appello in favore di ocalan



Quello che segue è un appello sul quale, come Associazione Culturale Punto
Rosso, nel quadro del nostro impegno in favore del popolo curdo, vi
chiediamo una firma.

Le firme raccolte confluiranno nella campagna internazionale a favore di
Ocalan suggellata anche da un appello di Amnesty International e da uno
dell'Ufficio Kurdistan di Roma.

Vi preghiamo di leggere queste poche righe e di non far mancare la vostra
firma, in modo da costringere il governo turco a cambiare atteggiamento in
merito ai diritti di Ocalan e dell'interezza dei popoli curdo e turco.



Fateci pervenire le vostre adesioni via mail o per posta.





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APPELLO PER UNA CARCERAZIONE UMANA DI ABDULLAH OCALAN







Il 15 febbraio 1999 Abdullah Öcalan fu condotto in Turchia dal Kenia in
violazione di ogni legge internazionale. La Turchia è stata per questo
condannata, recentemente, dalla Corte di Strasburgo per i Diritti Umani. Ed
è stata condannata per le condizioni del successivo processo a Öcalan, non
eque e lesive dei diritti della difesa. Da allora Öcalan è detenuto in
condizioni di durissimo isolamento nell'isola di Imrali. E' l'unico
prigioniero dell'isola, non può scrivere, non ha un televisore, può
ascoltare solo un canale radiofonico, dai giornali gli vengono tagliate le
notizie politiche, la posta gli viene quasi sempre sequestrata, può
ricevere solo i suoi avvocati e i parenti più stretti e spesso neanche
loro. La sua salute è stata gravemente danneggiata da queste condizioni:
l'asma si è aggravata ed ha frequenti crisi parossistiche notturne. Non può
tuttavia essere visitato da medici indipendenti o da specialisti, solo dal
medico militare del carcere.



Il Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d'Europa ha
definito le condizioni dell'incarceramento di Öcalan immotivate,
degradanti, disumane e di vera e propria tortura. Anche su questo quindi la
Turchia viola norme internazionali da essa stessa sottoscritte. Questo
Comitato inoltre ha sollecitato la Turchia a sospendere l'isolamento di
Öcalan. Quest'appello a tutt'oggi è stato ignorato dai Governi turchi. Di
fronte alle richieste di sospensione dell'isolamento e di trasferimento di
Öcalan da parte di alcuni parlamentari turchi del partito islamico di
governo il Ministro della Giustizia Cicek ha recentemente dichiarato che ci
sono in Turchia cose molto più importanti di cui occuparsi.



A parte delle richieste di parlamentari europei di visitare Öcalan il
Governo della Turchia non ha neppure risposto; ad altri ha risposto che la
questione non è di sua competenza bensì del Comitato per la Sicurezza
Nazionale. Perciò, in sostanza, dei militari.



E' quindi in atto, con la complicità dello stesso Governo attuale della
Turchia, un tentativo spietato di uccisione tramite tortura di Öcalan.
L'abolizione della condanna a morte, recentemente approvata dal Parlamento
turco, per la sollecitazione dell'Unione Europea, è in realtà una delle
tante prese in giro dell'Unione Europea da parte dei Governi turchi di
questi anni.



La Turchia preme da tempo sull'Unione Europea perché si aprano trattative
finalizzate al suo ingresso.  Naturalmente è una richiesta in sé legittima.
La condizione di quest'apertura dev'essere però chiara: la
democratizzazione reale della Turchia, il pieno rispetto in essa dei
diritti umani, la pacificazione interna su basi civili, il pieno rispetto
dei diritti della minoranza curda. Il trattamento di Öcalan rappresenta
quindi una delle cartine di tornasole per la definizione dell'esistenza o
meno delle condizioni minime per l'apertura delle trattative.



Per questo oggi ci uniamo all'appello di Amnesty International e chiediamo
al Governo della Turchia il trasferimento di Abdullah Öcalan ad altro
carcere, ponendo così fine al regime di isolamento e di tortura al quale
egli è sottoposto e consentendogli adeguate cure mediche e di essere
liberamente visitato da osservatori turchi e da osservatori internazionali.



Quest'appello è già stato firmato da numerose personalità, da José Saramago
a Noam Chomsky.



Chiediamo inoltre pressantemente che una delegazione internazionale di
giuristi, di medici e di osservatori del Comitato per la Prevezione della
Tortura del Consiglio d'Europa possa recarsi rapidamente a Imrali per
accertarvi le condizioni di salute di Öcalan.



Chiediamo infine pressantemente al Governo italiano di attivarsi per questi
obiettivi, anche per il debito che l'Italia ha nei confronti di Öcalan, non
avendo saputo resistere alle pressioni di Turchia e Stati Uniti perché
Öcalan fosse allontanato, nonostante il Tribunale di Roma si stesse
apprestando a concedere a Öcalan il diritto di asilo.







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