ROSENSTRASSE: UNA FALSIFICAZIONE ?



ROSENSTRASSE
Si tratta di uno degli episodi di resistenza efficace da parte di cittadini
tedeschi - donne sposate o imparentate ad uomini ebrei già arrestati -
contro la persecuzione razzista.
E' narrato nel libro di Nina Schröder, "Le donne che sconfissero Hitler",
Pratiche editrice, Milano 2001. Sullo stesso significativo fatto esiste il
libro di Nathan Stoltzfus, "Resistance of the Heart: intermarriage and the
Rosenstrasse protest in Nazi Germany", pubblicato nel 1996 (traduzione
francese: "La Résistance des coeurs", Phoebus, 2002).
La regista Margarethe von Trotta ha presentato nel settembre 2003 al
Festival di Venezia un film su questo episodio, intitolato "Rosenstrasse",
nome della via di Berlino in cui seimila donne sostarono per sei giorni, nel
febbraio-marzo 1943, costringendo infine Göbbels e Hitler a liberare i
1.700-2.000 uomini ebrei, una parte dei quali già internati in lager.
Dice la regista: «Il fatto dimostra che in quel periodo si poteva davvero
agire contro il nazismo se si fosse stati più coraggiosi» ("La Stampa", 7
settembre 2003).
Il film è andato in programmazione in Italia il 27 gennaio 2004, giornata
della memoria della Shoà, ma subito mi ha sorpreso perché il fatto
risolutivo sembra nel film la concessione drammatica di favori sessuali da
parte di Lena von Eschenbach (una delle mogli di ebrei) a Göbbels.
Lo storico Ekkehart Krippendorff, interpellato, mi informa il 31 gennaio che
in Germania c'è una forte polemica per questa concessione della regista ad
aspetti pruriginosi, riducendo la realtà storica dal politico al personale
privato.
Il direttore del "Zentrum für Antisemitismusforschung" della Technische
Universität, Wolfgang Benz, ha scritto un articolo molto aspro contro il
film e ha fatto riferimento a un'analisi molto approfondita sul caso fatto
dal suo istituto che contraddice l'interpretazione sentimentale.
Enrico Peyretti
http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti
http://www.arpnet.it/regis
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