io non ci stò!



LETTERA APERTA DI UN DISSIDENTE AL PROPRIO DUCE.

In questo simbolico 4 giugno 2004, che richiama alla mente altri storici
catastofici incontri,  voglio esprimere la mia volontà di essere stato
idealmente a Roma per protestare pacificamente contro la guerra di Bush e
di quelle multinazionali economico/ militari che l'hanno voluta e che
continuano a sponsorizzarla.

E per protestare, signor Berlusconi, contro questa Sua amicizia personale
impostami come collettiva con il Torturatore Occidentale e contro tutte le
politiche che la sostanziano, politiche che hanno prodotto nel mondo
maggiore terrorismo, maggiore povertà, odio reciproco e sofferenza.
Risultati, questi, che evidenziano in modo sinistro di quale "democrazia" e
"libertà" vogliate coercitivamente riempire il mondo.

E per sperare che quelle forze economiche, politiche, civili e tutte quelle
persone che sono ancora in grado di poter scegliere, riescano ad esprimere
il proprio dissenso verso questa irrazionale corsa verso l'autodistruzione
e riavviare un percorso che porti alla rifondazione dei diritti umani, di
tutti e per tutti, ad una più equa redistribuzione delle risorse, alla
salvaguardia ed alla promozione dell'ambiente come Casa Comune, ad un
Governo Mondiale fondato su miriadi di Democrazie partecipate Locali, un
Governo che sappia promuovere sicurezza e uguali Diritti/Doveri.

Protestare e Dissentire, prima che i vari Berlusconi e Bush sparsi per il
mondo riescano a bollare ogni dissenso come inaccettabile terrorismo,
terrorismo riscoperto elettivamente come efficace strumento per antiche
oppressioni.

Ed è per questo che, signor Berlusconi, le rispedisco al mittente le sue
patinate promesse elettorali, pregandoLa sommessamente di restituirmi, come
parte della collettività, quelle risorse impiegate per produrre questo Suo
spot commerciale.

Ma se ciò, come temo, non sarà possibile, allora si tenga pure questo mio
modesto obolo e lo utilizzi simbolicamente per sperimentare per un istante
la parte dell'accattone, di quella condizione cioè che tanti ultimi
subiscono loro malgrado, ultimi per i quali le pari opportunità e i diritti
sono un lusso, essendo, al massimo, benevolmente omaggiati di caritatevoli
elemosine una-tantum.

Ma, come vede, alcuni di questi ultimi, tra i quali serenamente mi colloco,
non vogliono essere conniventi con queste politiche di oppressione,
distruzione e morte spacciate come uniche vie per la salvezza del mondo e
levano comunque il loro libero grido di dissenso. Io non ci stò!

Fraternamente Suo

Il dissidente

Giancarlo Posati

Via Scialoja 4 - 10148 Torino