Manifestazione nazionale contro i Centri di Permanenza Temporanea - Comunicato stampa.






  Sent: Wednesday, June 16, 2004 4:22 PM
  Subject: Manifestazione contro i Centri di Permanenza Temporanea -
Comunicato stampa.






  Carissimi,

  ringraziamo  tutti per il tempo e l'impegno che vorrete dedicare a questa
iniziativa, anche (e soprattutto) con una presenza al presidio durante la
giornata di venerdì 18 giugno, a partire dalle ore 11,00 in Piazza del
Plebiscito a Napoli. E' importante che la negazione dei diritti umani,
definitivamente sospesi per ogni immigrato che entra in un CPT (Centri
permanenza temporanea), non ci passi dinanzi, come tante immagini e vicende
della storia dei nostri giorni, senza vederci prendere una posizione, anche
perchè siamo certi che l'indifferenza non ci appartiene.





  COMUNICATO STAMPA



      Il giorno 18 giugno è stata indetta dal comitato promotore costituito
dall'Associazione "3 febbraio", dal Centro Agorà appartenente al Cantiere
"Città dal basso" e dalla Rete di Lilliput Nodo di Napoli, una
manifestazione contro i Centri di Permanenza Temporanea che si terrà in
Piazza del Plebiscito, con forme e modalità di sit-in, a partire dalle ore
11,00 e per tutta la giornata. Tale manifestazione, che si svolgerà
contemporaneamente nelle maggiori città italiane è CONTRO il progetto del
Ministero dell' Interno finalizzato alla costruzione di luoghi dove ogni
diritto umano è sospeso e, spesso, calpestato, i CPT (Centri di Permanenza
Temporanei), nei quali viene limitata la libertà degli immigrati oggi
considerati i "nuovi schiavi"  del nostro sistema produttivo;  PER una
comunità con valori di rispetto, dialogo, solidarietà. Le associazioni
sociali , culturali, laiche e religiose di Napoli e provincia promotrici del
presidio davanti la Prefettura di Napoli (Piazza Plebliscito) chiedono, in
particolare, alla Regione Campania che esprima un impegno concreto a
manifestare, nell'ambito del proprio statuto, il costante diniego alla
realizzazione di strutture destinate ai Centri di Permanenza Temporanea . A
tal fine chiediamo a tutte le forze politiche democratiche e antirazziste di
adottare un programma unitario per la chiusura dei CPT attualmente esistenti
e che gli investimenti deliberati dalla Finanziaria 2004 per il
potenziamento dei CPT esistenti e la costruzione di nuove strutture simili,
siano impiegati nell'attuazione di progetti di prima accoglienza, di
assistenza ed inclusione sociale delle persone migranti.



  P.S.:  il comunicato verrà inviato, oltre che ai mezzi di informazione, al
Presidente della Regione Campania On. Antonio Bassolino, Al Sindaco di
Napoli On. Rosa Russo Iervolino e  al  Presidente della Provincia  di
Napoli;



  Sarà presente al presidio p. Alex Zanotelli




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  Perché diciamo no ai CPT!
                                     CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA


  Persone in gabbia. Ce ne sono in questa città, oppure ce ne saranno se i
progetti di espansione delle galere etniche andranno in porto.
  Serviranno a rinchiudere uomini e donne colpevoli solo di voler esistere
in un paese che non è il loro, in cui i loro diritti sono sospesi. "Non
persone" in un continente che si celebra come la culla dell'accoglienza e
del rispetto dei diritti, che proclama la propria democrazia come unica
forma di convivenza possibile e intanto esclude, discrimina, elimina, chi
non è conforme ai propri interessi. I Centri di permanenza temporanea per
migranti sono questo e sono molto di più.

  Sono luoghi in cui si viene rinchiusi per sessanta giorni in attesa di
essere identificati e rispediti al proprio paese. Sono luoghi da cui molto
spesso si viene espulsi con un foglio senza essere stati identificati,
condannando la persona ad una perenne fuga, una continua clandestinità.

  Sono luoghi in cui non esistono neanche le garanzie giuridiche degli
istituti penitenziari, dove ci si ferisce o si tenta il suicidio, dove non è
spesso garantita assistenza legale.

  Luoghi in cui possono entrare solo i parlamentari, in cui anche il diritto
di far sentire la propria voce è impedito. Luoghi in cui si somministrano
farmaci per impedire tumulti e disordini, istituzioni totali in cui operano
organizzazioni come la Croce Rossa, Le Misericordie o settori marginali del
terzo settore, ma la cui sorveglianza è affidata alle mani e alla
discrezionalità dell'autorità del Ministero dell'Interno, del Prefetto,
delle forze dell'ordine con l'obbligo di impedire con qualsiasi mezzo la
fuga di quelli che con ipocrita censura vengono definiti "ospiti".

