Cari amici, per la seconda volta vi mando questa
rettifica ben credibile.
Carissimi,
in questi giorni, ricevi
moltissime e-mail, e noto che si sta diffondendo in Internet un messaggio che
da' per imminente l'esecuzione di Amina Lawal, affermando che
"il Tribunale supremo della Nigeria ha ratificato" la sua
condanna.
Sitratta di una NOTIZIA FALSA.
L'udienza di
appello di Amina programmata per il 25 marzo 2003 dinanzi alla Corte
Superiore di Appello della sharia di Katsina non ha avuto luogo in
quanto erano presenti in aula solo 3 dei 5 giudici necessari per
raggiungere il numero legale. La Corte ha cosi' fissato una nuova
udienza per il 3 giugno prossimo.
Amnesty International continuera'
a chiedere che vengano impedite le esecuzioni di tutte le persone
attualmente condannate alla lapidazione in Nigeria, insistendo che nel
frattempo venga garantito il loro diritto di presentare ricorso contro
le condanne.
La petizione on-line sulsito della Sezione italiana di
AI a favore di Amina Lawal, Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam
Ado Baranda rimane attiva (http://www.amnesty.it/primopiano/nigeria/nigeria.php3).
Cari
saluti
Liliana Maniscalco Gruppo Italia 233-Palermo Amnesty
International
----- Original Message -----
Sent: Saturday, April 12, 2003 5:10
PM
Da diffondere, per favore ALLA FINE
HANNO APPROVATO LA LAPIDAZIONE DI AMINA Il Tribunale supremo della Nigeria
ha ratificato la condanna a morte per lapidazione di AMINA; ha solamente
posticipato l'esecuzione di due mesi per permetterle di allattare il suo
bambino. Trascorso questo termine la sotterreranno fino al collo e
l'ammazzeranno a sassate, a meno che una valanga di dissensi non
riesca a dissuadere le Autorità Nigeriane. Amnesty International
chiede il tuo appoggio tramite la tua firma nelle sue pagine web.
Mediante una campagna di firme come questa si salvò in passato
un'altra donna, Safiya, nella stessa situazione. Sembra che per AMINA
abbiano ricevuto pochissime firme. Contatta subito: http://www.amnistiapornigeria.org
Non pensare che non serva a niente; all'altra donna salvò la vita.
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