frase di Samuel ADAMS "Accucciati e lecca le mani che ti nutrono...Crouch down and lick the hands which feed you..."



Torna alla mente la frase di Samuel Adams:
"If ye love wealth better than liberty, the tranquility of servitude better
than the animating contest of freedom, go home from us in peace. We ask not
your counsels or your arms. Crouch down and lick the hands which feed you.
May your chains set lightly upon you, and may posterity forget that ye were
our countrymen."
Che in italiano suona così: "Se ami la ricchezza più della libertà, la
tranquillità dell'asservimento al vivace cimento della libertà, vai, in
pace, cercati un'altra casa. Non chiediamo i tuoi consigli né le tue
braccia. Accucciati e lecca le mani che ti nutrono. Possa il peso delle tue
catene esserti lieve e possano i posteri dimenticare che fosti uno di noi".

Dal Diario della resistenza irachena, www.iraqlibero.net, 13 novembre 2003:
"19 italiani sono morti a Nasiriyah nel maggiore attacco subito dalle forze
armate di questo paese dalla seconda guerra mondiale. Le azioni della
resistenza si ampliano ad altri contingenti d'occupazione mentre gli USA
richiedono che altri 14 paesi inviino truppe in Iraq (Nota informativa CSCA,
Comitato di Solidarietà con la Causa Araba, web: 13-11-03)"
(www.iraqlibero.net/pag/diario/htm).
L'identità si costruisce per appartenenza ed esclusione, per affinità e
differenze.
Per gli italiani ideatori del sito web è www.iraqlibero.net l'Italia è
"questo paese" e in fin dei conti hanno ragione e fanno bene a prendere le
distanze dallo stato in cui sono nati, vivono e operano: ai loro occhi è
terra straniera e infida, finché tenta di far parte dell'Occidente, ed
estranei per interessi e valori i connazionali.
Costituiti in Comitato Promotore, questi italiani hanno creato
www.iraqlibero.net per realizzare due iniziative. La prima si chiama "10
euro per la resistenza irachena" ed è una campagna internazionale di
sottoscrizione organizzata dal Campo Antimperialista (vedi
www.antiimperialista.org, un sito utile anche per capire il contesto
culturale e politico che ispira il Comitato Promotore). Si tratta di una
raccolta di fondi da devolvere "alla Alleanza Nazionale Irachena
(Opposizione Patriottica), il cui presidente è Jabber al Kubaysi, al tempo
fondatore del partito Baath, dalla metà degli anni '70 noto oppositore di
sinistra del regime di Saddam Hussein. Garante di questa raccolta è Awni Al
Kalemji, primo rappresentante all'estero della Resistenza. Il compagno Awni
fondò negli anni '60, insieme a George Habash, il movimento panarabista
Quamiyun, da cui poi nacque il Fronte Popolare di Liberazione della
Palestina" (www.iraqlibero.net/pag/10e.htm). Nella stessa pagina web sono
indicati un conto corrente postale e uno bancario ai quali è possibile
inviare il contributo, specificando come causale "IRAQ".
La seconda iniziativa è una manifestazione nazionale, da svolgersi a Roma il
13 dicembre prossimo, per esprimere solidarietà "Con il popolo iracheno che
resiste": questo l'appello lanciato dal Comitato Promotore che spiega: "noi
riteniamo la resistenza irachena legittima, non solo sul piano morale, ma
anche su quello politico. È l'occupazione militare angloamericana, come
quella israeliana in Palestina, illegale e illegittima. (...) Se gli
occupanti angloamericani saranno cacciati, se il popolo iracheno riuscirà a
liberarsi di loro, le pretese imperiali e imperialiste nordamericane, l'idea
di trasformare il mondo intero nel loro orto di casa, subiranno un colpo
fatale. La sconfitta degli occupanti angloamericani sarebbe dunque una
vittoria per tutti coloro che nel mondo lottano per la democrazia"
(www.iraqlibero.net/pag/app13.htm).
Centinaia di persone hanno aderito all'appello: nell'elenco aggiornato al 27
novembre 2003 figurano numerosi docenti universitari - Angelo del Boca,
Angelo d'Orsi, Franco Cardini, Domenico Losurdo... - e, tra i membri del
clero, don Andrea Gallo e Padre Jean M. Benjamin
(www.iraqlibero.net/pag/ades.htm).
Comprensibilmente molti italiani li ritengono dei "traditori". Al di là
delle emozioni, in effetti appaiono e sono altri e diversi, degli estranei.