  Luoghi che gravano sul bilancio dell'ultima legge finanziaria per 105
milioni di euro, soldi che potrebbero servire per accogliere e fornire
servizi sociali a migranti e autoctoni e che invece ingrassano i bilanci di
chi gestisce ogni singolo centro. Poco è dato sapere a coloro che vogliono
conoscere dal di dentro queste realtà: ogni informazione sembra vincolata da
segreti riguardanti la sicurezza nazionale tanto che persino ai parlamentari
è spesso negato l'accesso ai procedimenti che regolano le convenzioni di
appalto fra lo Stato e gli enti gestori. Quello che giunge, dopo molte
fatiche, sono solo cifre insignificanti e ambigue. Ma sono soprattutto
luoghi inaccettabili di sofferenza: possono avere l'aria condizionata come a
Modena o essere ritenuti inaccettabili per qualsiasi criterio di abitabilità
come a Lamezia Terme o a Torino, dove non è raro veder correre fra una
gabbia e l'altra di quelle che recintano i container in cui sono ricevuti
gli "ospiti", topi più grossi di un gatto. La sofferenza di essere privati
della libertà personale senza alcuna ragione, di ritrovarsi un momento prima
al lavoro, al bar con gli amici, in casa e di colpo in una gabbia, vedendo
frantumati i sogni di una vita migliore senza neanche capire perché. I CPT,
come ormai sono chiamati da noi, sono una istituzione presente in tutti i
paesi del mondo ricco, servono anzi a delimitare i confini, fra chi  ha
diritto ad un futuro e chi deve tornare a casa propria. In Italia, con una
scelta scellerata, li ha istituiti un governo di centro sinistra, li ha
inaspriti un governo di centro destra.  Unico il disegno, adeguarsi alle
scelte e alle imposizioni dell'Europa che segna e ridisegna continuamente le
proprie frontiere con il trattato di Schengen. Esiste, si consolida, trova
spazi però un pensare comune che ripudia questi strumenti. Crediamo che i
Cpt, come ogni altro strumento di privazione immotivata delle libertà
personali, segnino un pericoloso arretramento etico prima ancora che
politico. E' questa l'accettazione e l'istituzionalizzazione di una
divisione gerarchica fra persone a cui sono garantiti i diritti fondamentali
e persone da utilizzare come merce e poi rispedire via quando non servono
più. Per questo oggi siamo qui, soggetti diversi, uomini e donne che a
questo pensiero non si adeguano a denunciare l'esistenza di questi immondi
luoghi di ingiustizia, per affermare col nostro gesto di disobbedienza, un
no senza se e senza ma a questi muri a queste sbarre, a questi fili spinati.
I Cpt vanno chiusi perché luoghi della vergogna. A coloro che hanno già la
sventura di averne nel proprio territorio chiediamo di attivarsi insieme a
noi per imporne la chiusura, a coloro che ancora sono immuni chiediamo di
imporre alle proprie amministrazioni locali che si diano da fare per
impedire che se ne realizzi alcuno. Sarebbe un segnale profondo verso una
democrazia reale nel nostro paese.



  Le associazioni organizzatrici:



  Comunità Le Piagge (Firenze)                                   Padri
Sacramentini  (Caserta)

  Tam-Tam per Korogocho (Rovereto di Trento)        Torino Social Forum
(Torino)

  Comitato delle Associazioni Per la Pace                   Todo Cambia
(Milano)

  e i  Diritti Umani (Rovereto-Trento)                         Rete
Antirazzista (Venezia)

  Medici del Mondo (Firenze)                                     Pax Christi
Punto Pace (Roma)

  Agorà - Cantiere Città dal Basso ( Portici-Napoli)   Laici Comboniani
(Palermo)

  Missionari Comboniani
Associazione La Pulce ( Venegono Sup-Va)

  Dipartimento Immigrazione PRC  (Roma)                 Centro Sociale
Excanapificio (Caserta)

  Chiesa Libera (Avellino)                                           ARCI
(Nuoro)

  Centro Sociale (Reggio Calabria)                              Beati i
Costruttori di Pace

  Naga (Milano)
Centro Sociale LeonCavallo (Milano)

  Associazione 3 Febbraio
Comunità S:Benedetto (Genova)

  Parrocchia S.Cristina, Gruppo Ya Basta,                  Amnesty
International (gruppo Italia 232)

  Gruppo Ciac (Parma)                                                Pax
Christi (Napoli)

  Associazione interculturale Grammelot                     A.I.S. seguimi -
Seme di pace

  Socialismo Rivoluzionario                                        Rete di
Lilliput Nodo di Napoli


Pax Christi(Caserta)