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Israele/ Territori Occupati: Amnesty International chiede la fine delle chiusure e delle restrizioni di movimento
- Subject: Israele/ Territori Occupati: Amnesty International chiede la fine delle chiusure e delle restrizioni di movimento
- From: "Ufficio Stampa Amnesty " <press at amnesty.it>
- Date: Mon, 8 Sep 2003 17:12:08 +0200
Gent.mi tutti, vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di Amnesty International: Israele/Territori Occupati: Amnesty International chiede la fine delle chiusure e delle restrizioni di movimento Grazie per la cortese attenzione Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International Ufficio Stampa Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it COMUNICATO STAMPA CS125-2003 ISRAELE / TERRITORI OCCUPATI: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE LA FINE DELLE CHIUSURE E DELLE RESTRIZIONI DI MOVIMENTO "Israele deve cessare di imporre restrizioni di movimento sproporzionate e discriminatorie nei confronti dei palestinesi nei Territori Occupati. Esse hanno messo in ginocchio l'economia palestinese e sono causa di diffusa povertà, disoccupazione e crescenti problemi di salute", ha dichiarato Amnesty International in un nuovo rapporto reso pubblico oggi. Le chiusure, le ostruzioni, i posti di blocco, i coprifuoco e tutta una serie di ulteriori restrizioni imposte dall'esercito israeliano hanno reso difficili, pericolosi e spesso impossibili anche i più brevi tragitti tra le città e i villaggi, sottoponendo di fatto tre milioni e mezzo di palestinesi a una sorta di arresti cittadini. Il rapporto "Sopravvivere sotto assedio - L'impatto delle restrizioni di movimento sul diritto al lavoro" prende in esame le conseguenze di tali misure. Esse spesso impediscono ai palestinesi di raggiungere il posto di lavoro o distribuire i propri prodotti; le fabbriche e le imprese agricole falliscono a causa delle forti perdite economiche, dell'elevato aumento del costo dei trasporti e della perdita dei mercati per l'esportazione. La disoccupazione è salita al 50%, più della metà della popolazione vive attualmente al di sotto della soglia della povertà e si registra un aumento dei casi di malnutrizione e di altre malattie. La maggior parte dei palestinesi dei Territori Occupati è costretta a dipendere per l'alimentazione e altre necessità primarie, almeno in parte, dalla beneficenza. "La presenza di associazioni benefiche e umanitarie non assolve Israele dall'obbligo di garantire il diritto al lavoro dei palestinesi, in modo tale che essi possano mantenere se stessi e le proprie famiglie in condizioni di dignità", ha affermato Amnesty International. L'organizzazione per i diritti umani sottolinea che Israele ha il diritto di adottare misure ragionevoli, necessarie e proporzionate per proteggere la sicurezza dei propri cittadini e dei propri confini dagli attacchi dei gruppi armati palestinesi, ricorrendo anche a restrizioni di accesso al proprio territorio. Tuttavia, non ha il diritto di imporre misure e punizioni di natura arbitraria, discriminatoria e collettiva nei confronti della popolazione palestinese. In quanto potenza occupante Israele ha l'obbligo, sulla base del diritto internazionale, di assicurare la libertà di movimento, un adeguato standard di vita e condizioni di vita le più normali possibili. Le restrizioni imposte da Israele violano questi obblighi e, in molti casi, costituiscono punizioni collettive proibite dal diritto internazionale. "Centinaia di migliaia di palestinesi non devono pagare per i crimini commessi da un gruppo di individui", ha dichiarato Amnesty International. "Qualunque restrizione al movimento delle persone e dei beni dovrebbe essere imposta solo in relazione a specifiche minacce alla sicurezza e se risulti non discriminatoria, necessaria e proporzionata rispetto all'obiettivo e alla durata". La costruzione, negli ultimi mesi, di un muro/una recinzione all'interno della Cisgiordania sta causando ulteriori restrizioni al movimento dei palestinesi, separando decine di migliaia di persone dal resto della Cisgiordania o dai loro terreni e dall'acqua necessaria all'irrigazione. "Israele deve astenersi dal costruire muri/recinzioni o altre strutture fisse all'interno dei Territori Occupati che costituiscano o determinino restrizioni permanenti al libero movimento dei palestinesi nei Territori Occupati o l'arbitraria distruzione o confisca delle loro proprietà". Israele sostiene che il muro/la recinzione in costruzione hanno lo scopo di impedire ai palestinesi di entrare in Israele per compiere attacchi. Tuttavia, questa struttura si estende per buona parte all'interno della Cisgiordania e non coincide con i confini precedenti al 1967 tra Israele e Cisgiordania. Questo, con l'obiettivo di isolare le comunità locali palestinesi dai circostanti insediamenti israeliani, che sono stati costruiti in violazione del diritto internazionale. Amnesty International ha inoltre sollecitato Israele a porre immediatamente fine alla costruzione o all'espansione degli insediamenti e delle infrastrutture ad essi relativi e a prendere misure per trasferire i coloni israeliani dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza. "Israele non avrebbe mai dovuto trasferire la sua popolazione civile nei Territori Occupati. Si tratta di una violazione del diritto internazionale umanitario, cui ora deve essere posto rimedio assumendo misure concrete per trasferire i coloni. Gli insediamenti non solo sono illegali, ma sono costruiti e mantenuti in modo discriminatorio e rappresentano la causa immediata di molte delle restrizioni arbitrarie di movimento e di altri abusi dei diritti umani", ha affermato Amnesty International. Amnesty International ha inoltre rinnovato la richiesta ai gruppi armati palestinesi di porre immediatamente fine alla loro politica di uccisioni e attacchi contro i civili israeliani, compresi i coloni, tanto all'interno di Israele quanto nei Territori Occupati. "Allo stesso modo, l'Autorità Palestinese deve prendere misure urgenti per impedire gli attacchi dei gruppi armati palestinesi e svolgere indagini esaurienti su tutti i casi", ha ribadito Amnesty International. "L'Autorità Palestinese deve inoltre assicurare che i responsabili di tali attacchi siano sottoposti a procedimenti giudiziari conformi agli standard internazionali in materia di processi equi". Amnesty International ha infine rinnovato la richiesta alle autorità israeliane affinché pongano immediatamente fine alle esecuzioni extragiudiziali e ad altre uccisioni di civili. FINE DEL COMUNICATO Roma, 8 settembre 2003 Il rapporto "Sopravvivere sotto assedio - L'impatto delle restrizioni di movimento sul diritto al lavoro" è disponibile in versione integrale e sintesi presso il sito Internet di Amnesty International ai seguenti indirizzi: http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150012003 http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150642003 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa - Tel. 06 4490224 - 348 6974361
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