(Fwd) [noomc-it] 11 settembre: il Reichstag di Bush - libro



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Subject:        	[noomc-it] 11 settembre: il Reichstag di Bush - libro

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11 settembre: il Reichstag di Bush - libro


titolo: "11 settembre: il Reichstag di Bush" di Robin De Ruiter -
Zambon editore - 160 pagine 12 euro


Berlino, 1933 / New York, 2001


Molto è già stato scritto sui ristretti gruppi di comando che 
manovrano dietro le quinte per imporre la globalizzazione e con essa
un nuovo ordine mondiale. Si tratta qui dei gruppi di comando delle
grandi imprese, delle istituzioni mediatiche e finanziarie, così come
dei vertici della politica. Tali gruppi controllano strettamente 
anche
gran parte delle organizzazioni non governative (ONG) e delle società
più o meno occulte, nelle quali vengono messi a punto dei piani per
sovvertire l'odierno ordinamento del mondo.

Secondo il premio Nobel George Wald, nel mondo occidentale non 
comandano i governi. Essi servono solo come manovali delle grandi
concentrazioni finanziare e industriali che sono le vere detentrici
del potere. Esistono dozzine di giganti multinazionali e
transnazionali; oggi siamo testimoni delle più grandi concentrazioni
di potere e ricchezza mai esistite nella storia dell'umanità. Non si
tratta di imprese commerciali, si tratta di potenze mondiali, questo
dice il biochimico George Wald.

Nel mio libro del 1989 El poder oculto detras de la Nueva Orden 
Mundial (Ristampa: Ediciones Paulinas, México 2002) viene spiegato 
che
queste potenze mondiali hanno deciso non solo di dare il via alla
globalizzazione, ma hanno anche pianificato in tutta segretezza un
nuovo ordinamento mondiale. Queste potenze vengono a loro volta
controllate da un numero ristretto di persone, relativamente
sconosciute al grande pubblico. Esse decidono chi potrà avere un
lavoro e chi invece dovrà vivere in povertà, che cosa verrà prodotto,
come saranno impiegate le ricchezze. Il libro si basava su dozzine di
interviste e colloqui personali che ho condotto negli Stati Uniti nel
1989, con alcune persone direttamente coinvolte e con altre che erano
riuscite, attraverso contatti personali, ad intuire la vera natura 
del
potere. Grazie al loro aiuto ho potuto prevedere diversi episodi che
fanno parte del piano per portare alla creazione dello stato di
controllo mondiale e dittatoriale. Purtroppo molti degli avvenimenti
che avevo allora pronosticato (per nostra fortuna non tutti) si sono
avverati!

Si può ritenere un caso il fatto che le mie fonti avessero annunciato
già nel 1989 una guerra in Europa (guerra dei Balcani)?[1]

Nella stessa data avevo previsto, sulla base delle stesse 
informazioni, il nuovo conflitto in Medio Oriente che imperversa
dall'inizio del XXI secolo. Le mie fonti hanno anche "profetizzato" 
lo
scatenamento di una guerra in Sud America, da parte dei baroni della
droga. In Colombia è oggi alle porte un secondo Vietnam. La maggior
parte dei mezzi d'informazione sostiene che il governo colombiano
verrebbe attaccato da gruppi di guerriglieri di sinistra. Tali organi
d'informazione si limitano a riportare fedelmente le veline del
governo USA e di quello colombiano. La verità è diversa. In Colombia
operano effettivamente diversi gruppi di guerriglieri che lottano per
strappare delle riforme politiche ed economiche e che combattono 
ormai
da anni contro le truppe governative. Il più grande di questi è la
FARC (Forza Armata Rivoluzionaria della Colombia). Nonostante
l'autorità nordamericana per la lotta alla droga abbia dovuto
ammettere che finora "esistono pochissimi indizi sulla partecipazione
dei rivoluzionari al traffico della droga", i governi degli USA e
della Colombia sostengono invece all'unisono che la FARC sia 
coinvolta
in questo traffico. Il piano nordamericano di intervento militare
"Colombia", dal costo di 1,3 miliardi di dollari, servirebbe a
combattere questi "terroristi della droga". La droga ha 
effettivamente
un ruolo molto importante nella guerra civile. I più grandi 
produttori
di droga sono però, guarda caso, proprio i militari colombiani, i
paramilitari di destra ed i grandi proprietari terrieri che vengono
apertamente sostenuti dal governo colombiano e degli USA. [1]

