"La mia spesa per la Pace": un anno di attivitą.



18-5-2004 - Comunicato stampa

"La mia spesa per la Pace": un anno di attività.

Il 15 maggio del 2003 scrivevamo: "Nonostante la fortissima opposizione
dell'opinione pubblica mondiale, che mai come negli scorsi mesi è stata
unita e unanime nel condannare un intervento armato, la guerra in Iraq,
illegale ed immorale, è stata fatta. Ancora una volta la violenza è stata
usata dal più forte per il raggiungimento dei propri scopi e i mezzi di
informazione di massa (con poche eccezioni) hanno svolto il loro compito di
giustificazione della guerra, dipingendola, prima, durante e dopo, come
giusta (anche se sono stati costretti man mano a cambiare le motivazioni:
lotta al terrorismo, rispetto delle risoluzioni ONU, presenza delle armi di
distruzione di massa, liberazione di un popolo dalla dittatura …). Non
possiamo essere complici di questa guerra né restare impotenti di fronte
alle altre guerre che già si stanno preparando."

E per passare dalle parole ai fatti, in un ampio territorio della provincia
Ovest di Milano (da Settimo Milanese a Robecco, da Cuggiono ad
Abbiategrasso) è stata lanciata la Campagna nonviolenta "La mia spesa per
la Pace" promossa dalla Rete contro la guerra dell'Ovest milanese, composta
dai gruppi, dalle associazioni, dai partiti, dai gruppi parrocchiali, dalle
Amministrazioni che ancora si riconoscono e credono fermamente
nell'articolo 11 della Costituzione e che trovano aberrante l'idea di
"guerra preventiva".

Ad un anno di distanza possiamo senz'altro dire di avere visto giusto. Il
problema della guerra in Iraq, la discussione sugli strumenti per la lotta
al terrorismo e il tema della guerra preventiva sono costantemente
all'ordine del giorno e sembrano essere tra i punti cruciali su cui si
gioca il futuro dell'umanità.

Ma quale è stato il contributo della Campagna nel mantenere viva
l'attenzione sul tema? Quali i suoi risultati concreti? Insomma, come sono
andate le cose e, soprattutto, che fare oggi?

Ricordiamo innanzitutto che in questo anno di attività la Campagna,
appoggiandosi ad analoghe campagna nazionali e internazionali, ha proposto
ai cittadini due cose:

1.      di eliminare dalla spesa alcuni prodotti di multinazionali che
hanno avuto un ruolo determinante nella campagna elettorale e/o rifornito
gli eserciti delle Amministrazioni dei paesi che stanno adottando politiche
di guerra;

2.      di aumentare i consumi di prodotti del Commercio Equo e Solidale.

Vanno poi sottolineate alcune specificità della Campagna:

l'essere portata avanti da persone di diversi gruppi;

il lavorare a scadenza (un anno);

il porsi degli obiettivi ben definiti;

il volere "misurare" i propri risultati;

il puntare su un ambito locale definito, secondo la logica "pensare
globalmente - agire localmente".

Dopo un anno di attività si possono dire alcune cose. Sicuramente la prima
è che il compito si è rivelato più difficile e impegnativo del previsto:

i principali obiettivi fissati (la raccolta di 1000 adesioni individuali
entro due mesi (15 luglio 2003) e di 10.000 adesioni entro un anno (15
maggio 2004) non sono stati centrati (si è arrivati, rispettivamente a 516
e a 2142);

i gruppi aderenti sono via via cresciuti di numero (dai 5-6 iniziali agli
attuali 30), ma l'impegno nel seguire concretamente la campagna è stato
mediamente piuttosto basso;

conseguentemente l'impegno diretto dei componenti del comitato
organizzatore (per promuovere la campagna e raccogliere le adesioni) è
stato molto grande;

la "misura" dei risultati è stata possibile solo mediante il conteggio
delle adesioni, mentre non si è riusciti ad avere riscontri sul calo di
vendite dei prodotti delle multinazionali e sull'aumento di quelli del
Commercio Equo e Solidale;

la risposta del territorio è stata molto differenziata: hanno dato buoni
risultati i cittadini dei comuni di Bernate Ticino, Cassinetta di
Lugagnano, S. Stefano Ticino, Magenta, Sedriano, Cuggiono, medi quelli di
Arluno, Vittuone, Corbetta, Robecco S/N, Bareggio, Ossona, Marcallo e
scarsi quelli di Cornaredo, Pregnana M., Casorezzo, Settimo M., Boffalora,
Abbiategrasso, Rho, Mesero, Inveruno, Albairate, Robecchetto, Cisliano,
Vanzago e Lainate.

