Oscuramento di MEDYA TV



UIKI-ONLUS

Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia





Hanno messo a tacere la voce della libertà e della pace:

gli standard della Turchia arrivano fino al cuore dell'Europa.



Il comitato per le licenze radio-televisive (CSA) francese ha bloccato e
annullato le trasmissioni di Medya TV dando come motivazione che si
tratterebbe della continuazione di Med TV, l'emittente televisiva kurda che
già era stata chiusa.

Medya TV che ha iniziato a trasmettere il 30 luglio 1999, aveva già fatto
richiesta per la licenza di trasmissione, che il CSA non aveva accettato,
così il caso fu trasmesso dagli avvocati di Medya TV alla Corte di
cassazione francese.

A seguito dell'udienza che si è tenuta ieri mattina, la Corte francese ha
confermato la decisione del CSA a non concedere la licenza di trasmissione
a Medya Tv. La sentenza della Corte è stata comunicata ieri alla sede di
Parigi di Medya Tv.

Contemporaneamente la Corte ha mandato una lettera alla società "ABSAT",
attraverso la quale Medya Tv è collegata, con la richiesta di cessare
subito le trasmissioni dell'emittente kurda. Immediatamente dopo, senza
concedere di trasmettere almeno una comunicazione, le trasmissioni sono
state interrotte a mezzogiorno.

L'Amministrazione di Medya Tv, emittente che trasmetteva tramite satellite
in 77 paesi, ha fatto una dichiarazione sulla decisione d'oscuramento
dell'emittente definendo la decisione come un assalto ai diritti umani e al
diritto di trasmissione.

Il Consiglio d'amministrazione, riunitosi subito dopo la cessazione delle
trasmissioni, ha criticato la decisione e dichiarato di essere fortemente
preoccupato per la nuova aria che si respira anche in Europa nei confronti
dei kurdi.  Nel comunicato si legge che: "Medya tv è diventata la voce dei
kurdi e dei popoli del Medioriente, conquistandosi un posto nel loro
cuore".   Infatti, "la cessazione dell'attività di Medya Tv non è solo una
restrizione al diritto di trasmissione, ma è anche contro i diritti umani.
Ci si aspetta che in molti alzeranno la voce contro questa decisione, ma
soprattutto le associazioni di stampa e dei diritti umani. Attraverso
decisioni politiche non si può mettere a tacere la voce della libertà e
della pace."

Il fatto che, la decisione del CSA cada a due giorni dal quinto
anniversario, il 15 febbraio, del rapimento di Abdullah Ocalan, leader del
popolo kurdo, lascia molto sorpresi e preoccupati. Non è un caso che la
prima televisione kurda, MedTv, fu messa a tacere il 22 marzo 1999. Tanto
meno ci sentiamo sorpresi del fatto che nei prossimi giorni proprio Jacques
Chirac si recherà in visita in Turchia.

Piovono le reazioni contro la decisione: i kurdi intervenendo in diretta
alla radio "Voce della Mezopotamia" o tramite il quotidiano "Ozgur
Politika" hanno espresso tutta la loro indignazione.

La vice presidente dell'Associazione per i diritti umani (IHD), l'Avv.
Reyhan Yalcindag ha dichiarato che è una violazione del diritto di
trasmissione e delle libertà di comunicazione.  Invece, la KON-KURD,
confederazione delle organizzazioni kurde in un comunicato ha dichiarato
che si tratta della continuazione del complotto internazionale, che con
l'arresto di Abdullah Ocalan vide il suo momento più critico. Per YRK,
l'Unione dei giornalisti kurdi la decisione è totalmente ingiusta e
soprattutto politica, visto l'importanza del periodo che i kurdi stanno
vivendo.

Domani, nel corso nella manifestazione che vedrà scendere sulle strade di
Stasburgo centinaia di migliaia di kurdi e kurde per protestare in
occasione del quinto anniversario del rapimento e imprigionamento di
Abdullah Ocalan, tenuto da solo nel carcere isola di Imrali in condizioni
di rigido isolamento, si coglierà l'occasione di denunciare anche
l'ingiustizia perpetrata dal CSA contro il popolo kurdo.



Roma, 13 febbraio 2004





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