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1 gennaio 2004: GIORNATA MONDIALE DELLA PACE a Faenza (Ra)
- Subject: 1 gennaio 2004: GIORNATA MONDIALE DELLA PACE a Faenza (Ra)
- From: GGATTA at RACINE.RA.IT (Ggatta at racine.ra.it)
- Date: Fri, 19 Dec 2003 16:29:23 +0100
DIOCESI DI FAENZA-MODIGLIANA Centro per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace, la Salvaguardia del Creato COMUNICATO STAMPA 1 gennaio 2004: GIORNATA MONDIALE DELLA PACE Guerra preventiva o diritto internazionale Sta finendo un anno dove è stato spazzato via, forse in maniera definitiva, il cardine giuridico che sorreggeva la pace uscita dalla seconda guerra mondiale. La Carta delle Nazioni Unite infatti aveva definito la guerra un "flagello" che la comunità internazionale si sarebbe impegnata a cancellare per sempre dalla storia umana. La Costituzione Italiana, ispirandosi volutamente alla Carta, aveva condotto lo stato italiano a "ripudiare la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali". Gli stati avrebbero avuto a disposizione altri mezzi - politici, diplomatici, giudiziari - per la promozione dei propri interessi e la soluzione delle controversie con gli altri stati. Oggi la guerra è diventata addirittura uno strumento pedagogico permanente: siccome domani potresti agire male, oggi, in via preventiva, ti bombardo! Oggi, capi di governo tornano a teorizzare che il nostro sistema sociale e culturale si può e si deve esportare sulla punta delle baionette! E dire che 40 anni fa Giovanni XXIII, nella Pacem in terris, era arrivato ad escludere la guerra (bellum) dalla convivenza umana in quanto ormai da considerarsi "alienum a ratione"! Facile latino per affermare che la guerra è ormai per alienati mentali, il rifugio di psicolabili affetti da fisime paranoiche. Domanda. Oggi, quando il Vescovo di Caserta Nogaro ci ha ricordato che l'apparato militare non può essere fatto di eroi e tanto meno di santi, è la sua, una voce fuori dal coro perché stonata, oppure perché profetica, "voce di colui che grida nel deserto."? La risposta a questa domanda condiziona anche la risposta alle domande successive. Dovremmo forse rassegnarci all'idea che la pace è una aspirazione utopistica, tipica degli adolescenti che amano scarpinare, dei mistici, dei visionari e della quale, giustamente, la politica e l'economia non ne tengono conto? Dovremmo forse abituarci alla guerra come ad un laico Natale che fa discendere dal cielo i suoi doni intelligenti, chirurgici ed avvolti nell'uranio evangelicamente impoverito, ma tenace nelle sue conseguenze radioattive? Una guerra nella quale la mutilazione dei corpi, la devastazione della vita quotidiana, la distruzione delle città e dell'ambiente naturale con il terrorismo, figlio specularmente perverso, sono ormai ingredienti scontati di uno spettacolo rituale che non deve suscitare più emozioni? Se non le emozioni incanalate contro il nuovo Nemico di turno? Ieri il Comunista, l'altro ieri l'Ebreo, oggi il Fondamentalista Islamico? Dovremmo forse considerare l'attuale impotenza del diritto internazionale e l'agonia dell'ONU un destino inevitabile? Dovremmo forse pensare che aggressività, conflitti, guerre - e quindi disuguaglianza, miseria, odio, terrorismo - sono componenti insopprimibili della storia umana? Dovremmo infine metterci tutti in riga e marciare compatti cantando in coro che, di nuovo, "l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa"? La nostra specificità di credenti starebbe nel fatto che l'elmetto lo indossiamo, ma con amore? Le bombe le gettiamo, ma senza odiare? Torniamo alla coscienza come ricettacolo morale delle buone intenzioni? Farisei ipocriti, dice il Gesù dei Vangeli! Sarà il clima natalizio, però preferiamo scommettere sulla profezia e leggere la storia con gli occhi di Maria, la madre di Gesù quando dice di Dio, l'Abbà: "ha disperso i prepotenti nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato i poveri, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi". Di seguito i momenti promossi oltre che dal Centro Diocesano, dall'Azione Cattolica Diocesana, da Pax Christi Faenza e dalla Parrocchia di S. Francesco per mettere a confronto queste domande, le nostre angosce e le nostre paure per quanto sta accadendo sulla scena internazionale. 29 dicembre, alle ore 21. Chiesa parrocchiale di S. Francesco in Faenza, con Don Renato Sacco di Pax Christi, appena tornato dall'Iraq. Ci immedesimeremo con il popolo iracheno ormai da tredici anni sofferente fin dalla prima guerra del Golfo. 31 dicembre, ore 21-23. Monastero di S. Chiara in Faenza, Messa e Veglia. Le Sorelle di S. Chiara ci coinvolgeranno nella loro spiritualità francescana in un cammino di ascolto, di silenzio, e di discernimento. Faremo memoria di Amalia Fleischer, perseguitata e morta a causa delle leggi razziali del 1938. 1 gennaio 2004, ore 16. Chiesa parrocchiale di S. Francesco in Faenza. Il francescano Danilo Salezze, responsabile della Commissione Giustizia Pace Salvaguardia del Creato e animatore della "Scuola della pace" per il Nord Italia, ci guiderà nella meditazione sul documento del Papa che ha tracciato i contenuti di questa giornata. Seguirà la Marcia per la Pace che si snoderà come ormai tradizione per le vie della città. Dopo una breve sosta al Tempietto della Memoria sul Lungofiume Amalia Fleischer, la giornata si concluderà in Cattedrale con la Celebrazione Eucaristica alle ore 18, presieduta dal Vicario diocesano Vasco mons. Graziani. Faenza, 16 dicembre 2003 Don Otello Galassi Responsabile del Centro Diocesano per la Pastorale Sociale, il Lavoro, la Giustizia e la Pace, la Salvaguardia del Creato Per contatti: Don Otello Galassi, tel. 0546.20246 Giorgio Gatta (Pax Christi), tel. e fax 0546.634280, cell. 329.9612857 ---------------------------------------------------------------- Pax Christi Faenza c/o Giorgio Gatta via Bendandi, 25 48018 Faenza RA Tel. e Fax 0546/634280 e-mail: ggatta at racine.ra.it ----------------------------------------------------------------
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