Processo Leyla Zana il 20 VI e altre notizie



Ankara, 20 giugno: quarta udienza del rifacimento del processo a Leyla
Zana.

Ricordo che le cronache dettagliate delle precedenti udienze possono
essere lette (anche in italiano) su:
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/Retrial/it.html
In generale su Leyla Zana, cfr,:
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/home.html

Ricevo e re-inoltro :

1) COMUNICATO DONNE IN NERO
su:
=) Turchia, torture e gravi violazioni  nei confronti della minoranza curda, in
particolare sulle donne
=) Ankara , processo a Leyla Zana
=) Incontro con la stampa delle Associazioni e delle Parlamentari che
hanno sottoscritto l'appello per Leyla Zana .
=) Italia, la minoranza curda a Roma in sciopero della fame contro la
legge Bossi-Fini
=) Bruxelles, in 10.000 per chiedere l'amnestia generale

2) Comunicato sull'incontro del 18 giugno su Leyla Zana in Inghikterra
(Parlamento)
Freedom for Leyla Zana public meeting tomorrow 18 June!!!

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Subject:              I: liberta' per leyla Zana , liberta' per il
Kurdistan turco.
     Date:              Tue, 17 Jun 2003
    From:              "Nadia C." <giraffan at tiscalinet.it>

COMUNICATO DONNE IN NERO www.donneinnero.org

A cura gruppo Din/donne curde-turche
mail: jin-kadin at donneinnero.org

Turchia, torture e gravi violazioni  nei confronti della minoranza curda, in
particolare sulle donne

Da Istanbul riceviamo da una rappresentante dell'ass.per i diritti umani
IHD l'ennessimo ultimo episodio di gravi violazioni e crimini nei confronti
della minoranza curda

Ieri, 15 giugno, una rappresentante del partito Dehap che si chiama
Gulbahar e' stata rapita dai poliziotti in borghese, e' stata torturata e
violentata per 8 ore e poi lasciata sull'autostrada. L'accaduto denunciato
in conferenza stampa rientra nel tentativo da parte del governo turco di
reprimere la campagna che il partito Dehap ha avviato per richiedere
l'amnistia generale per i prigionieri politici.

Oggi, 16 giugno, le donne tra cui molte dell'associazione Madri della
Pace, sono andate a Bingol (la citta di terremoto)per fare una
manifestazione per la Pace. La forza di sicurezza le ha attaccate e battute
e arrestate. Tra loro anche alcune  avvocate dell'ass. IHD. Molte delle
donne fermate sono ancora in prigione.

IHD sede Istanbul

Ankara , processo a Leyla Zana. Il 20 giugno ci sara' la 4. udienza del
processo che su decisione della Corte suprema europea per i Diritti
Umani, sostituisce quello celebratosi nel 1994, perche' giudicato iniquo.
nel primo processo Leyla Zana fu condannata a 15 anni di carcere che
sta tutt'ora scontando e insieme a lei altri tre coimputati del suo stasso
partito.

Numerose le iniziative e campagne in questi anni per richiedere la loro
liberta'. In occasione del nuovo processo, le Donne in Nero, la Wilpf Italia,
Un Ponte per, hanno avviato la campagna LIBERTA' PER LEYLA ZANA a
cui si puo' aderire inviando una mail a:
libertaperleylazana at donneinnero.org

A Roma queste le iniziative alla vigilia della prossima udienza del 20
giugno 2003

mercoledi' 18 giugno 2003, ore 14.00, Sala della Sacrestia, vicolo Valdina
3a

Incontro con la stampa delle Associazioni e delle Parlamentari che hanno
sottoscritto l'appello per Leyla Zana insieme alle parlamentari e alle
rappresentanti delle associazioni promotrici della campagna partecipera'
Mariella Gramaglia dell'assessorato pari opportunita' del Comune di
Roma per l' iniziativa che il Comune di Roma intende portare avanti (
Leyla Zana e' dal 1994 cittadina onoraria del Comune di Roma) e Silvana
Barbieri dell'ass. Punto Rosso che dal 28 marzo ha seguito direttamente
ad Ankara tutte le udienze del processo.

Incontro organizzato insieme ad altre da.Elettra Deiana e Silvana Pisa

Giovedi' 19 giugno 2003, ore 15.30-17.00, sit in davanti ambasciata turca
in Italia, via Palestro 28

LIBERTA' PER LEYLA ZANA, DEMOCRAZIA E RISPETTO DEI DIRITTI IN
TURCHIA, PER LE DONNE E GLI UOMINI DEL KURDISTAN TURCO.

