[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Fisk: "Gli USA hanno dato semaforo verde all'attacco di Israele"
- Subject: Fisk: "Gli USA hanno dato semaforo verde all'attacco di Israele"
- From: "kowalski" <kowalski at informationguerrilla.org>
- Date: Fri, 10 Oct 2003 18:03:17 +0200
- Importance: Normal
GLI USA HANNO DATO SEMAFORO VERDE ALL’ATTACCO DI ISRAELE di Robert Fisk - Fonte: http://www.counterpunch.com/fisk10062003.html Traduzione di Nuovi Mondi Media http://www.nuovimondimedia.it L’incursione contro la Siria: un passo mortale verso la guerra Israele ha avuto semaforo verde. E’ arrivato dal cosiddetto “Syria Accountability Act”, (la legge che definisce la Siria responsabile) che è passata al Congresso degli USA con l’aiuto dei sostenitori di Israele, e che imporrà sanzioni a Damasco per il suo supposto entusiasmo nei confronti del “terrorismo” e per l’occupazione del Libano. Molti portavoce nelle scorse settimane hanno messo in guardia sul fatto che la Siria sia la nuova (per alcuni, la vecchia o per altri l’inesistente), minaccia. Minaccia precedentemente rappresentata dall’Iraq, prima che cominciassimo l’illegale invasione del paese a marzo: per il possesso di armi di distruzione di massa e armi batteriologiche, inesistenti. La menzogna di Israele sulle “migliaia” di Guardie Rivoluzionarie Iraniane nella Bekaa Valley, in Libano, non era ancora stata presa a pretesto. In realtà non c’è stato un solo militante iraniano in Libano, per 20 anni. Ma chi se ne preoccupa? Il regime dittatoriale della Siria, e dittatoriale lo è decisamente, è stato colpito dopo che una donna avvocato di Jenin, che probabilmente non ha mai visitato Damasco in vita sua, si è fatta esplodere insieme a 19 israeliani innocenti ad Haifa. Ma perché no? Se l’America può colpire l’Afghanistan per il crimine contro l ’umanità dell’11 settembre 2001, quando 15 dei 19 dirottatori erano sauditi, e se l’America può invadere l’Iraq, che non aveva assolutamente nulla a che fare con l’11 settembre, perché Israele non avrebbe potuto colpire la Siria? Sì, la Siria supporta Hamas e la Jihad Islamica. Ma in Iraq ha sede il Mujahideen Khalq, che bombarda l’Iran. E gli americani non l’hanno colpita. A Gerusalemme esiste un governo che minaccia apertamente di uccidere Yasser Arafat ma nessuno suggerisce di intraprendere azioni contro l’amministrazione israeliana. A Gerusalemme vive un primo ministro, Ariel Sharon, che è stato giudicato “personalmente responsabile” dalla stessa Israele, da una commissione d’ inchiesta, per il massacro di più di 1700 civili palestinesi a Sabra e Chatila, i campi profughi di Beirut, nel 1982. Ma non è stato processato per crimini di guerra. Naturalmente la Siria ha portato all’ONU la questione dei bombardamenti aerei sui “campi di addestramento” della Jihad Isamica. Sarà di grande aiuto a Damasco. Quando gli Stati Uniti non possono supportare una risoluzione che condanni la minaccia di Israele di assassinare Arafat, quando le Nazioni Unite non riusciranno a fermare gli israeliani dal costruire alre 600 case, per ebrei ed ebrei soltanto, sul terreno palestinese, le incursioni aeree sulla Siria, semplicemente, non hanno nessuna importanza. Forse il Libano ne trarrà beneficio. Forse il Libano potrà ora essere risparmiato dalla vendetta israeliana per la violenza palestinese, a meno che, ovviamente, Israele non decida di colpire un “campo di addestramento” palestinese in Libano. Nessuno che si domandi cosa siano questi “campi di addestramento”. Han bisogno di addestrarsi i palestinesi per essere kamikaze? Premere un interruttore necessita di così tanto addestramento? Di sicuro la morte di un fratello e di un cugino, assassinati dall’esercito israeliano, sono tutto l’addestramento che occorre. Ma no. Ieri abbiamo fatto un altro piccolo fatale passo verso la strada per la guerra in Medio Oriente, stabilendo una nuova regola sul terreno cioè dimostrando che bombardare il territorio siriano fa parte della “guerra al terrorismo”, che dalla dichiarazione stessa del Presidente Bush include ora anche Gaza. E i precedenti ci sono tutti, se ce ne fosse stato bisogno. Tornando al 1983, il Presidente Reagan, quando pensava di combattere una “guerra al terrorismo” in Medio Oriente, ordinò alle sue forze aeree di bombardare l’ esercito siriano nella Bekaa Valley libanese, perdendo un pilota e permettendo ai siriani di catturare il copilota, che tornò solo dopo una lunga e imbarazzante negoziazione politica da parte di Jesse Jackson. In un’era nella quale l’America è pronta a minacciare di invadere la Siria e l’Iran – considerati parte del famigerato “asse del male” – questo può sembrare poca cosa. Ma la Siria stessa ha potuto vedere che ne è stato dell’esercito americano in Iraq, ed è stata incoraggiata dall’umiliazione subita a vendicarsi degli attacchi subiti da Israele o dall’America, a qualunque costo. Se l’America non può controllare l’Iraq, perché la Siria dovrebbe temere Israele? http://www.nuovimondimedia.it
- Prev by Date: COMPORTAMENTI DI PACE: COMUNICATO STAMPA
- Next by Date: Milano: Dibattito su "I conflitti per l'acqua"; gruppo di lettura su Fromm
- Previous by thread: COMPORTAMENTI DI PACE: COMUNICATO STAMPA
- Next by thread: Milano: Dibattito su "I conflitti per l'acqua"; gruppo di lettura su Fromm
- Indice: