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Una risposta europea a una tragedia europea
- Subject: Una risposta europea a una tragedia europea
- From: Vallinoto Nicola <n.vallinoto at datasiel.net>
- Date: Wed, 17 Mar 2004 16:04:52 +0100
Con il titolo "Madrid e la risposta di Bruxelles" è uscito oggi su "Europa" il seguente articolo nella rubrica "Europa federale". Nicola Vallinoto == Una risposta europea a una tragedia europea di Guido Montani L'esito delle elezioni spagnole mostra che il pacifismo dei cittadini europei non era affatto un'ondata emotiva, ma corrispondeva ad una ferma contrarietà all'intervento militare in Irak. Sembra dunque lecito chiedersi: 'se vi fosse stato un governo europeo, l'Europa sarebbe entrata in guerra? In ogni caso, sarebbero i paesi europei oggi attaccati ad uno ad uno dal terrorismo? Infine, quale dovrebbe essere la politica estera dell'Unione, se vi fosse un governo europeo deciso a vincere la sfida del terrorismo globale?' L'Unione attuale non solo non ha una strategia adeguata, ma non ha neppure i mezzi per una propria politica estera. Al contrario, una strategia americana esiste e sta producendo effetti rilevanti. Gli USA, dopo l'11 settembre 2001, hanno sferrato un attacco militare al regime islamico in Afganistan e a quello di Saddam Hussein in Irak. Queste guerre sono state vinte. Non il terrorismo, che è cresciuto e dilagato, colpendo obiettivi europei a Istanbul e a Madrid. Vi sono dunque buone ragioni per proporre piani alternativi. Tuttavia, la risposta dell'Unione è già scritta in un trito copione. Si intensificheranno e si coordineranno i controlli 'nazionali' di polizia. Si chiuderanno ulteriormente le frontiere. Ma non si creerà alcun governo europeo capace di agire. Il coordinamento delle misure nazionali è un palliativo. Alla lunga, il terrorismo si vince solo se si estirpano le cause che lo provocano, ottenendo la solidarietà di tutte le popolazioni coinvolte con la forza della democrazia e dello stato di diritto. Negli anni settanta, in Italia e in Germania, il terrorismo è stato vinto grazie al ripudio dalla società civile. Ora, la medesima lotta va fatta su scala internazionale. Si tratta di un compito gigantesco, che impegnerà la politica europea per i prossimi decenni. La cooperazione euro-mediterranea attuale non basta. L'Europa deve lanciare un grande piano per la pace, la solidarietà e lo sviluppo del Mediterraneo, del Medio Oriente e dell'Africa. Non lo ha fatto nel passato. Ha lasciato che il conflitto tra Israele e Palestina si incancrenisse. Ha aspettato che fossero gli USA a togliere le castagne dal fuoco. Ma la pace nel Mediterraneo è un problema prima di tutto europeo. Oggi, l'Unione europea non ha i mezzi adeguati per affrontare la nuova realtà mondiale. L'economia si è globalizzata. La società, compreso il crimine organizzato, è interdipendente su scala mondiale. Solo giganti continentali, come gli USA, la Cina, l'India e la Russia riescono a far valere la loro volontà. Ma l'Europa resta divisa in piccoli stati nazionali (25 nani), ciascuno dei quali si illude di fare una propria politica estera. L'Europa non può parlare al mondo con una sola voce perché non esiste un governo europeo. In questo momento grave, vi è una sola cosa che i partiti europei dovrebbero fare per dare ai cittadini una speranza. Nello scorso dicembre, i governi nazionali, a Bruxelles, hanno fatto fallire il progetto di Costituzione europea. Meschini interessi di parte sono prevalsi sull'interesse europeo. Ebbene, il Parlamento europeo e, in Italia, il Parlamento italiano, approvino subito il progetto di Costituzione europea. I cittadini europei chiedono una Costituzione. I loro rappresentanti abbiano il coraggio di affermare la volontà di pace, di democrazia e di unità che solo una Costituzione può garantire. (in collaborazione con il Movimento federalista europeo) Campagna "La costituzione europea con chi ci sta" Sostieni l'appello rivolto al Parlamento italiano ed europeo www.mfe.it/costituzione
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