Organizzano Donne in Nero  - WILPF - Un Ponte per

Italia, la minoranza curda a Roma in sciopero della fame contro la legge
Bossi-Fini

Dalle ore 10.00 dell'11 giugno, 32 kurdi e kurde di etnia turca stanno
facendo lo sciopero della fame a Piazzetta San Marco, sotto la sede ONU.
Tutti con storie le piu' diverse hanno avuto il respingimento alla loro
richiesta di asilo politico. La Commissione li "ascolta" pochi minuti e
dopo alcuni giorni si vedono recapitare tutti la stessa risposta " visto che
non sussiste piu' pericolo per la persona il sottoscritto deve lasciare
l'Italia entro 15 giorni".Questo significa rimandare i kurdi in un paese,
quello turco, da dove erano fuggiti e dove ad attenderli ci sara' solo una
spietata persecuzione. La loro vicenda continua drammaticamente a
peggiorare nel nostro Paese, dopo la legge Bossi-Fini. Il riconoscimento
dello status di rifugiato politico e' diventato ormai quasi impossibile.Non
si fa cenno alle gravi responsabilita' del governo turco nei confronti di
milioni di kurdi e della persecuzione sia del popolo che delle
organizzazioni democratiche kurde.

In questi giorni hanno dato la loro adesione a questa drammatica forma
di protesta moltissime organizzazioni, da AZAD, SENZA CONFINE, CIR,
ACNUR, Prc, DS, Donne in Nero, WILP, Ya Basta e Medici senza Frontiere
si e' fatto carico di visitarli 3 volte al giorno, dato che le condizioni
soprattutto di uno di loro sono veramente preoccupanti.
Riconoscere lo status di rifugiato politico per tutti gli esuli kurdi
presenti in
Italia deve essere una scelta di civilta' per la riaffermazione di quanto e'
scritto nell'articolo 14 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Tra chi e' piu' presente al presidio per dare solidarieta' e' nata spontanea
l'esigenza di raccogliere tutte le 32 storie delle donne e uomini in
sciopero della fame e di farne un dossier.

Giovedi' 19 giugno ore 18, piazza S.Marco davanti sede Onu. dopo il sit in
davanti l'ambasciata turca le Donne in Nero invitano tutti e tutte le
firmatarie dell'appello per la liberta' di Leyla Zana, a portare la loro
solidarieta' alla minoranza curda in sciopero della fame

Bruxelles, in 10.000 per chiedere l'amnestia generale ( da un comunicato
di Luisa Morgantini) ieri in diecimila sono venuti a Bruxelles. Diecimila
curde e curdi, profughi, espatriati, immigrati nei diversi paesi d'Europa.
Sono venuti a manifestare e chiedere l'amnistia generale in Turchia,
chiedere all' Europa che faccia pressioni perche' i curdi possano avere
voce libera, la loro identita' politica e culturale riconosciuta e praticata.
Ho reincontrato tante donne con le quali avevo fatto lo sciopero della fame
quando, nel 1999, erano a Roma per Ocalan e tanti uomini con i quali
organizzavamo le notti all'addiaccio in piazza Celimontana, dove Dino
Frisullo e tanti di noi abbiamo sostituito la targa con Piazza Kurdistan.
Sono venute ad abbracciarmi quando sono scesa dal palco. Ho parlato
della loro dignita', sofferenza, amore per la giustizia, loro che soffrono di
tanta ingiustizia.
Ho sostenuto la loro richieste ed ho parlato di Leyla Zana, delle madri per
la pace, della necessita' che la riconciliazione avvenga quando tutti
potranno ritornare liberi nelle loro case, i giovani che sono ancora nei
campi profughi o negli ex campi militari, liberta' per Leyla, per Ocalan, e
tutti i prigionieri politici.

Per chi volesse sostenere la richiesta di amnistia generale in Turchia
puo' scrivere a lla sede di Colonia del "dehap" <dehap at t-online.de>
o all'ufficio di Rappresentanza del Kurdistan in Italia <uiki.onlus at tin.it>

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Subject:              URGENT: Freedom for Leyla Zana public meeting
tomorrow 18 June!!!
     Date:              Tue, 17 Jun 2003
    From:              KNK <knklondon at gn.apc.org>

All my activity is aimed at silencing the weapons
and seeking a peaceful resolution to the Kurdish problem
Leyla Zana in her defence speech at the State Security Court, 1994

Public Meeting

Freedom for Leyla Zana

Turkey, its human rights record in the aftermath of the war and
ongoing repression of the Kurds

