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messaggio per la pace
- Subject: messaggio per la pace
- From: "parsandrigo" <parsandrigo at libero.it>
- Date: Tue, 8 Apr 2003 10:59:30 +0200
Carissimi di PeaceLink, vi invio il messaggio finale della fiaccolata per la pace effettuata nella nostra zona l'8 marzo 2003 con ospite Sig.ra Daniela Sironi (Comunità S.Egidio). Grazie e buona pace a tutti ! Consiglio pastorale vicariale Don Gianantonio Urbani /Sandrigo-Vicenza MESSAGGIO FINALE FIACCOLATA PER LA PACE 2003 A tutti i cristiani e agli uomini e donne di buona volontà del nostro vicariato. I presbiteri e i rappresentanti del consiglio pastorale vicariale si sono uniti al Papa Giovanni Paolo II, nostro capo-cordata nell'ascolto "delle gioie e dei dolori" delle speranze e delle disperazioni, delle aspettative e delle delusioni della nostra gente e dell'umanità intera. Insieme ad innumerevoli gesti di amore di singole persone, famiglie e gruppi abbiamo incontrato molte minacce contro la pace, molti segni di ingiustizia, tante situazioni di conflitto, tanta paura, tanta insicurezza e un diffuso senso di smarrimento. Signore da chi andremo? Dalle riflessioni fatte sono emerse alcune proposte che al termine di questa fiaccolata vogliamo condividere con voi, con i vostri familiari e con tutti i cercatori di pace. Dalle situazioni di dolore prodotte dai conflitti e dalle guerre nasce un grido di pace: troppo grande il pianto delle mamme che hanno perso i figli, lo scempio di vite umane spezzate, le distruzioni compiute, le ingiustizie perpetrate, le miserie portate. Vogliamo gridare no al terrorismo, no alla guerra, no a tutte le guerre perché sono un male per l'umanità "sono avventure senza ritorno" anche se sono guerre "preventive". Non basta gridare, bisogna fare, ecco perché invitiamo tutti a diventare "piccoli laboriosi artigiani di pace" come? 1. Pregando perché la pace è un'impresa troppo grande per noi, da soli non ce la facciamo. La pace è un dono di Dio da chiedere con insistente preghiera e nasce dall'amore. "Vi do la mia pace, non come la dà il mondo io la do a voi" (cfr.Gv 14,27). E' un dono da invocare, da far fruttificare, e da portare agli altriŠ"Quando entrate in una casa dite: pace a voi!" (cfr.Mt 10,11-14) 2. Disarmando i nostri sentimenti perché le situazioni che emergono dalla storia sono prima dentro il cuore delle persone. Per essere costruttori di pace bisogna eliminare le aggressività che sono in noi e le nostre guerre personali, bisogna disarmare l'uomo. 3. Formando famiglie che educano alla pace insegnando ad accettare la diversità, a prendersi cura l'uno dell'altro con l'esercizio quotidiano della comprensione, della riconciliazione, dell'accoglienza reciproca, del perdono, insegnando come superare in modo positivo i conflitti, stabilendo, attraverso il dialogo, le regole che definiscono diritti e doveri, rifiutando ogni chiusura egoistica, favorendo l'attenzione ai membri della famiglia che hanno bisogno di cure particolari, aprendo la casa ai bisognosi, esprimendo sensibilità verso i poveri del mondo con bilanci di giustizia. 4. Trasformando la scuola in laboratorio in cui si fa una esperienza culturale che è per la vita, per la convivenza pacifica, per la solidarietà tra persone e popoli. Una scuola come comunità educante in cui "si impara la pace" dando vita a processi formativi in cui si insegna il rispetto, le regole, la democrazia, la capacità di assumersi responsabilità, la cura dei più deboli. L'apprendimento deve diventare occasione di relazione e di aiuto reciproco e non spazio di spietata competizione per il successo proprio a danno di altri. Una scuola che promuove un sapere per la vita di tutti. 5. Partecipando a gruppi e associazioni che fanno educazione permanente ad una vita di pace e aiutano a mettere le proprie energie a disposizione degli altri attraverso il volontariato sociale, l'impegno civile, sindacale, politico, ecclesiale e missionario. 6. Impegnandosi a fare del lavoro un luogo di civiltà , di rapporti rispettosi, giusti, onesti, di conflitti superati nella lealtà, nella giustizia, nel dialogo; un luogo di produzione di strumenti di vita e non di morte, di promozione e non di sfruttamento, di solidarietà internazionale e non di egoismo corporativo o nazionalistico. Anche le rivendicazioni devono essere solidali. 7. Impegnandosi a creare un contesto sociale che offra le condizioni per una esperienza quotidiana di relazioni costruttive, che promuova una adeguata cultura del rispetto delle regole perché l'illegalità è nemica della pace, che sviluppi una cultura politica impegnata a perseguire il bene comune in cui il confronto democratico tra progettualità diverse non sconfini mai nell'aggressione personale, nella contrapposizione preconcetta, nel perseguimento degli interessi di parte, ma rimanga sempre nell'ambito di un servizio da dare al popolo a partire dai più bisognosi. Una cultura politica che crede nella democrazia e che per risolvere i conflitti usa la forza della ragione, del dialogo, della concertazione e non il ricatto economico e l'uso della forza che si traduce in guerra. 8. Impegnandosi a cambiare tipo di economia perché diventi una economia di solidarietà con con tutti i popoli della fame, di promozione umana e non struttura di rapina e di sfruttamento. Non ci può essere pace se non si tolgono gli squilibri nell'accesso ai beni della terra; e non ci può essere pace se non si promuove la qualità della vita, il rispetto dell'ambiente, la diffusione dei beni spirituali che salvano dalla tristezza del consumo materialista. 9. Impegnandosi a qualificare il sistema di comunicazione perché non trasmetta solo il male, l'orgia delle violenze, la spensieratezza egoistica dei buontemponi, ma sia a servizio della verità, della giustizia, della democrazia, dell'amore e della pace. 10. Purificando la nostra religiosità con una fede autentica in un Dio che è Padre di tutti, che ama tutti, che è venuto per la salvezza di tutti, che ci comanda di amare anche i nostri nemici. Dio non vuole nessuna guerra tra i suoi figli, non benedice le armi di nessuno, anzi comanda di trasformare "le lance in falci e le spade in aratri" (cfr. Isaia 2,4). La vera fede è contro ogni lottizzazione di Dio, contro ogni credo guerriero, contro ogni integralismo. Il credente si impegna a costruire un mondo di fratelli, con il dialogo, con il diritto e con la forza dell'amore. Ci aiuti Maria, Regina della Pace. Il Consiglio pastorale vicariale del Vicariato di Sandrigo
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