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SOLIDARIETÀ COME SCELTA DI VITA
- Subject: SOLIDARIETÀ COME SCELTA DI VITA
- From: "EMI - Direzione" <sermis at emi.it>
- Date: Wed, 22 Oct 2003 09:29:39 +0200
Editoriale 173 23 ottobre 2003 SOLIDARIETÀ COME SCELTA DI VITA Durante il suo primo viaggio in Polonia, papa Woityla aveva detto alla sua gente: "Non abbiate paura ad insistere sui vostri diritti. Rifiutate una vita basata sulla menzogna e sulla doppiezza. Non temete di soffrire con Cristo". Ad ascoltarlo con altre centinaia di migliaia di persone c´era un giovane prete: padre Jerzy Popieluszko. Nato in una famiglia contadina, il 14 settembre 1947, a Okopy, nella provincia di Bialystok. Ordinato prete dal cardinale Stefan Wyszynsky il 28 maggio 1972 a Varsavia, fu destinato alla parrocchia di san Stanislao Kostka, assumendo come incarico pastorale anche quello di cappellano alla Facoltà di medicina. All'agosto 1980 risale il suo coinvolgimento in Solidarnosc (Solidarietà), il movimento sindacale, nato un anno dopo la visita del papa. E fu solo per caso. I dipendenti delle acciaierie di Varsavia in sciopero avevano chiesto alla curia che un prete andasse da loro a celebrare la messa. P. Jerzy era libero e ci andò. Quella messa, di fronte alla fabbrica, dove gli operai avevano eretto una grande croce, cambiò la vita del giovane prete, che si rese conto, come del resto accadeva altrove nel mondo, sotto dittature di altro colore o sotto le false democrazie borghesi, che le lotte dei lavoratori per giustizia e libertà costituivano una vera e propria battaglia spirituale. Divenne così il cappellano dei lavoratori in sciopero. Quando nel dicembre 1981, il governo dichiarò la legge marziale e migliaia di membri e di simpatizzanti di Solidarnosc furono arrestati, l´attività di Popieluszko incluse subito l´assistenza ai prigionieri e alle loro famiglie. Nello stesso tempo, attraverso i suoi "sermoni patriottici" che attiravano folle immense, sottolineava la dimensione morale e spirituale della causa di Solidarietà. Quando il governo dichiarò che questo non era affare della Chiesa, p. Jerzy rispose: "Non è solo la gerarchia, ma sono i milioni di credenti che formano la Chiesa. Così quando il popolo soffre ed è perseguitato, è la Chiesa che soffre con lui. La missione della Chiesa è di stare con la gente, condividendone gioie e dolori". La crescente popolarità del prete portò il governo a ripetuti tentativi di costringerlo al silenzio. Minacce, attentati, arresti si susseguirono, senza che egli si lasciasse intimorire. Diceva: "L´unica cosa di cui dobbiamo aver paura è di tradire Cristo per poche monete d´argento per una pace senza senso". La sera del 19 di Ottobre 1984, di ritorno da un servizio pastorale, padre Popieluszko veniva rapito. Sotto la pressione popolare, il governo avviò immediatamente le indagini, che portarono in pochi giorni, il 30 ottobre, alla scoperta dei colpevoli, tre funzionari del ministero dell'interno polacco: Grzegorz Piotrowski, Wademar Chmelewski, Leszek Pekala. Rei confessi, dichiararono che la mattina del 20 ottobre, dopo aver picchiato selvaggiamente il prete, l´avevano legato, ne avevano appesantito il corpo con pietre e l´avevano lanciato ancora vivo in una cisterna. Qualche giorno fa, in una riunione del personale che lavora all'EMI, si parlava dello sciopero del 24 ottobre. Mi ha fatto piacere quanto affermava uno degli impiegati: proprio nella fedeltà al messaggio che l'EMI trasmette, dobbiamo partecipare allo sciopero. Ringrazio quell'impiegato di fronte al quale tutti i miei dubbi sono caduti e, proprio in quel momento, sono passati davanti alla mia mente tanti missionari che, come padre Jerzy, hanno pagato con la loro vita la vicinanza con gli ultimi e l'impegno di costruire libertà. Forse vale la pena prendere in mano le loro testimonianze. Cito semplicemente: UN UOMO SENZA FRONTIERE, la novità della settimana, che presenta la figura di Giovanni Zanotto missionario in Brasile; ALFREDO CREMONESI, martire in Birmania; IL SECONDO MESSAGGIO DELL'ISLAM, Mahamoud Mohamed Taha, il Gandhi dell'Africa ucciso in Sudan che un missionario definiva "uno dei nostri santi"; TESTIMONE DEL DIALOGO, il padre Salvatore Garzedda martire nelle Filippine. E non posso lasciare da parte QUANDO LE PAROLE NON BASTANO. Una novità EMI che dovrebbe diventare, insieme alla AGENDA BIBLICA MISSIONARIA 2004, il libro regalo per le prossime festività natalizie. Il Vangelo riporta una domanda di Gesù, domanda rivolta a due uomini che sognavano grandezza. Si chiamavano Giacomo e Giovanni. E la domanda era questa: "Che cosa volete che faccia per voi?". In questo momento, forse più che in altri, vorrei che ognuno avesse il coraggio di rispondere, in totale contrapposizione con la mentalità dominante,: "insegnaci a servire e a dare la vita". Auguri. P. Ottavio Raimondo direttore EMI e EMIVIDEO
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