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E.Deiana-Lettera alle/ai parlamentari che aderirono alla Coalizione contro la guerra in Iraq
- Subject: E.Deiana-Lettera alle/ai parlamentari che aderirono alla Coalizione contro la guerra in Iraq
- From: "Forum delle Donne" <forumdonne.prc at rifondazione.it>
- Date: Tue, 22 Jul 2003 11:03:56 +0200
Lettera alle parlamentari e ai parlamentari che aderirono alla Coalizione contro la guerra in Iraq Care colleghe, cari colleghi, segnalo alla vostra attenzione il fatto seguente, che molto ha a che fare, a mio giudizio, con l'impegno contro la guerra all'Iraq che nei mesi scorsi abbiamo condiviso. In questi giorni verrà discusso in sede referente presso le commissioni Esteri e Difesa della Camera il DL n° 165/2003 relativo a "Interventi urgenti a favore della popolazione irachena nonché proroga della partecipazione italiana a operazioni militari internazionali". Seguendo una assai negativa prassi che purtroppo si è ormai consolidata, tutte le missioni militari italiane all'estero vengono discusse, senza alcune distinzione sulla eventuale diversità di natura che possono presentare, in un unico contenitore legislativo e pressoché esclusivamente sotto il profilo del finanziamento o del rifinanziamento. Come si evince dal decreto in questione, questo avviene inopinatamente anche per l'invio del contingente in Iraq, che è già per altro partito da tempo dall'Italia ed è già quasi operativo nel teatro di sua destinazione, nel sud dell'Iraq. Come ben sapete, circa la natura di questa missione italiana si sono moltiplicati i distinguo da parte di esponenti del governo e in particolare dei responsabili degli Esteri e della Difesa, il primo tendente a accentuare il carattere umanitario, il secondo quello di ristabilizzazione democratica, quindi più poliziesco-militare, della missione. A tutt'oggi né il Parlamento né l'opinione pubblica sanno bene qual sia il vero carattere e quali siano le reali finalità della missione. Il DL pertanto vuole ratificare l'esistenza di qualcosa che continua a non avere una precisa definizione. Inoltre la drammatica evoluzione del dopo guerra in Iraq nonché le burrasche politico-istituzionali che hanno investito direttamente i due protagonisti della guerra, il presidente Bush e il premier Blair, accusati nei loro Paesi di aver falsificato, manipolato, inventato le prove sull'esistenza delle armi di distruzione di massa in Iraq, avrebbe sicuramente richiesto un nuovo passaggio di discussione in Parlamento, perché fosse più chiaro e precisato il profilo della missione e soprattutto, alla luce del nuovo contesto internazionale, per valutare se non fosse il caso di soprassedere completamente dall'invio, impegnandosi, anche a livello di presidenza italiana dell'UE, a lavorare intensamente per una soluzione che investisse direttamente la responsabilità dell'ONU nel cercare una soluzione di transizione per l'Iraq. In questo contesto, l'invio delle truppe italiane, oltre a rappresentare un gravissimo atto di reiterazione dell'appoggio del nostro Paese alla guerra contro l'Iraq, oltre a far svolgere ai nostri militari il ruolo di truppe occupanti, coinvolgendo l'Italia in un'avventura che sempre più chiaramente mostra i segni dell'intervento neo-coloniale ed esponendo anche a gravi rischi la vita dei soldati là inviati, conferma una sempre più accentuata linea di tendenza da parte del Governo di depotenziamento del ruolo e delle funzioni del Parlamento. Vi invito pertanto a riflettere sulla necessità di criticare fortemente la presentazione di questo decreto calderone da parte dell'esecutivo, pretendendo che l'invio delle truppe italiane in Iraq sia oggetto di uno specifico e approfondito iter di discussione parlamentare, distinto e separato da quello delle altre missioni, che non dia per scontato e assodato il già avvenuto ma che lo rimetta liberamente in discussione come necessario e urgente che avvenga alla luce di tutto quello che sta avvenendo. Molto cordialmente Elettra Deiana 14 luglio 2003
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