[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Monte Urpinu: scheda, comunicato
- Subject: Monte Urpinu: scheda, comunicato
- From: "Marcao" <caomar at tiscali.it>
- Date: Tue, 1 Apr 2003 16:09:54 +0200
SCHEDA a cura del comitato Gettiamo le Basi Deposito di combustibile avio AMI-Nato di Monte Urpinu - Cagliari Il deposito di carburante AMI-Nato di via Is Guadazzonis è ubicato in una zona densamente popolata, è affiancato all'ospedale Binaghi, al parco cittadino di Monte Urpinu e a due arterie di grande traffico. Il serbatoio sottoroccia ha una capacità di settemilioniduecentomila (7.200.000) litri di combustibile avio, uno dei combustibili più infiammabili e pericolosi. Nel 1998, l'allora Presidente della Regione, Federico Palomba, scriveva al ministro della Difesa: "Appare superfluo sottolineare i rischi ai quali è esposta la popolazione della città di Cagliari in presenza di un impianto così delicato". Il gigantesco serbatoio è alimentato da una rete sotterranea di oleodotti che porta il carburante dal molo di Levante-Su Siccu a M. Urpinu e poi prosegue fino alla base di Decimomannu e all'aeroporto militare di Elmas correndo lungo l'asse mediano. Ufficialmente il tracciato è coperto da segreto militare, ovvero segreto di Pulcinella, secondo l'espressione in uso a Cagliari da decenni. Infatti è sconosciuto al COMIPA, al Comune di Cagliari e a tutti gli enti istituzionalmente preposti al controllo, vigilanza e tutela del territorio. Viceversa, è noto a chiunque presti un minimo d'attenzione. La mappatura è stata pubblicata già nel 1989 da "Città Quartiere", la rivista del movimento delle lotte popolari cittadine. Non ha risposte il perché la protezione civile e i vigili del fuoco non debbano conoscere un tracciato non occultabile che è dato conoscere a tutti, nemico compreso. "L'armonizzazione delle esigenze della Difesa con gli interessi della collettività", imposta dalla legge 898/'76 e ribadita dalla l.104/'90, trova un punto di equilibrio truffaldino: l'impianto a rischio opera abusivamente, il Comune si è sbarazzato del problema delegando la risoluzione alla magistratura, le forze politiche latitano, i parlamentari sardi tacciono, la Regione ha i soliti "problemi più importanti" da affrontare. L'ex sindaco Delogu, nella nuova veste di Senatore della Repubblica, appare dimentico del problema e delle sue dichiarazioni nella veste di sindaco: "E' indispensabile un intervento radicale che valga a garantire in modo assoluto la sicurezza degli abitanti della zona e della comunità cittadina in generale" (L'Unione, La Nuova 8/1/99). La preoccupazione, l'indignazione della popolazione e la richiesta che anche le FF.AA osservino la legge, è relegata nel ristretto ambito della protesta cittadina "di piazza", affidata allo sfratto simbolico intimato dagli studenti all'Aeronautica lo scorso ottobre. Solo recentemente, sull'onda dell'esplosione virulenta delle guerre infinite e preventive, la Provincia si è scossa dal tradizionale torpore e all'unanimità si è pronunciata per la messa al bando dell'impianto fuorilegge (febbraio 03). Comune, Regione, sottosegretari, senatori e deputati sardi pervicacemente perseverano in un omertoso silenzio. Cronistoria 1976-77 - Uno dei primi atti della componente regionale del CO.MI.PA. (organo istituzionalmente preposto "all'armonizzazione tra i piani di assetto territoriale e di sviluppo economico e sociale della Regione e dei programmi delle installazioni militari e delle conseguenti limitazioni") è la denuncia del rischio e dell'intollerabilità del deposito accompagnata alla richiesta di dislocazione lontano dai centri abitati. Per 15 lunghi anni trova l'accordo con la componente militare sulla base dell'impegno al trasferimento dell'impianto. 1995, I rappresentanti della Regione Sarda per uscire dal valzer delle promesse e buone intenzioni e costringere le Forze Armate ad atti concreti, non confermano l'imposizione della fascia di servitù intorno al megadeposito sotterraneo ponendo i presupposti per il venir meno delle condizioni legali di operatività. Da allora, 1995, l'impianto, già di per sé ad alto rischio, è attivo abusivamente fuori dai parametri di sicurezza. Gennaio 1999 - Il comitato Gettiamo le Basi riesce a rompere il muro di silenzio che occulta il pericoloso impianto militare illegalmente operativo. La stampa si accorge che un'intera città è stata tenuta all'oscuro del pericolo a cui era ed è esposta, emerge "l'assurdo": le forze della Difesa attentano alla sicurezza di una città. Gettiamo le Basi si fa promotore di un appello per chiedere la sospensione dell'attività illegale, lo smantellamento dell'impianto a rischio, la restituzione dell'area alla cittadinanza ai sensi dell'art.14 dello statuto sardo, il rispetto degli impegni solenni, sempre disattesi, assunti dai vari governi e parlamenti per una significativa riduzione dei gravami militari che penalizzano la Sardegna in misura abnorme e iniqua. Maggio 1999 - Alcuni giorni dopo la consegna della petizione sottoscritta da migliaia di cittadini, l'allora Sindaco Delogu denuncia l'Aeronautica alla Magistratura sulla base della documentazione presentata da Gettiamo le Basi. La scelta della via giudiziaria tronca lo sviluppo del dibattito politico a livello locale, istituzioni e forze politiche possono riprendere il sonno interrotto per un breve periodo dal clamore dei media. A tutt'oggi non è dato sapere in quale oscuro ufficio di Palazzo Giustizia si sia insabbiato l'esposto presentato dall'allora sindaco Delogu. L'attuale sindaco Floris finge d'ignorare il problema, il consiglio comunale affina l'antica politica dello struzzo. Dicembre 2000 - L'interrogazione al ministro della Difesa presentata dal "non sardo" Russo Spena non riesce a scuotere i parlamentari dell'isola. Ottobre 2002 - I venti di guerre infinite e preventive ripropongono il tema della sicurezza della popolazione coinvolta dall'impianto militare e l'apporto che Cagliari e la Sardegna sono costrette a "offrire" alle politiche belliche. Gli studenti danno lo sfratto simbolico all'Aeronautica (12/10/02) Febbraio 2003 - La Provincia approva all'unanimità una mozione presentata da Prc e impegna il presidente della giunta affinché si attivi per il ripristino della legalità, la dislocazione immediata della struttura militare fuori dalla città, il trasferimento dell'area al demanio regionale. ********************************** 28 marzo 2003 COMITATO SARDO GETTIAMO LE BASI Comunicato stampa: la Sardegna sostiene (suo malgrado) le politiche di guerra. Il Comitato Gettiamo le Basi partecipa alla mobilitazione indetta dal comitato "Fermiamo la Guerra" sabato 29 con partenza alle ore 15,30 da piazza San Michele e conclusione di fronte alla struttura Aeronautica/Nato di Monte Urpinu. La manifestazione concentra l'attenzione sul sostegno alle politiche di guerra imposto alla Sardegna e alla città di Cagliari, loro malgrado e spesso a loro insaputa. I generali Usa informano che il dittatore Saddam nasconde le truppe e gli arsenali militari nel cuore delle città utilizzando la popolazione come scudo umano. Non sappiamo se il popolo irakeno sia informato delle installazioni militari "target" di bombardamenti infiniti. Di sicuro sappiamo che la "democratica" Italia, la "democratica" Nato, i superdemocratici Stati Uniti non hanno fornito informazioni attendibili al popolo sardo sulle installazioni militari che opprimono in misura iniqua e abnorme la Sardegna e sui rischi ai quali è esposta la popolazione. Nessun'informazione sul transito e la sosta di unità navali straniere a propulsione e armamento atomico nel porto militare di Cagliari, classificato dalle Forze Armate come "porto a rischio nucleare". Nessun'informazione sul "Piano di emergenza nucleare" predisposto dalla prefettura. Nessun'informazione sugli immensi depositi sotterranei di carburante navale della Sella del Diavolo e sui rischi ai quali è esposta la popolazione. Nessuna traccia di volontà politica di smantellare l'impianto AMI-Nato di Monte Urpinu, da sempre pericoloso e dal 1995 illegalmente operativo in violazione dei parametri di sicurezza. Nessun'informazione sulla percentuale abnorme di tumori e malformazioni genetiche che devastano i paesi confinanti con il poligono della morte Salto di Quirra. E' molto difficile scacciare sensazioni e sospetti che l'Italia "democratica" e i Signori delle Armi abbiano usato e intendano continuare ad usare il popolo sardo come scudo umano a protezione del carburante degli aerei e delle navi di guerra, delle flotte nucleari in sosta a Cagliari come a La Maddalena e di tutta l'intensa attività addestrativa e sperimentale indispensabile per sostenere qualsiasi sforzo bellico. Non intendiamo essere complici e vittime al tempo stesso delle nuove nozze che si celebrano tra l'Italia e la Guerra "come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Riteniamo che liberandoci del ruolo che è stato imposto a tutta la Sardegna di scuola/palestra di guerra, bastione del Mediterraneo per il controllo armato dell'area e delle rotte del petrolio, contribuiamo a liberare gli altri popoli dai massacri infiniti programmati per garantire il saccheggio delle loro risorse, "giustificati", adesso come sempre, dalla magnanimità occidentale di voler offrire alle varie "faccette nere" "un altro duce un altro re", come recitava la canzone coniata per abbellire l'aggressione fascista all'Etiopia, o un "democratico" governo fantoccio. Comitato sardo GETTIAMO le BASI telefono 070 823498 338 6132753
- Prev by Date: Fwd: Bandiere di pace...
- Next by Date: Sciopero generale dei sindacati di base: "Contro la guerra ai lavoratori, contro i licenziamenti in Fiat , contro la guerra all'Iraq"
- Previous by thread: Fwd: Bandiere di pace...
- Next by thread: Sciopero generale dei sindacati di base: "Contro la guerra ai lavoratori, contro i licenziamenti in Fiat , contro la guerra all'Iraq"
- Indice: