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Resistenza non violenta
- Subject: Resistenza non violenta
- From: "Paolo Sabbetta" <paolosabbetta at libero.it>
- Date: Thu, 24 Apr 2003 10:29:09 +0200
LA CITTADELLA DEGLI EROI Tenuta "TOR MANCINA " dell'Istituto Sperimentale Zootecnico di Roma Durante l'occupazione militare tedesca della Tenuta "TORMANCINA" (agro Monterotondo-anni 1943/1944) l'intera Comunità dell'Azienda (uomini, donne, anziani, bambini, tecnici, impiegati, operai, contadini) si coalizzò contro gli occupanti, mettendo in atto tutta una serie di espedienti, sotterfugi, stratagemmi, per salvare da cattura, deportazioni, rastrellamenti, razzie, saccheggiŠ.civili, militari, italiani e alleati, beni mobili e immobili di proprietà dello Stato Italiano. Una vera e propria beffa alimentata dall'insopprimibile spirito di libertà e indipendenza. Da 60 anni questa esemplare pagina di storia viene relegata nel dimenticatoio, condannata ad un ingrato oblio: E' dovere etico sociale e civile della Nazione rievocare le gesta di chi non c'è più... rendere merito ai superstiti... riconoscere ai figli e nipoti il diritto di ricordare i padri con legittima fierezza ed orgoglio. Si invoca a gran voce la paceŠsi manifesta su tutte le piazze per la non violenza Še si offende poi, relegandola nel silenzio, la memoria storica sulla matrice del movimento popolare di resistenza non violento del 1943/44. Gentile Signor Sabbetta, il Presidente della Repubblica comprende i sentimenti che ispirano il desiderio di ottenere uno speciale riconoscimento per l'eroico comportamento di tante generose famiglie, che in quei momenti non esitarono a mettere in pericolo la propria sicurezza per salvare tanti innocenti da sicura rappresaglia nazista .Purtroppo le attuali norme di legge non prevedono una simile distinzioneŠ che possa in qualche modo assecondare un'aspirazione di così elevati contenuti moraliŠ Con i più cordiali saluti da parte del Capo dello Stato Il Movimento di Resistenza Popolare non violento fu un'esperienza autonoma e preziosa di partecipazione e di solidarietà. Rivalutiamo la resistenza non armata: Tutte le azioni non armate di resistenza anche se attuate a livello di massa o da larghi settori di popolazione sono state disconosciute a livello ufficiale o quanto meno sottovalutate nella ricerca storica. Nella resistenza non armata sono state coinvolte molte più persone che non in quella armata. Basti pensare che nella sola città di Roma erano «nascosti» presso famiglie o istituti religiosi molte migliaia di persone (ebrei, dissidenti, politici, renitenti, ex prigionieri alleati Š). Nella popolazione vi era molta "solidarietà umana" (verso i ricercati e i perseguitati) soprattutto vi era una naturale predisposizione a partecipare, ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità, alla resistenza al nazifascismo. Solo a partire dagli anni settanta c'è stato un certo interesse prevalentemente da parte di alcuni ricercatori di orientamento cattolico, a rivalutare (ponendola nella "giusta luce" e considerazione) la resistenza non armata, in particolare quella relativa al coinvolgimento della Chiesa e degli enti religiosi cattolici, soprattutto a Roma, nella protezione dei perseguitati (ebrei e dissidenti politici) e dei ricercati (renitenti, ex prigionieri alleati). In alcune zone del Paese e in alcune città, la resistenza è stata esclusivamente o prevalentemente attuata in forma non armata e con metodi non violenti. Le attività di resistenza non armata praticate erano l'espressione di un'autonoma forma di resistenza della popolazione, diffusa e spontanea.. Solo in parte queste attività sono state, più o meno adeguatamente, documentate (vedi Comunità di Tormancina). La vicenda della Comunità di Tormancina, emblematica fra tante altre Comunità similari, costituisce una pagina di storia che deve ottenere il doveroso giusto riconoscimento del Paese per le benemerenze acquisite da chi, senza nulla pretendere, ha rischiato la propria vita al di là di ogni suo stretto dovere, a beneficio della patria. E' opportuno, specialmente oggi, richiamare alla memoria un magnifico esempio di solidarietà umana, verificatosi nell'ultima guerra, quando l'Italia dovette subire le violenze di una occupazione militare straniera. E' necessario inculcare ai giovani i valori patriottici. i principi di libertà e di indipendenza perché conoscano la storia e ciò che hanno fatto i padri per restituire loro la libertà e la democrazia. La vicenda di Tormancina costituisce una pagina di storia del nostro Paese che abbiamo il dovere e l'obbligo di lasciare come esempio ai nostri giovani. E' vano parlare di pace e di non violenza quando si esaltano la lotta armata e si mette a tacere il movimento spontaneo popolare. La vicenda "Tormancina" illustra una pagina storica dell'ultima guerra scritta dalla nostra gente, eroica e per questo esemplare. Diventa imprescindibile dovere, portare alla luce i meriti di quegli italiani da additare quale esempio alle nuove generazioni che, certamente, anche se faticosamente e contro ogni caparbia resistenza, riusciranno a costruire una nuova moralità e certezza di giustizia sociale. Gli studenti sapranno trovare il modo e forse il tempo di spiegare agli altri e a noi, se, e dove abbiamo sbagliato.Loro saranno i veri giudici del nostro passato e del loro domani. Oggi più che mai , è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano. CAV. PAOLO SABBETTA E-MAIL <mailto:paolosabbetta at libero.it>paolosabbetta at libero.it
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