[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Fermiamo la guerra all'Iraq
- Subject: Fermiamo la guerra all'Iraq
- From: "Lega per i diritti dei popoli" <lidlip at mclink.it>
- Date: Tue, 1 Apr 2003 03:11:15 +0200
Care amiche, cari amici, vi alleghiamo un recente comunicato della Lega per i diritti dei popoli sulla guerra Saluti di pace LEGA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI E LA LIBERAZIONE DEI POPOLI Organizzazione non governativa per i diritti umani e dei popoli riconosciuta dall'ONU e dall'UNESCO Roma, 26 marzo 2003 Fermiamo la guerra all'Iraq Questa guerra, come tutte le guerre, va fermata. Il Consiglio di sicurezza è stato spogliato delle sue prerogative e deve immediatamente riassumere le funzioni di ristabilimento della pace e della sicurezza internazionale. In caso di incapacità del Consiglio di sicurezza, l'Assemblea generale dell'Onu deve riunirsi in sessione straordinaria e prendere le misure necessarie per ristabilire la pace, come già resosi necessario in passato, ad esempio con la risoluzione n. 377 del 1950, meglio conosciuta come Uniting for Peace. E' fuori dubbio infatti che l'attacco anglo-americano all'Iraq sia una "guerra" e in quanto tale sempre proibita dalla Carta dell'Onu e dal diritto internazionale. Lo rimane anche se la guerra fosse stata decisa dal Consiglio di sicurezza, ed in ogni caso l'attacco viola la stessa risoluzione 1441 del novembre scorso, tanto sbandierata, che anzi affidava al Consiglio di sicurezza il compito di verificare la cooperazione del governo iracheno e l'effettiva distruzione delle armi proibite. Come previsto siamo di fronte a un attacco che non risparmia (intelligentemente?) il popolo iracheno, già duramente provato da un embargo ingiusto e inumano. La propaganda di guerra del presidente Bush e dei suoi alleati pretende giustificare la guerra con il legame organico tra il regime iracheno e i gruppi terroristici di Al Qaida. Il legame è ancora da provare, e le prove esibite si sono dimostrate false, fabbricate ad arte, ridicolizzate perfino da un ex studente universitario. Quello iracheno è un regime dittatoriale, Saddam Hussein deve poter essere perseguito, come tutti i dittatori ancora in azione, dalla Corte penale internazionale. Ma non si può non denunciare altresì la criminale complicità degli Stati Uniti e di molti altri paesi nell'aver sostenuto il regime di Saddam Hussein, e nella fornitura proprio di quelle armi di cui si è chiesta poi la distruzione. Questi stessi paesi sono rimasti sordi e insensibili alle denunce della violazione dei diritti fondamentali, da parte del regime soprattutto nei confronti dei curdi, prodotte dalle organizzazioni internazionali, dalla Lega per i diritti dei popoli, che ne ha fatto un impegno costante, e dalle altre organizzazioni internazionali, davanti alla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite e all'opinione pubblica mondiale. Questa guerra deve essere fermata immediatamente, come pure deve essere fermato ogni tentativo degli stati vicini, e in modo particolare delle Turchia, di invadere il territorio iracheno. Deve essere inoltre arrestato ogni tentativo di occupazione militare del territorio. Il popolo iracheno, come tutti i popoli, ha il diritto ad autodeterminarsi decidendo, senza pressioni dall'esterno, il proprio statuto politico. Deve cessare anche il sostegno del governo italiano. L'appoggio politico e diplomatico all'attacco anglo-americano e la concessione anche "solo" dell'uso delle basi e dello spazio aereo è una violazione dell'art. 11 della Costituzione che non solo non consente all'Italia di entrare in guerra, ma ripudia sempre e comunque la guerra come mezzo di soluzione delle controversie internazionali. Tale principio non può essere piegato di fronte a trattati cui l'Italia aderisca, trattati che del resto non prevedono la rinuncia ai principi costituzionali. A maggior ragione si deve fin da ora rigettare ogni ipotesi di partecipazione italiana, comunque mascherata, alla eventuale occupazione militare del territorio iracheno. Restiamo convinti che la mobilitazione per la pace debba continuare col medesimo impegno. Non ci rassegniamo alla guerra, e la determinazione cosciente e pacifica della stragrande maggioranza della popolazione italiana e di altri paesi è lo strumento più efficace per costringere i governi e le Nazioni unite a riassumere le proprie responsabilità verso la pace. Sezione Italiana: Via della Dogana Vecchia, 5 o 00186 Roma o tel./fax +39.06.68.64.640 o email: lidlip at mclink.it C.F. 97036950588 o Ccp 17556002 (intest. a: I diritti dei Popoli) o Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, cc. n. 23491 -------------------------------------------------------------------------------- Lega per i Diritti dei Popoli Via Dogana Vecchia, 5 00186 Roma - Italia Tel/Fax. +39-066.864.640 e-mail: lidlip at mclink.it
- Prev by Date: 09-10/04 Milano: Chiesa e guerra
- Next by Date: manifestazioni a San Giorgio Jonico, Taranto
- Previous by thread: 09-10/04 Milano: Chiesa e guerra
- Next by thread: manifestazioni a San Giorgio Jonico, Taranto
- Indice: