dalla palestina



riceviamo da roberto del gruppo di assopace in palestina:

 Tra le tante situazioni oltre il limite della dignita' e della violazione
dei diritti umani a cui sono soggetti i civili palestinesi, quello che succede
agli abitanti di al-Mawasi e' certamente una delle forme piu' gravi. Situata
nel sud della Striscia della di Gaza a pochi chilometri dalla citta' di
Khan Yunis, la zona di al-Mawasi e' diventata da due anni a questa parte
una enclave palestinese circondata dall'insediamento israeliano di Gush-Katif
e dal relativo esercito che lo 'protegge'.
La zona di al-Mawasi e' la zona e' ricca di acqua dolce e le sue terre sono
tra le piu' fertili di tutta Gaza, forse a causa di questo al-Mawasi deve
i suoi problemi. I circa 6000 abitanti, in prevalenza agricoltori e pescatori,
sono alla merce' dei coloni, i quali in passato hanno compiuto incursioni
vandaliche nei terreni coltivati, che oltre provocare notevoli danni economici
hanno terrorizzato la popolazione forse con lo scopo di far andare via gli
abitanti. In generale le condizioni di vita sono estremamente disagiate,
le infrastrutture sono carenti: ci sono due cliniche mediche che provvedono
solo servizi di base, mentre per tutte la altre cure bisogna andare a Khan
Yunis, check-point permettendo, al-Mawasi e' isolata anche anche per le
organizzazioni umanitarie, infatti sia la Croce Rossa internazionale che
all' UNRWA (l'organizzazione delle Nazione Unite che si occupa dei profughi
palestinesi) non possono entrare nonostante le ripetute richieste fatte;
le due scuole elementari e medie presenti spesso sono chiuse perche' senza
insegnanti che venendo da fuori rimangono bloccati al check-point, inoltre
a volte e' anche proibito l'uso di veicoli all' interno dell'area, in questi
casi i bambini devono camminare anche sei chilometri per poter raggiungere
la propria scuola; la corrente elettrica nella maggioranza delle case e'
assente, (c'e' solo quando il generatore riesce ad essere rifornito di gasolio
proveniente dall'esterno). 
Gli abitanti di al-Mawasi sono soggetti ad estreme limitazioni della liberta'
di movimento, per esempio agli uomini sotto i 50 anni non e' piu' consentito
di lasciare la zona, cosi' se si trovavavo fuori al momento dell' imposizione
del divieto non hanno piu'la possibilita' di rientrare alle proprie case
e dalle proprie famiglie. In pratica il passaggio al check-point di Tufakh
(l'unico modo per uscire da al-Mawasi) e' consentito solo alle donne ed
ai bambini, se accompagnati. La pratica del passaggio del check-point e'
a totale discrezione dei soldati israeliani, (durante il 2002 e' stato chiuso
anche per 50 giorni di seguito), normalmente e'aperto solo a determinate
ore, ma e? prassi normale che venga chiuso senza avviso preventivo, lasciando
le donne ad aspettare per ore sotto il sole, solo per raggiungere Khan Yunis
che dista pochi chilometri. Chiudere il check-point significa anche impedire
alle donne di al-Mawasi di guadagnare il necessario per il sostentamento
della famiglia, visto che i prodotti che vengono coltivati devono essere
portati al mercato di Khan Yunis per essere venduti. 

Con questa politica del check-point l'esercito israeliano in teoria vuole
controllare la sicurezza delle sue colonie abusive, ma in pratica è solo
un modo per vessare tutta la popolazione civille, umiliarla nello svolgimento
delle piu' basilari esigenze umane.

 

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