dalla paura di non riuscire ad essere
ugualmente impegnata sulla Palestina anche se ovviamente faro' parte della
delegazione che se ne occupa e già ho programmato il mio Agosto nei
territori occupati, per l'autunno alla riapertura del Parlamento, abbiamo
una serie di iniziative con gli autori palestinesi e israeliani
dell'accordo di Ginevra, con le associazioni e I famigliari dei prigioneri
politici palestinesi, con i refusnik israeliani. Insomma cerchero' di
farcela, senza farmi ingabbiare dalla gestione istituzionale anche se
dovro' essere attenta alle mediazioni,  continuando ad essere ben legata al
movimento dei movimenti e non solo.



Tu hai già lavorato nella commissione sviluppo, ha lavorato su qualche
rapporto in particolare?

Diverse cose, dalla campagna contro le mine al parere sul controllo del
commercio internazionale delle armi, ma penso che il rapporto sul commercio
e lo sviluppo che ho presentato lo scorso settembre, alla vigilia
dell'incontro del WTO Cancun sia stato, malgrado i cambiamenti subiti con
gli interventi di gruppi politici di centro e di destra, abbia affermato
principi importanti per la cooperazione allo sviluppo. Le proposte delle
Ong sono stateampiamente  recipite  nel testo, per esempio il sostegno
anche economico al  commercio equo e solidale. L'acqua viene riconosciuta
come bene comune, il cui controllo va affidato ad istituzioni nazionali e
locali, gestite in forma democratica e partecipata assicurando nel contempo
il finanziamento pubblico e la promozione di una educazione ad una gestione
responsabile ed eco-sostenibile,. Insomma un diniego delle

Quali gli obiettivi del prossimo lavoro della commissione ?

Le sfide maggiori riguardano la lotta contro la fame e la povertà insieme
agli altri obiettivi di sviluppo del Millenio definiti dalle Nazioni Unite.
L'importante per i PVS  è avere finanziamenti  chiari che non si traducano
in prestiti capestro ed interessati ad aumentare una dipendenza coloniale
dei paesi in via di sviluppo e volontà politiche trasparenti. Alcune
regioni del pianeta sono più a rischio di altre: l'Africa sub-sahariana è
la sola regione in cui la popolazione che vive in condizioni di povertà
assoluta é cresciuta dal 42 al 47% negli ultimi vent i anni. Ma c'è molto
altro, intanto la prima cosa che chiedero' di fare è un audizione con le
organizzazioni non governative che sono impegnate nei progetti di
cooperazione nei pvs o nelle zone di conflitto, e con quelle organizzazioni
per la difesa dei diritti umani. Penso sia indispensabili una riflessione
comune sui problemi sviluppo e della democrazia.