Sadr incita alla guerra santa contro Bush



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Iraq
Inviato da Barbara Amoroso

martedì, 06 aprile 2004 16:34
Tira aria di insurrezione in Iraq ed il pericolo cresce di ora in ora,
grazie all'offensiva lanciata dal religioso sciita Moqtaba Sadr nei giorni
scorsi. Il quale dopo essere stato lungamente nascosto dentro una delle
Moschee della Città, quella di Kufa, abbandonata per motivi di sicurezza,
ora si trova nel suo ufficio guardato a vista dai suoi miliziani, tutti
sciiti, appartenenti al sedicente Mahdi Army.
Nella conferenza stampa di poche ore fa, il suo portavoce ufficiale, lo
Sceicco Qays al-Khaz'ali, ha dichiarato che il leader sciita non ha alcuna
paura degli Americani e non è assolutamente disposto a cadere in mano loro:"
Egli è pronto al martirio, lo siamo tutti."
Non solo, lo stesso leader insurrezionalista ha dichiarato che il suo futuro
contempla solamente l'assassinio o la carcerazione e che nessuna altra
goccia di sangue che non sia la sua verrà versata per sconfiggere gli
invasori. Può darsi. Ma sconfessano la sua profezia gli ultimi bollettini
diramati dalle diverse agenzie e dai Comandi britannico ed americano della
Coalizione.
Sarebbero infatti almeno 5 i marines rimasti uccisi nell'assedio notturno a
Fallujah e due i feriti. Ma si parla anche di combattimenti in corso ad
Amarah, dove nonostante il silenzio del Comando inglese, vi sarebbe stato
almeno un morto, un Iracheno.
Mentre Bremer cancella la sua partenza per Washington, dalla città americana
arriva la notizia che i generali impegnati in Iraq stiano facendosi i conti
sul numero delle forze militari da mettere in campo per affrontare quella
che, a tutti gli effetti, si sta delinenando come una insurrezione sciita.
Secondo alcune indiscrezioni, il contingente militare in Iraq dovrebbe
essere numericamente ben fornito, ma il Comando operativo della Coalizione
si prepara a scenari peggiori; e non suona poi strano il fatto che proprio
oggi, il governo Blair annuncia l'invio di ulteriori truppe, ufficialmente
per rimpiazzare quelle alla fine della propria missione.
Intanto si allunga l'ombra oscura della Blackwater Security Company, cui
appartenevano i quattro civili uccisi qualche giorno fa'. Le sedicenti
guardie del corpo della Compagnia, ufficialmente presenti come civili a
difesa di altri civili e di installazioni che rientrano nei lucrosi
contratti americani della ricostruzione, guarda caso provengono dalle forze
speciali americane: tutti sono assunti a contratto per assicurare la difesa
anche della Autorità provvisoria della Coalizione (Coalition Provisional
Authority, CPA) a Najaf.
E proprio negli scontri avvenuti a Najaf domenica scorsa, avrebbero coperto
un ruolo importante e non per questo meno inquietante, nel corso dei
sanguinosi incidenti. Lo rivela oggi Dana Point, giornalista ed analista del
Washington Post, in un articolo pubblicato nell'edizione online odierna e
riportato anche da quella cartacea.
Sarebbero stati infatti gli otto commandos della Blackwater, giunti sul
posto prima ancora che arrivassero i rinforzi americani, a dare un decisivo
contributo alla risoluzione del conflitto in atto contro gli sciiti di Al
Sadr. Elicotteri della Compagnia avrebbero, infatti, rifornito di armi e
munizioni i componenti delle otto squadre che, insieme a quattro soldati
della Polizia Militare USA e ad un marine, erano asserragliati sul tetto di
un edificio impegnati in un violento scontro a fuoco con i rivoltosi.
Del manipolo di uomini almeno tre, fra i quali un marine, sarebbero rimasti
feriti: datasi la gravità delle condizioni del marine, del quale a tuttora
sono ignote le generalità, gli elicotteri si sarebbero abbassati
evacuandoli.
Silenzio totale da parte della Coalizione sulla provvidenziale presenza dei
commandos ed il portavoce ufficiale della Blackwater si sarebbe limitato a
commentare laconicamente che il contratto della Compagnia prevede la Difesa
e la sicurezza totale del CPA, ma non ha rilasciato alcun commento sul ruolo
giocato dai suoi "soldati" a Najaf.
Sempre stando all'articolo del Washington Post, la Blackwater conterebbe su
450 effettivi in Iraq, molti ex-membri dei famosi SEALS della Marina USA,
per proteggere, fra gli altri, anche l'Amministatore Bremer.
Attualmente la Compagnia starebbe per organizzare, in una ex-base aerea per
i MIG nelle vicinanze di Baghdad, un campo di addestramento per il
controterrorismo destinato a forgiare agenti antisommossa ed antiterrorismo
fra le nuove leve dell'Esercito Iracheno.
Che la Kelloggs Roots non distribuisse cereali, ma la posta ed altri generi
"di prima necessità" ai soldati della Coalizione si era già capito, adesso
si sa anche che se alla porta bussano i terminator della Blackwater forse
non sono loro ad aver bisogno di aiuto.
Barbara Amoroso