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a proposito di terrorismo
- Subject: a proposito di terrorismo
- From: "norma" <norma.b at libero.it>
- Date: Sat, 6 Dec 2003 11:03:00 +0100
Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti Abbiamo deciso di dare questo contributo al dibattito sui rapporti tra movimento - social forum - terrorismo con un certo voluto ritardo dopo i vari interventi che si sono succeduti alle dichiarazioni di Sergio Segio e di altri perché crediamo che non sia necessario tanto replicare o giustificarsi rispetto ad accuse strumentali quanto cercare di dare un apporto costruttivo in termini di analisi politica e di dialettica all'interno del movimento stesso. Crediamo che di fronte ad una guerra in atto, a tutto ciò che è accaduto a Genova nel 2001 e che prosegue oggi con i processi (con il tentativo di spostarne la sede, screditare i legali vicini al movimento ecc.) chi accusa il movimento, e parliamo anche di chi lo fa a sinistra, di connivenza con il terrorismo dovrebbe interrogarsi su ben altre questioni, tuttavia non ci sottraiamo ad un approfondimento critico del problema. E' possibile che in un movimento che raccoglie decine di migliaia di persone ci siano alcuni individui che decidono di aderire ad organizzazioni terroristiche. La stessa cosa è possibile, ed è avvenuta, ovviamente in partiti, organizzazioni sindacali ecc. Si tratta di verificare se esistono condizioni che determinano legami tra le strategie, l'analisi politica oltre naturalmente alle forme di lotta che caratterizzano movimento e organizzazioni terroristiche. Noi crediamo che queste condizioni non siano presenti. Anzi crediamo che le valutazioni politiche e le strategie siano totalmente divergenti. Il movimento si costruisce sulla più ampia partecipazione popolare, sulla democrazia dal basso, sul coinvolgimento e l'inclusione: questa caratteristica comune, pur con diverse articolazioni, a tutte le anime del movimento, appare opposta a quella dei terroristi i quali, indipendentemente dai risvolti omicidi della loro attività, agiscono nell'ambito di strutture rigidamente chiuse, escluse ad ogni rapporto e contributo con quelle masse che compaiono in funzione propagandistica nei loro documenti. Per quanto riguarda l'analisi politica, riteniamo che profonde siano le differenze, dovute al divario tra la ricchezza di contributi, di dibattito, di confronto che caratterizza quella del movimento di fronte alla limitatezza oggettiva di quella terroristica connotata da una riduzione a slogan in gran parte mediati dal repertorio anni 70 innovato con improbabili attualizzazioni (ad es. le presunte strategie comuni tra movimenti campesini e azioni di terrorismo integralista islamico). Detto ciò riteniamo che il movimento in generale e la componente eco-pacifista nella quale ci riconosciamo dimostri quotidianamente, nei fatti, la sua estraneità ad azioni di tipo terroristico senza la necessità di giustificare alcunché. La nostra lotta è per una vita migliore dei popoli del mondo, per l'equità e la giustizia. Il sacrificio della vita di ciascun essere umano (compresi gli avversari politici, anche quelli più criminali e feroci) è una perdita non una conquista e come tale deve essere evitata. Non abbiamo bisogno di certe forme di eroismo, di combattenti votati alla morte, di inni al sacrificio che si accumunano tragicamente ai proclami dei governi, compreso quello italiano, impegnati nella guerra permanente. Questo è ciò che, a nostro parere, differenzia fondamentalmente il movimento dalle forme di azione terroristica.
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