Fisk: "Gli USA hanno dato semaforo verde all'attacco di Israele"



GLI USA HANNO DATO SEMAFORO VERDE ALL’ATTACCO DI ISRAELE

di Robert Fisk - Fonte: http://www.counterpunch.com/fisk10062003.html

Traduzione di Nuovi Mondi Media
http://www.nuovimondimedia.it

L’incursione contro la Siria: un passo mortale verso la guerra

Israele ha avuto semaforo verde. E’ arrivato dal cosiddetto “Syria
Accountability Act”, (la legge che definisce la Siria responsabile) che è
passata al Congresso degli USA con l’aiuto dei sostenitori di Israele, e che
imporrà sanzioni a Damasco per il suo supposto entusiasmo nei confronti del
“terrorismo” e per l’occupazione del Libano.
Molti portavoce nelle scorse settimane hanno messo in guardia sul fatto che
la Siria sia la nuova (per alcuni, la vecchia o per altri l’inesistente),
minaccia. Minaccia precedentemente rappresentata dall’Iraq, prima che
cominciassimo l’illegale invasione del paese a marzo: per il possesso di
armi di distruzione di massa e armi batteriologiche, inesistenti.
La menzogna di Israele sulle “migliaia” di Guardie Rivoluzionarie Iraniane
nella Bekaa Valley, in Libano, non era ancora stata presa a pretesto. In
realtà non c’è stato un solo militante iraniano in Libano, per 20 anni. Ma
chi se ne preoccupa? Il regime dittatoriale della Siria, e dittatoriale lo è
decisamente, è stato colpito dopo che una donna avvocato di Jenin, che
probabilmente non ha mai visitato Damasco in vita sua, si è fatta esplodere
insieme a 19 israeliani innocenti ad Haifa.

Ma perché no? Se l’America può colpire l’Afghanistan per il crimine contro l
’umanità dell’11 settembre 2001, quando 15 dei 19 dirottatori erano sauditi,
e se l’America può invadere l’Iraq, che non aveva assolutamente nulla a che
fare con l’11 settembre, perché Israele non avrebbe potuto colpire la Siria?
Sì, la Siria supporta Hamas e la Jihad Islamica.
Ma in Iraq ha sede il Mujahideen Khalq, che bombarda l’Iran. E gli americani
non l’hanno colpita. A Gerusalemme esiste un governo che minaccia
apertamente di uccidere Yasser Arafat ma nessuno suggerisce di intraprendere
azioni contro l’amministrazione israeliana.
A Gerusalemme vive un primo ministro, Ariel Sharon, che è stato giudicato
“personalmente responsabile” dalla stessa Israele, da una commissione d’
inchiesta, per il massacro di più di 1700 civili palestinesi a Sabra e
Chatila, i campi profughi di Beirut, nel 1982. Ma non è stato processato per
crimini di guerra.

Naturalmente la Siria ha portato all’ONU la questione dei bombardamenti
aerei sui “campi di addestramento” della Jihad Isamica. Sarà di grande aiuto
a Damasco. Quando gli Stati Uniti non possono supportare una risoluzione che
condanni la minaccia di Israele di assassinare Arafat, quando le Nazioni
Unite non riusciranno a fermare gli israeliani dal costruire alre 600 case,
per ebrei ed ebrei soltanto, sul terreno palestinese, le incursioni aeree
sulla Siria, semplicemente, non hanno nessuna importanza.
Forse il Libano ne trarrà beneficio. Forse il Libano potrà ora essere
risparmiato dalla vendetta israeliana per la violenza palestinese, a meno
che, ovviamente, Israele non decida di colpire un “campo di addestramento”
palestinese in Libano.
 Nessuno che si domandi cosa siano questi “campi di addestramento”. Han
bisogno di addestrarsi i palestinesi per essere kamikaze? Premere un
interruttore necessita di così tanto addestramento?
Di sicuro la morte di un fratello e di un cugino, assassinati dall’esercito
israeliano, sono tutto l’addestramento che occorre.
Ma no. Ieri abbiamo fatto un altro piccolo fatale passo verso la strada per
la guerra in Medio Oriente, stabilendo una nuova regola sul terreno cioè
dimostrando che bombardare il territorio siriano fa parte della “guerra al
terrorismo”, che dalla dichiarazione stessa del Presidente Bush include ora
anche Gaza.
E i precedenti ci sono tutti, se ce ne fosse stato bisogno. Tornando al
1983, il Presidente Reagan, quando pensava di combattere una “guerra al
terrorismo” in Medio Oriente, ordinò alle sue forze aeree di bombardare l’
esercito siriano nella Bekaa Valley libanese, perdendo un pilota e
permettendo ai siriani di catturare il copilota, che tornò solo dopo una
lunga e imbarazzante negoziazione politica da parte di Jesse Jackson.

In un’era nella quale l’America è pronta a minacciare di invadere la Siria e
l’Iran – considerati parte del famigerato “asse del male” – questo può
sembrare poca cosa.
Ma la Siria stessa ha potuto vedere che ne è stato dell’esercito americano
in Iraq, ed è stata incoraggiata dall’umiliazione subita a vendicarsi degli
attacchi subiti da Israele o dall’America, a qualunque costo.

Se l’America non può controllare l’Iraq, perché la Siria dovrebbe temere
Israele?

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