religioni e non violenza.



RELIGIONI E NONVIOLENZA

	Mi è rimasta in mente una frase del Presidente della Repubblica
SANDRO PERTINI: " Non c'è odio più tremendo di quello religioso". E non si
può negare che tante piccole vicende storiche, antiche  e moderne, possano
dargli ragione.
	A me sembra vero, però, anche il contrario: "Non c'è forza più
grande di pace e di amore di quella religiosa".
	Per quanto riguarda la religione cristiana, fa testo il Vangelo,
con parole che Dio solo poteva escogitare: "A voi miei amici dico: <<Non
temete coloro che uccidono il corpo>>" (Lc 12,4); "Fu detto: << Amerai il
tuo prossimo e odierai il tuo nemico>>. Ma io vi dico: << Amate  i vostri
nemici; pregate per i vostri persecutori>>" (Mt 5,43-44); "Questo è il mio
comandamento: che vi amiate gli uni con gli altri, come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"
(Gv 15,12-13); "Rimetti la spada nel fodero perché tutti quelli che mettono
mano alla spada periranno di spada" (Mt 26,52); "Gesù diceva loro: <<
Andate; ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi" (Lc 10,3) ecc.
	Non c'è dunque  da meravigliarsi se Ghandy scrisse nel suo libro
"Antiche come le montagne" che aveva appreso la nonviolenza da Gesù Cristo,
attraverso Tolstoi. Anche se poi, notava, i cristiani, in gran parte, hanno
cambiato idea.
	C'è, tuttavia, un patrimonio di nonviolenza, come dottrina e come
prassi, nei primi tre secoli della chiesa. C'è la splendida figura si s.
Massimiliano obiettore  martire nel 295 dopo Cristo, per il motivo
semplice: "Sono cristiano, non posso fare il soldato" (vedere il volumetto
<< "Un santo antico e moderno: Massimiliano obiettore", a cura di p. Angelo
Cavagna, pp. 64, euro 4, presso GAVCI- Tl e fax 051.6344671).
	Vi è confermata  nella "Dottrina  Apostolica" di Ippolito Romano,
che rifletteva la prassi della primitiva chiesa mediterranea, al centro
(Roma e dintorni), che diceva: "Il soldato subalterno non deve uccidere
nessuno. Se riceve un ordine del genere, non deve eseguirlo e non deve
prestare giuramento. Se non accetta tale condizioni, sia respinto. Chi ha
potere di vita e di morte sugli altri o il magistrato di una città, che
porta la porpora come emblema della sua autorità suprema, deve dare le
dimissioni, altrimenti venga respinto. Il catecumeno o il fedele che
vogliono arruolarsi e fare il soldato vengano respinti, perché hanno
disprezzato Dio" (n.16).
	Dopo la svolta costantiniana (sec IV) fu ammessa e si diffuse la
cosiddetta <dottrina della guerra giusta>.
	Oggi invece c'è un ritorno alla nonviolenza radicale, nel fenomeno
degli obiettori, molti dei quali cattolici, sostenuti e difesi da
personaggi come don Milani, p. Balducci e altri. Tale svolta è presente
anche nella teologia morale; si veda proprio la "rivista di teologia
morale" (n.133, gennaio -marzo  2002, pp. 11-47, presso EDB, Via Nosadella
6, 40123 Bologna- Tl 051.4290011 e Fax  051.4290099). Si vedano anche i due
libri "Convertirsi alla nonviolenza?- Credenti e non credenti si
interrogano su Laicità  Religione Nonviolenza" a cura di Matteo Socci (pp.
184, euro 14; Il segno di Gabrielli Editori, 2003, Via Cengia 67- 37020
Negarine di S. Pietro in Cariano-Verona; Tl e Fax 045/7725543) e "La
nonviolenza nelle religioni- Dai testi sacri alle tradizioni storiche" di
Daniel L. Smith Cristopher (pp. 224, euro 13- Editrice Missionaria Italiana
- EMI della Coop. SERMIS, Via di Corticella 181, 40128 Bologna- Tl
051.326027; Fax 051.327552).
	Soprattutto c'è un mondo cattolico- sociale impegnato nei movimenti
della solidarietà e della pace, e con personalità viva come don Tonino
Bello. Di lui, Il Consiglio Nazionale di Pax Cristi riunito a Firenze nel
dicembre 2003, a conclusione della "Lettera aperta ai credenti e alle
comunità cristiane" dal titolo "Farsi eco della Profezia della
Nonviolenza", ha citato la seguente frase: "Come nei primi tempi del
cristianesimo i martiri stupirono  il mondo per il coraggio, così oggi la
chiesa (ogni chiesa n. d. r.) dovrebbe fare ammutolire i potenti della
terra per la fierezza con cui, noncurante della persecuzione, annuncia,
senza sfumare le finali come nel canto gregoriano, il Vangelo della Pace e
la Nonviolenza".
	Ancor più significativa, secondo me, è la posizione magistrale
assunta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) nel nuovo Catechismo
degli Adulti "La verità vi farà liberi": esclusione totale della <pena di
morte> e di ogni soppressione della vita umana, dall'aborto alla guerra e
all'eutanasia; urge l'educazione del popolo alla difesa nonviolenta;
propone l'abolizione pura e semplice della guerra e degli eserciti; ammette
un Corpo di Polizia Internazionale alle dipendenze dell' ONU; dichiara
anacronistica la pretesa di alcuni stati di ritenere assoluta la propria
sovranità; auspica  istituzioni sovranazionali a garanzia di giustizia e
pace per tutti i popoli. Credo sia il Catechismo più avanzato, in materia
di pace e nonviolenza, a livello mondiale.
	Purtroppo la mentalità comune, anche nel clero e specialmente nei
politici, mi sembra ancora lontana da una  svolta forte e chiara nel senso
della nonviolenza.
	Plaudo all'opera costante e, in particolare, a questa iniziativa
culturale di nonviolenza del Partito di Rifondazione Comunista. Esprimono
nel contempo, l'auspicio che esso si avvicini sempre più al ricco
patrimonio spirituale e alla difesa integrale della vita umana propri del
pensiero e del movimento sociale cristiano.

p. Angelo Cavagna
presidente del G.A:V.C.I.