Comunicato stampa - Ovada 11 settembre



Grazie. Non potro' essere presente ad Ovada l'11 Settembre saro'
ufficialmente per il PARLAMENTO EUROPEO  a Cancun.
Ho conosciuto  Rachel Corrie insieme a tanti altri giovani e non più che
hanno a cuore la giustizia. Rachel voleva vivere e amava il mondo.
Sono stata tra le fondatrici dell' International Solidarity Movement  e
continuo a ritenere la Comunità Internazionale responsabile
dell'ingiustizia, della sofferenza che si soffre in Palestina e Israele,
perchè non assume una posizione chiara e rispettosa del diritto
internazionale, l'occupazione militare israeliana uccide tutti e tutte.
Un grazie alla Municipalità di Ovada, un abbraccio forte ai genitori di
Rachel e a tutti coloro ai quali come dice Bertolt Brecht "l'ingiustizia fa
ancora roca la voce".
Luisa Morgantini

>>> "Osmo Marco" <marco.osmo at fmrcons.com> 08/22/03 01:48 >>>
Vi giro quanto Simone, un altro attivista ISM, mi ha inviato.

                    Marco


Invio il comunicato stampa per relativo all'inaugurazione del Centro per
la Pace di Ovada. Alla serata saranno presenti i genitori di Rachel Corrie.
Un'occasione per ricordare Rachel e quanti come lei hanno dato la vita per
portare avanti i propri ideali secondo metodi diretti di azione non violenta.
Io sarò presente per un intervento come attivista ISM, stessa organizzazione
con cui ha lavorato Rachel in Palestina.

Salam/Shalom

Simone Brocchi

Comunicato stampa

IL CENTRO PER LA PACE DI OVADA VERRA' INTITOLATO A RACHEL CORRIE

Giovedì 11 settembre ad Ovada verrà inaugurata la sede del Centro d'Iniziativa
per la Pace e la Nonviolenza intitolato alla memoria di Rachel Corrie.
Per l'occasione saranno in Italia grazie all'interessamento del Centro,
i genitori della giovane americana.
Forse qualcuno ricorderà di aver sentito parlare di lei: il 16 marzo di
quest'anno, nei territori occupati dall'esercito israeliano nella Striscia
di Gaza, una giovane pacifista di 23 anni, americana, veniva brutalmente
schiacciata da un bulldozer israeliano a cui cercava di opporsi pacificamente.
Rachel Corrie era originaria di Olympia (Washington), e da circa un mese
viveva in una tenda con altri sette attivisti della sua organizzazione,
l'International Solidarity Movement; da qui quotidianamente partiva per
?missioni? di interposizione pacifica tra i palestinesi del vicino campo
profughi e i militari israeliani.
L'International Solidarity Movement è un'organizzazione di attivisti di
tutto il mondo che utilizzando i principi dell'azione diretta nonviolenta,
si oppone all'occupazione delle terre palestinesi da parte del governo
israeliano
ed in accordo al diritto internazionale e alle risoluzioni dell'ONU che
condannano tale occupazione, sostiene il diritto dei palestinesi ad avere
un proprio Stato.
Domenica 16 marzo Rachel ed altri volontari dell'organizzazione stavano
tentando di interporsi tra i bulldozer israeliani e le case di alcuni
palestinesi,
tra cui quella di un medico, a Rafah, nella Striscia di Gaza.
In quei giorni sono state centinaia le case palestinesi distrutte dalle
truppe israeliane perchè vi abitavano presunti terroristi, e decine le vittime
tra la popolazione civile. In un messaggio inoltrato solo due giorni prima
di essere uccisa Rachel denunciava ?il ricorso al fuoco indiretto di
artiglieria?
anche contro i suoi compagni.
Un testimone, Greg Schnabel, di Chicago, racconta che la ragazza stava
protestando
davanti ai bulldozer. ?Rachel era sola davanti alla casa, mentre noi cercavamo
di fermare le operazioni. Ha urlato ai bulldozer di fermarsi. Poi è caduta
ma il mezzo ha continuato a muoversi. Abbiamo urlato chiedendo che si fermasse
ma non lo ha fatto, le è passato sopra e ha fatto marcia indietro.? (fonte:
?La Repubblica? on line ? 16 marzo 2003)
Il governo israeliano, incalzato dall'opinione pubblica internazionale,
dichiara che ?si tratta di un deprecabile incidente? e poi tenta di screditare
i pacifisti sostenendo che il loro comportamento in quella zona di
combattimento
?non è responsabile?.
Ma Rachel Corrie è una delle tante vittime innocenti di quella violenza
a cui aveva tentato di opporre pacificamente il suo corpo, la sua voce,
la sua intelligenza e il suo cuore; la sua testimonianza, raccolta dagli
amici e dalla famiglia nelle e-mail che spediva a casa e in cui spiegava
i motivi per cui rischiava consapevolmente la vita, ora è un forte stimolo
all'impegno per tutti coloro che credono nella forza della pace e della
nonviolenza.
Conoscendo la sua storia, la sua passione, il suo amore per la giustizia,
la sua fiducia nella forza della nonviolenza, il Centro d'Iniziativa per
la Pace e la Nonviolenza ha deciso di riconoscere nella sua figura di martire
(che in origine significa ?testimone? ) del nostro tempo il simbolo del
proprio lavoro per costruire una civiltà di pace, dando il suo nome alla
propria associazione.
I genitori della giovane saranno ad Ovada, unica loro tappa in Italia oltre
a Firenze, giovedì 11 settembre, dove presenzieranno all'inaugurazione del
Centro e alla serata in memoria di Rachel.
Ospiti dell'Amministrazione Comunale, proseguiranno poi il loro viaggio
il giorno successivo per la Palestina, dove parteciperanno ad altre iniziative
commemorative.