Molti sono però anche i punti a favore:

essere riusciti ad entrare in contatto con oltre 2000 persone, sino a
convincerle dell'importanza di un proprio impegno personale sul piano dei
consumi quotidiani, è comunque un risultato significativo;

i numerosissimi banchetti di promozione e raccolta adesioni (quasi un
centinaio) hanno consentito ad un numero ancora più grande di persone
almeno di cominciare a cogliere la connessione tra economia, giustizia e
Pace e di conoscere l'esistenza di una possibilità di condizionare i
comportamenti dei produttori di beni e dei soggetti decisori politici
attraverso il consumo critico ("Chi compra vota");

anche sul Commercio equo e solidale, accanto a persone che già da tempo
conoscevano questa realtà, si è avuta l'occasione di parlare con persone
piuttosto all'oscuro di questa realtà e alle quali si sono date molte
informazioni tra cui, banalmente, gli indirizzi e i numeri di telefono dei
punti vendita locali;

decisamente utile sul piano pratico è stato il sito internet della Campagna
(<http://www.lamiaspesaperlapace.it/>www.lamiaspesaperlapace.it),
costantemente aggiornato e dove è stato possibile trovare tutta una serie
di informazioni (gli elenchi degli aderenti, i grafici dell'andamento
settimanale della raccolta adesioni e della distribuzione delle adesioni
per comune, le informazioni sul Commercio Equo e Solidale e sui
comportamenti delle multinazionali, ecc.); il sito è stato visitato da
parecchie persone (oltre 6400 accessi) offrendo a tutti la possibilità di
approfondimenti;

si è formata una mailing list, che ad oggi riguarda circa 700 persone, alla
quale sono state inviati una ventina di comunicati della Campagna, tutti
finalizzati a far riflettere sul rapporto tra Pace e spesa e a far
conoscere l'evoluzione della Campagna stessa;

si è riuscita ad aver una certa visibilità sui mezzi di informazione,
riproponendo quindi all'opinione pubblica il tema dell'assurdità della
guerra preventiva (articoli su giornali e riviste, interventi in radio,
link e banner su molti siti internet tematici);

si è consolidata sul territorio una "rete" di persone e associazioni attive
sul tema della pace, cosa che, tra le altre, ha reso possibile organizzare
significative iniziative in occasione della giornata contro le guerre dello
scorso 20 marzo (in particolare la carovana locale della Pace, che ha
toccato più di 20 comuni della zona e portato in piazza a Magenta per
l'incontro con la Carovana nazionale diverse centinaia di persone).

Dunque luci ed ombre, successi e fallimenti.

Ora il gruppo promotore si sta interrogando sul che fare: chiudere la
Campagna, proseguire rivedendo gli obiettivi e le strategie o rilanciare
l'iniziativa, magari essendo presenti sull'argomento in modo più ampio,
collegandosi con le esperienze dei nascenti Gruppi locali di Acquisto
Solidale (GAS di Robecco e di Corbetta), producendo dei piccoli dossier
(sulla falsa riga della guida al consumo critico), organizzando mostre, ecc?

Quel che è certo è che il momento storico che stiamo vivendo ci chiede di
continuare a lavorare per la Pace.

Vi terremo informati sulle decisioni che saranno prese nelle prossime
settimane.



Rete contro la guerra dell'Ovest milanese

Per informazioni:
<mailto:info at lamiaspesaperlapace.it>info at lamiaspesaperlapace.it -
02/9024617 - 3486502703

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From: <mailto:merchemas at tiscalinet.it>Mercedes Mas
Subject: : Articolo su "La mia spesa per la Pace"

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