messaggio per la pace



Carissimi di PeaceLink,
vi invio il messaggio finale della fiaccolata per la pace effettuata nella
nostra zona l'8 marzo 2003 con ospite Sig.ra Daniela Sironi (Comunità
S.Egidio).
Grazie e buona pace a tutti !
Consiglio pastorale vicariale
Don Gianantonio Urbani /Sandrigo-Vicenza



MESSAGGIO FINALE FIACCOLATA PER LA PACE 2003

A tutti i cristiani e agli uomini e donne di buona volontà del nostro
vicariato.

I presbiteri e i rappresentanti del consiglio pastorale vicariale si sono
uniti al Papa Giovanni Paolo II, nostro capo-cordata nell'ascolto "delle
gioie e dei dolori" delle speranze e delle disperazioni, delle aspettative
e delle delusioni della nostra gente e dell'umanità intera. Insieme ad
innumerevoli gesti di amore di singole persone, famiglie e gruppi abbiamo
incontrato molte minacce contro la pace, molti segni di ingiustizia, tante
situazioni di conflitto, tanta paura, tanta insicurezza e un diffuso senso
di smarrimento. Signore da chi andremo?
Dalle riflessioni fatte sono emerse alcune proposte che al termine di
questa fiaccolata vogliamo condividere con voi, con i vostri familiari e
con tutti i cercatori di pace.
Dalle situazioni di dolore prodotte dai conflitti e dalle guerre nasce un
grido di pace: troppo grande il pianto delle mamme che hanno perso i figli,
lo scempio di vite umane spezzate, le distruzioni compiute, le ingiustizie
perpetrate, le miserie portate. Vogliamo gridare no al terrorismo, no alla
guerra, no a tutte le guerre perché sono un male per l'umanità "sono
avventure senza ritorno" anche se sono guerre "preventive".
Non basta gridare, bisogna fare, ecco perché invitiamo tutti a diventare
"piccoli laboriosi artigiani di pace" come?
1. Pregando perché la pace è un'impresa troppo grande per noi, da soli non
ce la facciamo. La pace è un dono di Dio da chiedere con insistente
preghiera e nasce dall'amore. "Vi do la mia pace, non come la dà il mondo
io la do a voi" (cfr.Gv 14,27). E' un dono da invocare, da far
fruttificare, e da portare agli altriŠ"Quando entrate in una casa dite:
pace a voi!" (cfr.Mt 10,11-14)
2. Disarmando i nostri sentimenti perché le situazioni che emergono dalla
storia sono prima dentro il cuore delle persone. Per essere costruttori di
pace bisogna eliminare le aggressività che sono in noi e le nostre guerre
personali, bisogna disarmare l'uomo.
3. Formando famiglie che educano alla pace insegnando ad accettare la
diversità, a prendersi cura l'uno dell'altro con l'esercizio quotidiano
della comprensione, della riconciliazione, dell'accoglienza reciproca, del
perdono, insegnando come superare in modo positivo i conflitti, stabilendo,
attraverso il dialogo, le regole che definiscono diritti e doveri,
rifiutando ogni chiusura egoistica, favorendo l'attenzione ai membri della
famiglia che hanno bisogno di cure particolari, aprendo la casa ai
bisognosi, esprimendo sensibilità verso i poveri del mondo con bilanci di
giustizia.
4. Trasformando la scuola in laboratorio in cui si fa una esperienza
culturale che è per la vita, per la convivenza pacifica, per la solidarietà
tra persone e popoli. Una scuola come comunità educante in cui "si impara
la pace" dando vita a processi formativi in cui si insegna il rispetto, le
regole, la democrazia, la capacità di assumersi responsabilità, la cura dei
più deboli. L'apprendimento deve diventare occasione di relazione e di
aiuto reciproco e non spazio di spietata competizione per il successo
proprio a danno di altri. Una scuola che promuove un sapere per la vita di
tutti.
5. Partecipando a gruppi e associazioni che fanno educazione permanente ad
una vita di pace e aiutano a mettere le proprie energie a disposizione
degli altri attraverso il volontariato sociale, l'impegno civile,
sindacale, politico, ecclesiale e missionario.
6. Impegnandosi a fare del lavoro un luogo di civiltà , di rapporti
rispettosi, giusti, onesti, di conflitti superati nella lealtà, nella
giustizia, nel dialogo; un luogo di produzione di strumenti di vita e non
di morte, di promozione e non di sfruttamento, di solidarietà
internazionale e non di egoismo corporativo o nazionalistico. Anche le
rivendicazioni devono essere solidali.
7. Impegnandosi a creare un contesto sociale che offra le condizioni per
una esperienza quotidiana di relazioni costruttive, che promuova una
adeguata cultura del rispetto delle regole perché l'illegalità è nemica
della pace, che sviluppi una cultura politica impegnata a perseguire il
bene comune in cui il confronto democratico tra progettualità diverse non
sconfini mai nell'aggressione personale, nella contrapposizione
preconcetta, nel perseguimento degli interessi di parte, ma rimanga sempre
nell'ambito di un servizio da dare al popolo a partire dai più bisognosi.
Una cultura politica che crede nella democrazia e che per risolvere i
conflitti usa la forza della ragione, del dialogo, della concertazione e
non il ricatto economico e l'uso della forza che si traduce in guerra.
8. Impegnandosi a cambiare tipo di economia perché diventi una economia di
solidarietà con con tutti i popoli della fame, di promozione umana e non
struttura di rapina e di sfruttamento. Non ci può essere pace se non si
tolgono gli squilibri nell'accesso ai beni della terra; e non ci può essere
pace se non si promuove la qualità della vita, il rispetto dell'ambiente,
la diffusione dei beni spirituali che salvano dalla tristezza del consumo
materialista.
9. Impegnandosi a qualificare il sistema di comunicazione perché non
trasmetta solo il male, l'orgia delle violenze, la spensieratezza egoistica
dei buontemponi, ma sia a servizio della verità, della giustizia, della
democrazia, dell'amore e della pace.
10. Purificando la nostra religiosità con una fede autentica in un Dio che
è Padre di tutti, che ama tutti, che è venuto per la salvezza di tutti, che
ci comanda di amare anche i nostri nemici. Dio non vuole nessuna guerra tra
i suoi figli, non benedice le armi di nessuno, anzi comanda di trasformare
"le lance in falci e le spade in aratri" (cfr. Isaia 2,4). La vera fede è
contro ogni lottizzazione di Dio, contro ogni credo guerriero, contro ogni
integralismo. Il credente si impegna a costruire un mondo di fratelli, con
il dialogo, con il diritto e con la forza dell'amore.
Ci aiuti Maria, Regina della Pace.

				Il Consiglio pastorale vicariale del
Vicariato di Sandrigo