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Un'europa diversa é possibile
- Subject: Un'europa diversa é possibile
- From: "Cristina Ronzitti" <cricket at tiscalinet.it>
- Date: Mon, 26 May 2003 14:19:58 +0200
Salve, questo documento é stato presentato alla riunione del Forum per la democrazia costituzionale europea tenutasi a Firenze il 9 maggio 2003 da alcuni esponenti del Movimento Federalista Europeo. Cristina Ronzitti Contributo al dibattito sulle istituzioni europee e proposte di azione Un'Europa unita e diversa è possibile "Un'Europa diversa è possibile" è stato lo slogan del Forum sociale europeo di Firenze. Straordinaria la partecipazione al forum: 60000 persone venute a Firenze per discutere su quale Europa vogliamo. Tutti noi vogliamo un'altra Europa. E' nostra responsabilità costruire un'Europa di pace e di giustizia; un' Europa sociale e democratica. Ce lo chiedono i popoli di tutto il mondo e le generazioni future. Dobbiamo immaginare un'Europa unita, diversa e possibile. Dobbiamo dar vita a una Europa politica che diventi un attore di pace nel mondo. L'Europa che vogliamo deve promuovere la forza del diritto, della democrazia e della giustizia internazionale abolendo l'uso della forza per regolare i conflitti internazionali. Tutto ciò è possibile se lo vogliamo noi cittadine e cittadini di questa Europa. COSTITUZIONE EUROPEA Pace, giustizia sociale, democrazia, partecipazione, protezione dell' ambiente, modello sociale, diritti di cittadinanza: tutti questi valori e politiche devono essere scritti e sanciti nella costituzione europea. La Costituzione europea è l'atto fondativo di una nuova cittadinanza europea sovranazionale. La costituzione è la legge fondamentale che dovrà definire il ruolo dell'Europa nel mondo. Deve indicare l'Europa come una società aperta al resto del mondo. Deve definire una cittadinanza europea cosmopolita legata alla residenza e non più alla nazionalità. Deve indicare che la politica estera e di sicurezza europea sarà indirizzata al mantenimento della pace nel mondo anche con l'istituzione di corpi civili di pace. Noi partecipanti del "Forum per la democrazia costituzionale europea" lottiamo per avere una 'Costituzione europea democratica'; la prima importante battaglia costituente fatta propria dal movimento dei movimenti è la campagna per inserire nel primo articolo della Costituzione europea il ripudio della guerra e il diritto alla pace. La campagna è stata lanciata dal Forum sociale mondiale di Porto Alegre e successivamente è stata ribadita nelle manifestazioni per la pace del 15 febbraio e del 12 aprile 2003. Perché è importante questa battaglia? Perché nei primi articoli della Costituzione ci saranno i valori di riferimento della futura Europa e l' indicazione di quale ruolo avrà il vecchio continente nella gestione del mondo. I primi articoli daranno i colori della Costituzione europea. I 100 milioni di cittadini che hanno manifestato per la pace in tutto il mondo sono una sorta di referendum per l'articolo 1 della Costituzione europea. Questa richiesta che viene dal basso deve essere inserita nella Costituzione europea. Noi cittadini e cittadine d'Europa dobbiamo far sentire le nostre voci su tutti i capitoli in discussione alla Convenzione e proporre le nostre rivendicazioni sui contenuti e i valori di tutta la Costituzione e non solo dell'articolo 1. L'Europa può essere un'alternativa nella proposizione di un mondo diverso a partire da una gestione democratica delle risorse comuni a tutti i cittadini del mondo. L'Europa può costituire un'alternativa all'unilateralismo imperialista americano. Il governo americano rifiuta ogni sviluppo a forme di democrazia, di giustizia e di diritto internazionale (vedi il comportamento ostruzionista nei confronti degli accordi di Kyoto, della Corte Penale Internazionale e delle Nazioni Unite). Non basta e non è sufficiente che Francia e Germania si oppongano alla guerra permanente globale degli USA. Occorre raggiungere l'obiettivo di una Europa unita politicamente che possa parlare con una voce sola. Il passaggio fondamentale nel raggiungere l'unione politica è colmare l'evidente deficit di democrazia. L'Europa deve restituire ai cittadini il potere di decidere sulle politiche che li riguardano direttamente tramite una giusta miscela di strumenti di democrazia rappresentativa e di democrazia partecipativa a tutti i livelli. La cittadinanza attiva deve poter essere esercitata a tutti i livelli dal quartiere al mondo passando ovviamente per l'Europa. Un punto su cui tutti i movimenti devono lottare è la DEMOCRATIZZAZIONE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE. Non possiamo