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Iraq-uranio ilcoinvolgimento dei servizi italiani tra corferme e smentite
- Subject: Iraq-uranio ilcoinvolgimento dei servizi italiani tra corferme e smentite
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Sun, 13 Jul 2003 18:47:23 +0200
Roma, 18:27 Iraq-uranio, Folena: il governo in realtà conferma "La smentita del governo è in realtà una conferma: l'Italia è stata coinvolta nella fabbricazione di prove false per giustificare la guerra in Iraq". Il deputato Ds Pietro Folena ribadisce le critiche al governo, che in precedenza aveva smentito il coinvolgimento dei servizi segreti italiani nel caso del traffico di uranio tra Iraq e Niger. Folena ha quindi ribadito l'urgenza dell'istituzione di una commissione d'inchiesta sulle cause del conflitto e sul coinvolgimento del governo italiano. (Red) Roma, 13 lug 2003 - 17:29 Iraq-uranio, il governo smentisce. Solo in parte http://www.kataweb.it/news/detail.jsp?idCategory=2222&idContent=425696 Dopo quattro mesi di indiscrezioni sulla stampa di mezzo mondo, il governo italiano smentisce il coinvolgimento dei servizi segreti italiani nella fornitura dei documenti, poi rivelatisi falsi, circa una presunta trattativa tra l'Iraq e il Niger per la fornitura di uranio. Le accuse all'Iraq hanno fatto parte delle motivazioni politiche fornite dall'amministrazione americana e dal governo britannico prima della guerra per dimostrare la pericolosità del regime di Saddam Hussein. Sin da marzo, tuttavia, i documenti addotti furono rivelati come falsi e qualche giorno fa la Casa bianca ha ammesso che le informazioni non erano sufficientemente provate. Nelle indiscrezioni di stampa che sono seguite, molti anonimi esponenti della amministrazione Usa hanno indicato nei servizi segreti italiani la fonte prima delle informazioni. Ma Palazzo Chigi non ci sta. "Le notizie riportate da vari organi di informazione, nazionali e stranieri, concernenti l'asserita trasmissione da parte italiana ad altri organismi di intelligence di documenti di provenienza nigerina o irachena, recanti evidenze relative a transazioni di uranio fra Niger e Iraq sono destituite di ogni fondamento", si legge in una nota emessa poco prima delle 17 di domenica dall'ufficio stampa della presidenza del Consigio: "I servizi di in formazione italiani, infatti, non hanno mai fornito ad alcuno documenti aventi siffatti contenuti ed origini". La nota del governo italiano è molto precisa nello smentire un coinvolgimento nella diffusione dei documenti falsi, ma non smentisce che i servizi segreti italiani siano stati la fonte delle originarie informazioni circa il presunto "shopping" di uranio di Saddan. Ufficialmente né il governo americano, né quello britannico hanno mai indicato nell'Italia la fonte delle informazioni. Numerosi esponenti governativi e di intelligence lo hanno tuttavia fatto ufficiosamente in dichiarazioni alla stampa dopo il 7 marzo. Quel giorno il direttore dell'Aiea (l'Agenzia per l'energia atomica) aveva dichiarato al Consiglio di sicurezza dell'Onu che i documenti presentati erano visibilmente falsi. Il 15 marzo il Los Angeles Times per primo citò "esponenti governativi Usa" secondo i quali i documenti in questione erano stati forniti dall'Italia. Se, tuttavia, si incrociano le dichiarazioni ufficiose e quelle ufficiali degli ultimi giorni, sembra chiaro che i servizi segreti americani e britannici abbiano ricevuto informazioni in due fasi: 1) la prima, alla fine del 2001, è quella in base alla quale sono state fatte pubblicamente le accuse all'Iraq nel documento britannico del settembre 2002 e nel discorso di George Bush al Congresso del gennaio 2003. Più di una fonte ha chiarito che si trattava di "informazioni, ma non di documenti", forniti dai servizi segreti italiani; 2) la seconda, della fine del 2002, è quella che ha portato in mano americana i documenti che "provavano" le informazioni iniziali. Sono questi documenti che - passati alla Aiea - si sono rivelati poi falsi. A quanto ricostruiscono, con qualche reciproca contraddizione, le fonti ufficiose americane citate dalla stampa internazionale, le informazioni iniziali provenivano dai servizi segreti italiani ed erano relative a un viaggio "sospetto" in Niger, nel 1999, del capo della delegazione diplomatica irachena a Roma. Questa informazione di base - la cui fondatezza è ora messa in dubbio dalla amministrazione Usa, ma non da quella britannica - non è smentita dal comunicato di Palazzo Chigi (ted)
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