L'ex pilota della CIA Terry Reed portò droga e soldi dalla Colombia 
in
Arkansas. Nel suo libro "Compromised: Clinton, Bush & CIA" egli 
rivela
un incontro segreto della CIA, durante il quale erano presenti Bill
Clinton, Oliver North e l'assistente della CIA di George Bush. Per 
vie
segrete ogni settimana venivano portati oltre 9 milioni di dollari in
Arkansas e li "ripuliti"! Questo libro denuncia apertamente la
famiglia Bush come commercianti di droga e descrive inoltre come Bill
Clinton abbia utilizzato le proprie amicizie politiche nello stato
dell' Arkansas per facilitare il traffico della droga operato dalla
CIA. Sui collegamenti tra l'allora presidente nordamericano George
Bush con la congiura mondiale si potrebbe scrivere un libro intero. 
Le
sue torri di trivellazione petrolifera Zapata sono state utilizzate
per contrabbandare la droga negli Stati Uniti. La droga veniva
scaricata sulla piattaforma petrolifera davanti alla costa del Texas.
I piccoli natanti che arrivavano dalle piattaforme non venivano
controllati dalla dogana. Si riferisce inoltre che il figlio di 
George
Bush sarebbe stato osservato mentre controllava personalmente 
l'arrivo
della droga da una base dell'aeronautica militare dell'esercito
nordamericano! (ferry Reed, Compromised: Clinton, Bush & the CIA,
Lincoln 1994, 32).

Il traffico mondiale della droga non è soltanto, dopo il petrolio, il
secondo ramo industriale per fatturato a livello mondiale (cifra
d'affari valutata in $500 miliardi all'anno), ma serve anche a
schiavizzare le persone per privarle, un giorno non lontano, di tutti
i loro diritti. Esistono prove che le élites fanno di tutto per
facilitare l'ingresso dei giovani nel mondo della droga. L'élite ha
interesse a rendere dipendente il maggior numero possibile di 
persone,
per minare il loro spirito e confondere i loro pensieri. Non è 
affatto
improbabile, quindi, che i maggiori centri governativi abbiano
impartito alla polizia l'ordine di non arrestare i grandi trafficanti
di droga e di non distruggere le cosiddette "Crack Houses". Soltanto
ammettendo una simile ipotesi si riesce a spiegare il fatto che,
malgrado le enormi possibilità investigative rese oggi possibili 
dalla
tecnologia moderna, i trafficanti di droga continuino allegramente i
loro lucrosi affari. Per gli investigatori è molto frustrante, quando
si rendono conto dell'enorme discrepanza fra quello che essi
potrebbero ottenere nella loro lotta contro la criminalità della 
droga
(se non avessero le mani legate dai loro superiori) e quanto poco
invece riescono effettivamente a realizzare. Che non si tratti di un
fenomeno limitato agli Stati Uniti sembra essere dimostrato anche da
alcuni inquietanti episodi denunciati da un commissario di polizia
ticinese che coinvolgerebbero la "incorruttibile" Carla Del Ponte.[2]

Il Presidente nordamericano George W. Bush ha adottato, sin dal suo
insediamento, un atteggiamento più duro verso la FARC, definendo i
suoi membri tout court come "terroristi" proprio mentre erano in 
corso
i bombardamenti contro l'Afghanistan.[3]

Il governo nordamericano descrive la Colombia ed i suoi vicini 
Venezuela, Bolivia, Ecuador e Pero come "una regione la cui 
sottomissione economica è necessaria per la supremazia mondiale". Il
vero obiettivo che il governo USA si prefigge di raggiungere
attraverso il "Piano Colombia" è quello di aprire la Colombia e gli
altri paesi ai complessi multinazionali. Il vero interesse dell'élite
mondiale per questi paesi non si limita allo sfruttamento delle 
grandi
riserve di oro, petrolio e carbone fossile: attraverso l'inserimento
della zona nordamericana di libero commercio (FTAA) - programmato per
il 2005- aumenterà l'importanza strategica della Colombia come asse 
di
trasporto nord-sud.

Le mie fonti avvertivano inoltre che, dopo le sorprendenti 
trasformazioni che si sono realizzate di recente nel mondo attuale,
saremmo stati testimoni, a partire dal 2000, di una sequenza
ininterrotta di notevoli cambiamenti, con conseguenze che porteranno
ad una svolta profonda nella vita di tutti noi. Gli attentati
terroristici a New York e Washington dell'11 settembre 2001, di cui 
ci
si ricorderà a lungo, ed i cui veri responsabili sono ben lungi
dall'essere stati scoperti, rappresentano l'occasione propizia per
imporre all'umanità intera quei radicali cambiamenti che le mie fonti
avevano già allora previsto.

A partire dall'11 settembre 2001 ci stanno guidando a passi veloci
verso il cosiddetto nuovo ordinamento mondiale, un eufemismo questo
che è in realtà sinonimo di dittatura mondiale. Dall'11 settembre
l'élite dominante negli Stati Uniti e nei paesi satelliti sta minando
i diritti democratici fondamentali - con conseguenze che oggi 
possiamo
soltanto immaginare. Corriamo tutti il pericolo, prima ancora di
esserci resi conto di essere stati ingannati, di vederci privare di
tutti quei pochi diritti che l'umanità si era conquistata durante
secoli di lotte contro il potere. Molto presto le società strutturate
come quelle che oggi conosciamo saranno soltanto un ricordo. Si è
iniziato investendo il danaro necessario per imporre un docile attore
alla presidenza (Stati Uniti) o portando al governo (Italia) un
partito-fantasma, che esiste soltanto nei budgets pubblicitari dei
grandi mezzi di comunicazione e si finirà presto per entrare in
un'epoca buia e sadica, nella quale la massa degli esseri umana
correrà il rischio di venir sostanzialmente ridotta in schiavitù.