lasciare in mano ai governi e alle multinazionali la gestione e il controllo di decisioni che ci riguardano direttamente nel campo della vita politica, sociale ed economica. Dobbiamo chiedere di dotare l'Europa di una Costituzione federale, di un Parlamento europeo, unica istituzione europea eletta direttamente dai cittadini, con pieni poteri legislativi e di un governo democratico che deve essere responsabile nei confronti dei cittadini e delle cittadine europei. In questo modo si potrà creare una cinghia di trasmissione tra la volontà dei cittadini e il governo democratico dell'Europa. In questo momento la mancanza di questo anello di congiunzione non ha consentito la realizzazione della volontà di pace manifestata a più riprese dalla stragrande maggioranza dei cittadini europei. Le manifestazioni del 15 febbraio, che hanno visto milioni di persone in piazza in tutto il pianeta, sono state importanti perché hanno visto la nascita di un popolo mondo che non è legato a partiti, a credi religiosi e nazionalisti, a una classe particolare. E' la manifestazione di una cittadinanza cosmopolita che deve trovare voce in istituzioni sovranazionali democratiche che possano fornire una rappresentazione di questo popolo sovranazionale che chiede la pace. Mai come oggi gli Europei hanno sperimentato i costi di un'Europa divisa: essa non è riuscita ad impedire una guerra insensata e pericolosa per la stabilità futura del Medio oriente e del mondo intero, né a dar voce ai propri cittadini, in grandissima maggioranza contrari alla guerra. In Europa abbiamo la possibilità concreta di superare il concetto oramai condannato dalla storia di stato nazionale. Occorre estendere la democrazia, in tutte le sue articolazioni, rappresentativa, partecipativa e paritaria, a livello sovranazionale. Noi cittadini e cittadine dobbiamo avere la possibilità di esercitare i nostri diritti e doveri a tutti i livelli dal locale al sovranazionale. Per fare ciò dobbiamo iniziare a costruire uno spazio pubblico europeo dove poter esercitare il nostro potere sovrano. E' nostro compito costruire una nuova polis inclusiva, multipolare e multilivello, a partire dal quartiere per arrivare al mondo intero, che consenta di risolvere i piccoli problemi locali e i grandi problemi globali operando una sintesi tra la democrazia rappresentativa e la democrazia partecipativa. Una sorta di "democrazia glocale" in grado di tutelare le differenze culturali e rispettare le esigenze locali e, contemporaneamente, offrire un luogo globale dove risolvere pacificamente i conflitti mondiali e dove gestire democraticamente i beni comuni dell'umanità. Abbiamo tanti nemici ovviamente: dobbiamo vincere le resistenze delle forze nazionaliste e delle lobby, dei poteri e delle burocrazie legate al potere degli stati nazionali. Per rompere questa opposizione occorre una forte mobilitazione dal basso. Occorre unire le rivendicazioni di tutte le anime del demos europeo per la costruzione di una Europa unita, diversa e possibile. Occorre far si che le diverse manifestazioni avvenute a Nizza durante il vertice europeo del dicembre 2000 (ovvero dei sindacati per una Europa dei diritti, dei federalisti europei per una Costituzione federale europea e dei movimenti sociali per una Europa sociale e aperta) possano unirsi e chiedere a gran voce una "Europa democratica attore di pace nel mondo". Il movimento per la pace ci ha mostrato che partendo dal valore condiviso universalmente della pace è possibile costruire un'Europa che pone le sue basi sul rifiuto della guerra e metta la pace al centro della sua esistenza. CRITICHE AL PROCESSO COSTITUENTE La Dichiarazione di Laeken, decisa dai governi dei 15 paesi dell'Unione europea, del dicembre 2001 ha istituito la Convenzione europea affidandole il compito di elaborare un progetto di Trattato costituzionale e di consegnarlo a una successiva Conferenza intergovernativa per la sua ratifica. I governi avranno ancora una volta l'ultima parola sul processo costituente. Ciò è chiaramente inaccettabile e non democratico. Il metodo intergovernativo (in opposizione al metodo costituente che, tra l' altro, il Movimento federalista europeo chiede sin dalla sua nascita nel 1943 - nel 1989 il Mfe ha promosso il referendum per affidare al Parlamento europeo il metodo costituente) ha mostrato i suoi limiti e la sua incapacità di dare le risposte ai bisogni e alle necessità dei cittadini europei. Una volta creata la Convenzione che rappresenta tutti i soggetti istituzionali interessati al processo costituente (parlamento europeo, commissione europea, parlamenti nazionali, governi nazionali) è inaccettabile che sia ancora una conferenza