Roma 4 giugno



[Appello da Roma, in vista delle assemblee preparatorie della mobilitazione
contro il criminale di guerra Bush]

Il 4 Giugno, giorno in cui ricorre la Liberazione di Roma dal nazifascismo,
conquistata nel 1944 dalle lotte delle partigiane e dei partigiani e dalle
rivolte delle borgate e dei quartieri prima ancora dell'intervento degli
Alleati, il presidente del consiglio dei ministri italiano Silvio
Berlusconi ha chiamato nella Capitale il presidente degli Stati Uniti
d'America, non eletto, George W. Bush.

Chi è che invita? Il massimo responsabile politico del coinvolgimento
illegittimo e criminale della Repubblica italiana nella prosecuzione della
guerra d'invasione dell'Iraq e nel tentativo della sua occupazione, il
massimo responsabile politico della violazione dei principi stessi della
nostra Costituzione che sancisce il ripudio della guerra, il massimo
responsabile politico del crimine contro l'umanità commesso dai bersaglieri
italiani che hanno cannoneggiato civili a Nassirya.

Chi è l'invitato? Il capo della coalizione dei conquistatori e degli
occupanti, l'ideatore di una guerra infinita che sta creando un immane
scontro di civiltà, il pianificatore del massacro delle popolazioni civili
irachene e del martirio della città di Falluja, il mandante e preordinatore
di tutti i crimini contro l'umanità commessi in questa guerra ed in
particolare ad Abu Grahib e in tutte le galere dove sono stati torturati a
morte, stuprati e umiliati esseri umani, prigionieri.

Noi, comunità disobbediente di Roma, pensiamo cose semplici che crediamo
condivise da una moltitudine di persone: Roma che si liberò dal fascismo e
dal III Reich, dai boia delle Fosse Ardeatine e dai torturatori di via
Tasso, riconquistando i valori dell'umanità, non può riconoscere
nell'abbraccio tra questi due la rappresentazione dei valori della sua
liberazione.

Non solo: Roma che si liberò dal fascismo e dal III Reich deve rifiutare
questa visita.

Il criminale contro l'umanità George W. Bush è indesiderato a Roma.
La sua visita è un'offesa alla città, al senso della Storia, ai milioni di
persone che hanno manifestato nelle strade romane contro questa guerra,
allasocietà civile italiana che vi si è opposta, all'umanità intera che
vuole liberarsi dai signori della guerra e del terrore.

Il criminale contro l'umanità George W. Bush non deve mettere piede a Roma.
Non siamo disposti in alcun modo ad ascoltare le voci dell'ipocrisia e
della timidezza interessata, che già nel Parlamento hanno mancato di
riportare il grido della società italiana per il ritiro immediato delle
truppe dall'Iraq.

Noi siamo disposti solo a fare quel che è giusto fare.

Se George W. Bush verrà, Roma e tutti coloro che lo vorranno dovranno poter
esprimere il loro ripudio, la loro ribellione, il loro rifiuto, la loro
opposizione, la loro necessità di contestare il massimo responsabile della
peggiore impresa criminale del nuovo secolo.
Se George W. Bush verrà, noi con Roma e con tutti coloro che lo vorranno
ripudieremo questa visita, ci ribelleremo, la rifiuteremo concretamente,
manifesteremo la nostra opposizione e la contesteremo in ogni forma
necessaria e utile.

Non ci interessa alcun confronto simbolico con la pretesa eventuale di
militarizzare la nostra città per questa visita, che semplicemente non
ammettiamo.

Non ci interessa ridurre e delimitare il nostro rifiuto ad una
rappresentazione dello scontro con uno tra i tanti dispositivi di
repressione che eventualmente verranno posti a presidiare la città.

La lezione dei vertici e dei controvertici è stata imparata dalla
moltitudine in movimento.

Il 4 giugno, se George W. Bush verrà non ci sarà alcun presidio repressivo
della città di Roma: sarà la città di Roma a presidiare il suo rifiuto.

Se George W. Bush verrà, noi proponiamo che le lavoratrici e i lavoratori,
le precarie e i precari, le comunità migranti, chi produce, chi comunica,
chi trasporta, chi commercia, le cittadine e i cittadini tutti fermino la
città di Roma, ne blocchino le attività e la circolazione, e si sollevino
in ogni modo contro quest'affronto. Noi lo faremo.

Se George W. Bush verrà, noi proponiamo inoltre che la società civile
italiana, i movimenti contro la guerra e per la pace, le reti sociali che
affermano i diritti dell'umanità, le reti delle e dei migranti in lotta per
i diritti di tutte e tutti, la moltitudine di coloro che si battono per la
democrazia, la giustizia e l'umanità manifestino per le strade di Roma.
E riempiano il suo centro politico e simbolico con la ribellione contro il
signore dei signori della guerra e del terrore, e con la volontà di
ritirare subito le truppe d'occupazione dall'Iraq. Analogamente a quel che
hanno fatto mezzo milione di britannici a Londra pochi mesi fa in occasione
di un'analoga incursione di George W. Bush. Noi lo faremo.

George W. Bush il 4 Giugno non celebrerà alcunché a Roma.
Il 4 Giugno Roma si libererà dalla guerra e dalla disumanità.
Questo è il nostro impegno: ed è quel che proponiamo a tutte e tutti di
fare, liberamente.

Roma, Maggio 2004
La comunità disobbediente di Roma





"lo stile è l'incontro
tra l'etica e l'estetica"