Re: Il Papa censurato sul terrorismo



Mi scuso, volevo inoltrare ad un amico il pezzo, invece l'ho mandato in lista!
G.



A 10.22 23/12/2003 +0100, vous avez écrit :
>Caro Roberto,
>                        con gli auguri natalizi ti inoltro questo pezzo che
>mi pare buono. Non so se sia una esegesi esatta del messaggio del Papa, ma
>a mio parere dice cose ovvie e sacrosante.
>
>Cari saluti
>Giuseppe
>
>
>
>A 20.43 22/12/2003 +0100, vous avez écrit :
>>Il messaggio per la giornata della pace
>>
>>GIOVANNI PAOLO II:
>>LA FORZA DEL DIRITTO COME VIA PER LA PACE
>>di Michele DI SCHIENA
>>   Quando le parole del Papa sui grandi temi della pace e della giustizia
>>sociale suonano poco gradite agli orecchi dei nostri governanti, agli amici
>>senza riserve della Casa Bianca e dei "signori" dell'informazione, ecco che
>>queste parole vengono ignorate dalla politica che conta, non trovano
>>adeguato spazio sulla grande stampa, sfuggono all'attenzione degli
>>opinionisti "benpensanti" e restano fuori dai salotti televisivi dei Vespa
>>e dei Costanzo. E sì, perché ci sono forze politiche ed aree culturali che
>>professano un cattolicesimo di facciata con vocazioni di potere e dedito
>>alla pratica mercantesca di concedere alla Chiesa vantaggi "temporali" e di
>>assecondarla in qualche questione di principio per apparire meritevoli di
>>benevolenza e sostegno sul piano elettorale facendosi perdonare i grandi
>>peccati in materia di politica economica e militare, peccati non solo
>>teologicamente ma anche letteralmente "mortali" perché offendono la vita ed
>>i diritti inviolabili dell'uomo.
>>   Ebbene, questo cattolicesimo senza anima, che si serve dei sentimenti
>>religiosi per metterli a frutto nel grande bazar della politica nostrana,
>>quando si trova di fronte a messaggi pontifici che condannano la guerra,
>>invocano il rispetto del diritto internazionale e denunciano lo scandalo di
>>politiche responsabili della fame e delle sofferenze in danno di tanta
>>parte dell'umanità, allora questo cattolicesimo si rifugia nella
>>distrazione e si chiude nel silenzio come sta facendo in questi giorni dopo
>>la presentazione da parte del cardinale Renato Raffaele Martino del
>>messaggio pontificio per la giornata mondiale della pace che sarà celebrata
>>il 1° gennaio 2004.
>>   Con il suo messaggio sul tema "Un impegno sempre attuale: educare alla
>>pace" il Papa si rivolge questa volta anche agli "uomini e donne . tentati
>>di ricorrere all'inaccettabile strumento del terrorismo" e lo fa con parole
>>che condannano tale mezzo di lotta ma non le ragioni della lotta dal
>>momento che egli esorta i terroristi a rinnegare l'utilizzo di un metodo
>>che compromette "alla radice la causa per la quale" combattono. Ma c'è di
>>più: Giovanni Paolo II afferma che per vincere il terrorismo il "pur
>>necessario ricorso alla forza" non può mai giustificare la rinuncia ai
>>principi dello stato di diritto ed al rispetto dei fondamentali diritti
>>dell'uomo. Esso deve poi essere "accompagnato da una rigorosa e lucida
>>analisi delle ragioni soggiacenti agli atti terroristici" e da un impegno
>>inteso a rimuovere "le cause che stanno all'origine di situazioni di
>>ingiustizia dalle quali scaturiscono sovente le spinte agli atti più
>>disperati e sanguinosi". E' un insegnamento questo che si pone a distanze
>>siderali dal quel baldanzoso e militaresco "noi li fronteggeremo"
>>pronunciato dal cardinale Ruini nella sua omelia per i funerali delle
>>vittime dell'attentato di Nassirija e si muove in direzione diametralmente
>>opposta a quella della politica di Bush e del nostro governo.
>>  Ma andiamo al cuore del messaggio pontificio che è la denuncia della
>>"tentazione di fare appello al diritto della forza piuttosto che alla forza
>>del diritto" e che proclama il valore del diritto internazionale come
>>strada maestra per assicurare la pace. Quel diritto internazionale che si
>>fonda sul grande principio di civiltà per il quale "pacta sunt servanda" e
>>che, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, ha avuto la sua
>>espressione più alta ed autorevole nelle intese con le quali gli Stati
>>hanno dato vita all'organizzazione e allo statuto delle Nazioni Unite con
>>l'introduzione di un sistema incentrato sul divieto della forza. Un divieto
>>con due sole eccezioni: quella del diritto naturale alla legittima difesa,
>>da esercitarsi in via provvisoria e rigorosamente nei modi  previsti dalle
>>Nazioni Unite, e quella del sistema di Sicurezza Collettiva che demanda al
>>Consiglio di Sicurezza (e non quindi ad altri organismi, Nato compresa) la
>>responsabilità per il mantenimento della pace con possibili interventi di
>>contingenti armati di diversa nazionalità ma sempre sotto un comando
>>facente capo al medesimo Consiglio. L'Onu poi - nel pensiero del Papa -
>>necessita di una appropriata riforma che ne assicuri l'efficace
>>funzionamento ma conserva piena e preziosa validità anche perchè ha
>>contribuito a promuovere il rispetto della persona umana, la libertà dei
>>popoli e lo sviluppo, ideali questi che sono oggi largamente diffusi e
>>condivisi.
>>  Per il suo contenuto profeticamente alternativo rispetto alle politiche
>>dominanti in Occidente e nel nostro Paese il messaggio sulla pace di
>>Giovanni Paolo II è un documento-guida per tutti coloro, credenti e non
>>credenti, che lavorano per un "nuovo mondo possibile" fondato non sulla
>>forza ma sul diritto, un diritto interno ed internazionale che riconosca,
>>tuteli e promuova i diritti fondamentali di ogni uomo e di tutti gli
>>uomini. Ci sono allora le condizioni perché il prossimo 1° gennaio possa
>>essere vissuto come la giornata della Pace non solo dai cristiani ma anche
>>da tutti gli uomini di "buona volontà".
>>  Brindisi, 19 dicembre 2003
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