7-9pm  Wednesday, 18 June 2003
Moses Room, House of Parliament, Westminster

Hosted and chaired by Lord Avebury


Feleknas Uca MEP First Kurdish woman in the European Parliament,
member of Confederal Group of the European United
left/Nordic Green Left
Monireh Moftizadeh Kurdistan National Congress (KNK) Executive Council
Fayik Yagizay Democratic Peoples Party (DEHAP) European
Representative

John Austin MP

Mark Muller Barrister, Bar Human Rights Committee and chair, Kurdish
Human Rights Project
Moris Farhi Member of English PEN and Writers in Prison Committee,
Vice-President of English PEN, MBE for Services to
Literature and Fellow of the Royal Society of Literature
Rosalie Huzzard President, Women1s International League for Peace
and Freedom UK Section

An opportunity to discuss the continuing imprisonment of the most
famous Kurdish woman political prisoner Leyla Zana. The first Kurdish
woman MP in Turkey when elected in 1991, Leyla is still serving a 15-year
sentence for alleged membership of the banned Kurdish PKK fighting for
Kurdish self-determination. Her patently unfair trial was condemned
internationally; the European Court of Human Rights ruled it unfair in July
2001. Now in jail since 1994, she remains a symbol of resistance for all
Kurds. Her struggle for freedom of expression and political association
and in defence of women1s rights stands as a living reminder of the
basic human rights violations in Turkey today.

I want to tell you about a suffering land and the concerted efforts of the
ruling circles to deny the very existence of its people. I am talking of the
struggles of those who are standing up to oppression and working for
peace, freedom, brotherhood, democracy and labour rights. In other
words, I am referring to the reality of my country, of its peoples and the
state of affairs unfolding in itS If it needs to be stated again, I belong to
those who seek peace.
Leyla Zana, writing in 1998 from her prison cell to the wife of the President
of Turkey

Leyla Zana is an Amnesty International prisoner of conscience and her
many accolades include the European Parliament1s Sakharov Peace
Prize.

For information contact: Estella Tel 020 7586 5892 Fax 020 7483 2531
e-mail: estella24 at tiscali.co.uk


BACKGROUND NOTES

LEYLA ZANA

Leyla Zana and three other former Kurdish MPs currently serving their
sentences in a jail in Ankara, face a retrial since end of March hoping that
Turkey's efforts to embrace EU norms will help them regain their freedom
after more than eight years in jail.

Zana, Hatip Dicle, Orhan Dogan and Selim Sadak were given 15-year jail
sentences in 1994, at a time of high tension between Ankara and its
restive Kurdish minority, on charges of supporting the banned PKK
fighting for self-determination in southeastern Turkey. The new trial,
started on 25 April before an Ankara state security court in the presence of
European MPs.

Leyal Zana, the first Kurdish woman to win a seat in Turkey's parliament,
has long been a focus for international rights campaigners who insist that
her conviction was a result of Ankara's determination to silence even
peaceful activists advocating Kurdish freedoms. She won the European
Parliament's Sakharov freedom of thought award when she was in prison
in 1995. Several European MPs and officials have since paid her visits in
jail.

The European Court of Human Rights ruled in 2001 that the trial of the
Kurdish politicians was unfair, saying they were not able to have key
witnesses questioned and were not informed in time of modifications to
the charges against them. The four were able to ask for a judicial review
under reforms that Turkey has recently adopted to improve its crippled
democracy and expand the rights of its Kurdish minority in the hope of
boosting its chances of joining the European Union.

The law now allows convicts to seek retrial under certain conditions if their
sentences have been criticized by the European Court of Human Rights.
Zana and her colleagues, members of the Democracy Party (DEP),
entered parliament in 1991 and caused uproar by taking their oaths in
Kurdish instead of Turkish, the official language.

At the ceremony, Zana wore a headband in yellow, green, and red, the
Kurdish colours. The DEP was outlawed in 1994 for collaborating with the
PKK (now refounded as Kurdistan Peace and Democracy Congress -
KADEK) and parliament then lifted the immunity of the DEP MPs. Police
arrested and handcuffed Zana and her MPs as soon as they emerged
from the parliament following the session.

Eager to advance its EU membership bid, Ankara, for its part, has
legalized broadcasts and courses in the Kurdish language as part of a
series of reforms expanding human rights. Many of the amendments have
yet to be implemented in daily life and severe restrictions to individual
freedoms not only remain but have increased since the war against Iraq

For information contact:
Estella Tel 020 7586 5892 Fax 020 7483 2531 e-mail:
estella24 at tiscali.co.uk


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