Il Mondo del Lavoro si è Fermato per Fermare la Guerra



Il Mondo del Lavoro si è Fermato per Fermare la Guerra

				Forte adesione allo sciopero generale di 8
ore indetto dal Sindacalismo di Base e grande partecipazione alle
Manifestazioni indette in tutta Italia

				Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale
CUB, e tutti i rappresentanti dei diversi sindacati di base (CUB, COBAS,
SIN COBAS, USI, SLAI COBAS) esprimono la loro soddisfazione per la riuscita
delle manifestazioni e degli scioperi contro la guerra. CUB, COBAS, SIN
COBAS, USI, SLAI COBAS hanno proclamato lo sciopero generale per continuare
con coerenza la lotta contro la guerra illegittima scatenata dagli USA e
dalla Gran Bretagna, una guerra sostenuta anche dal Governo Italiano
nonostante la stragrande maggioranza dei cittadini e dei lavoratori la
ritengano inaccettabile, illegittima sul piano costituzionale e foriera di
gravi danni anche per i lavoratori. La riuscita dello sciopero dimostra che
i lavoratori aspettavano un'occasione per esprimere lo sdegno e mobilitarsi
contro il massacro intollerabile del popolo iracheno perché non è Saddam
Hussein ad essere colpito, ma il popolo tutto che paga un prezzo enorme
alla brutale volontà di dominio USA sul mondo". In tutta Italia sono scese
in piazza oltre 250.000 persone con manifestazioni e presidi in circa 40
città. Tra le manifestazioni principali quelle di Milano, Roma, Torino,
Bologna e Firenze. Da segnalare anche quella di Genova a cui hanno
partecipato un migliaio di persone che hanno bloccato l'ingresso del porto
petroli e tutta la zona intorno. Particolarmente significativi i presidi e
i sit-in di Grosseto, Venezia, Vicenza. In particolare a Vicenza nonostante
piovesse a dirotto, centinaia di persone hanno bloccato l'ingresso della
dogana dove passano tutte le merci comprese quelle di Camp Ederle (a cui si
è dato priorità a scapito di quelle civili). A Milano i manifestanti scesi
in piazza hanno raggiunto la punta di 30.000. Aprivano il corteo una fila
di lavoratrici che portavano il cartello di protesta contro la guerra con
la scritta "Non In mio nome". Alle loro spalle un grande striscione con la
scritta "Fermiamo la guerra". Hanno aderito molti lavoratori oltre agli
studenti e ai centri sociali. Tra i lavoratori erano davvero numerosi
quelli dell'Alfa Romeo, dell'AEM, dell'ATM, della SIEMENS. Erano presenti,
tra gli altri, anche numerosi manifestanti appartenenti allla Sanità
pubblica e privata. Il corteo era compatto, con molte bandiere arcobaleno e
delle organizzazioni sindacali. Spiccava una grande bandiera arcobaleno
lunga una ventina di metri. Molti gli slogan tra i quali i più ripetuti
erano: ''Fuori l'Italia dalla guerra, fuori la guerra dall'Italia'',
''Fuori la guerra dalla storia''. Al presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, è stato rivolto un particolare invito: ''Facci sognare, fatti
volontario per non ritornare''. Molti gli stendardi, gli striscioni delle
varie organizzazioni sindacali e quelli delle diverse aziende. Chiudevano
il corteo i collettivi studenteschi. Attorno al consolato Usa sono stati
esplosi alcuni petardi per simulare le bombe americane che cadono
sull'Iraq. Alla stazione Centrale alcuni manifestanti pacifisti hanno
raggiunto i binari bloccando il traffico per una mezz'ora. Il resto del
corteo si è concentrato davanti agli ingressi mentre una gigantesca
bandiera della pace sventolava aiutata dal vento che cominciava a soffiare
forte e in parte ad opera dei dimostranti che ballavano a tempo di musica.
"E' importante anche sottolineare - ha concluso Tiboni - che oggi hanno
scioperato più di un milione di lavoratori nonostante l'intimidazione messa
in atto da molte aziende a seguito della nota della Commissione di garanzia
che cercava proprio di boicottare lo sciopero dichiarandolo illegittimo
mentre era assolutamente a norma di legge. In galleria fotografica alcune
immagini delle manifestazioni di Milano Roma Pisa Per la cronaca della
giornata delle manifestazioni e per leggere i comunicati delle federazioni
RdB vai al link: http://www.rdbcub.it/sciop020403_direttaweb.htm

Milano 2/4/2003