Per il consolidamento del nuovo ordinamento mondiale pianificato 
serve
assolutamente il controllo sulle scorte petrolifere mondiali. Potere
sul petrolio significa potere su tutto il mondo.

Non è certo per caso che, durante lo scorso decennio, si siano accesi
violentissimi e cruenti scontri per il controllo delle grandi riserve
petrolifere e di gas delle nuove repubbliche dell'Asia Centrale:
Turkmenistan, Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirgizistan.[4] 
Non
è sicuramente per caso che in tutte le regioni interessate da nuovi
progetti petroliferi scoppino sempre delle guerre civili. Come 
esempio
citerò, tra gli altri, le guerre in Cecenia, Kurdistan, Dagestan,
Nagorni Karabach e in Georgia.

Tutti gli elementi di disturbo: individui, partiti, diverse visioni
del mondo, religioni e nazioni che oseranno ostacolare questi piani 
di
dominio si troveranno automaticamente sulla lista nera e verranno
duramente repressi. Tutti i paesi che vorranno conservare la propria
indipendenza e che quindi tenteranno di opporsi al nuovo ordinamento
mondiale verranno o sottomessi o cancellati dalla carta geografica
(l'esempio jugoslavo è paradigmatico).

A partire dall'11 settembre la cosiddetta "guerra al terrorismo" è un
argomento di pubblico dominio. Proprio mentre migliaia di famiglie
soffrivano per le conseguenze dell'atto terroristico alle torri
gemelle, qualcuno stava già sfruttando la tragedia come trampolino di
lancio per una nuova guerra.

È importante sapere che questa guerra non è nata all'improvviso: essa
era già stata pianificata in precedenza, come dimostreremo in 
seguito.

All'indomani dell'11 settembre il Ministro nordamericano alla Difesa
Paul Wolfowitz annunciò per primo che non ci sarebbe stata solo una
ritorsione: "Sarà una campagna militare e non una singola azione".
Wolfowitz disse esplicitamente: "Bisogna eliminare gli stati che
sostengono il terrorismo." Con questo intendeva riferirsi a tutti 
quei
regimi che gli USA non riuscivano a controllare o direttamente, o
attraverso i loro delegati.

Ma chi ha davvero realizzato gli attentati?

Se ci lasciassimo guidare dalla logica induttiva e se facessimo 
semplicisticamente coincidere la risposta alla domanda "cui prodest?"
con la responsabilità degli attentati non avremmo dubbio alcuno
nell'attribuire al governo nordamericano la cinica e criminale
responsabilità degli avvenimenti. Ma un processo induttivo non può
essere ritenuto sufficiente per creare delle certezze.

Con questo studio cerco di informare il lettore e di stimolarlo alla
riflessione sulle reali responsabilità riguardo agli attacchi che 
sono
stati portati al cuore economico e militare degli USA attraverso una
serie di quesiti. Questi quesiti sono rimasti sinora senza una
risposta plausibile diversa da quella che gli attentati sono stati
forse commissionati o addirittura anche eseguiti dalle autorità degli
USA, ma sicuramente da esse almeno tollerati e coperti. Le
informazioni, raccolte in questo libro, contengono esclusivamente
fatti resi pubblici dagli organi d'informazione internazionale.

Spero che grazie a questo libro la politica del mondo occidentale,
così come quella del mondo islamico e dello stato d'Israele verranno
osservate, studiate e giudicate in maniera sempre più critica, senza
pregiudizi e al di fuori di schemi tradizionali.


[1] International Press Service del 22 agosto 1995
[2] Fausto Cattaneo, Deckname Tato, Pendo, Zurigo 2001
Pagina 197: "TI conflitto con Carla del Ponte è inevitabile. Lei non
vuole assolutamente vedere Escobar junior in un carcere svizzero."
Pagina 377: "La nomina di Carla Del Ponte a Pubblico Ministero al
Tribunale Internazionale dell'Aia nell'agosto 1999 rappresentò il
coronamento di una carriera che si è sempre realizzata nel segno 
della
politica." [3] Financial Times Deutschland del 26 ottobre 2001 [4]
Financial Times Deutschland del 26 ottobre 2001


Indice dei capitoli del libro:

1 - La guerra contro l'Afganistan
2 - Il pretesto
3 - Antiamericanismo 
4 - Il carbonchio
5 - Il capro espiatorio
6 - Il volto terribile dei servizi segreti
7 - Terrore contro il proprio paese
8 - Gli attentatori suicidi
9 - Dichiarazione di guerra del mondo civilizzato
10 - Guerra
11 - Hollywood
12 - Osama bin Laden un eroe dell'Islam o una canaglia al servizio
della CIA 13 - Come evitare il rischio di una futura dittatura
mondiale?




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