intergovernativa che possa modificare la Costituzione. Se da una parte la Convenzione rappresenta tutti i soggetti istituzionali interessati al processo costituente (e quindi è un superamento della logica intergovernativa) dall'altra ha fallito nell'obiettivo di allargare il dibattito sulla Costituzione ai cittadini e alle cittadine d'Europa. Si è tenuta una sola sessione dedicata alla società civile all'inizio dei lavori della Convenzione quando erano in pochi a conoscere della sua esistenza. Fatte queste premesse il ruolo del forum sociale europeo e in particolare del "Forum per la democrazia costituzionale europea" deve essere quello di far sì che la Convenzione venga riappropriata dai cittadini europei trovando un'occasione di partecipazione diretta diminuendo il ruolo della successiva conferenza intergovernativa (con la quale i governi hanno inteso lasciarsi l 'ultima parola sul processo costituente) fino a renderla incapace di modificare il testo proposto dalla Convenzione europea. PROPOSTE DI AZIONE DEL FORUM Due sono i punti su cui tutti siamo d'accordo: 1.. Nel dare un giudizio sostanzialmente negativo sul processo costituente, così come è stato impostato dai governi, con la prevista conclusione con una conferenza intergovernativa 2.. Nel volere fortemente una Europa democratica. Come "Forum per la democrazia costituzionale europea" dobbiamo capire cosa fare per arrivare a una costituzione democratica europea a cominciare dal processo costituzionale in corso. Come rappresentanti del "Forum per la democrazia costituzionale europea" dobbiamo esercitare un'istanza critica e costruttiva anche, e soprattutto, a nome dei milioni di cittadini che hanno manifestato e continuano a manifestare per la pace in Europa e in tutto il mondo. Ecco alcune richieste che possono rendere il processo costituente più vicino alle istanze che vengono dal basso: 1.. la convenzione deve organizzare un secondo incontro con la società civile alla quale presentare il risultato dei suoi lavori e accettare proposte, modifiche, e interrogazioni sulla Costituzione europea. All' incontro dovrà essere data ampia visibilità in modo da coinvolgere tutti i settori della società civile organizzata e non e in modo che vengano rappresentate tutte le istanze provenienti dal basso. 2.. richiedere da subito che il processo di elaborazione della Costituzione europea termini, non già con una conferenza intergovernativa (che ha già mostrato i suoi limiti) ma con referendum popolare europeo tramite il quale i cittadini possono approvare o meno la Costituzione europea da tenersi in contemporanea con l'elezione europea del 2004. Le seguenti, invece, sono proposte per il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea: 1.. promuovere la creazione di un "comitato di vigilanza" sui lavori della presidenza italiana del Consiglio, che funga anche come coordinamento del movimento per una serie di azioni di critica e di pressione in occasione delle numerose iniziative che si terranno durante il semestre su tutto il territorio nazionale; 2.. organizzare un controvertice in occasione della riunione dei Ministri degli Esteri prevista a Riva del Garda il 5/6 settembre 2003 (è stata verificata la disponibilità di un teatro da 150 posti e di una struttura per dormire a Gargnano, a pochi chilometri dal vertice, dove tenere il controvertice di dimensioni ridotte) 3) organizzare una grande manifestazione europea da svolgersi a Roma durante la presidenza italiana a favore di una Europa democratica la quale abbia tra gli obiettivi anche la richiesta che la futura Costituzione europea venga sottoposta all'approvazione democratica dei suoi cittadini, attraverso un Referendum popolare europeo. Dobbiamo esigere e costruire, con gli strumenti a disposizione, l'Europa che vogliamo e quindi il tipo di Costituzione che deve dare origine a una Europa di pace. E' necessario da parte di tutti noi un atteggiamento di critica costruttiva nei confronti del processo costituzionale. L'Europa politica è l'unica alternativa per il superamento del nazionalismo e per la costruzione della pace nel mondo. Si invitano i membri del forum a discutere i contenuti e le proposte del presente documento al fine portare il nostro granello di sabbia per la costruzione di una Europa unita, diversa e possibile. Gastone Bonzagni, Nicola Vallinoto , Mario Sabatino, Pietro Finelli ********************************************** Movimento Federalista Europeo Sezione di Cagliari V.le Regina Elena, 7 c/o AICCRE sito web cittadino: www.mfe.it/cagliari sito nazionale: www.mfe.it ****************************************
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