P.TOMMASO TOSCHI-GUERRA IRAK-BIFFI-ARDIGO'-ALBERIGO(2)



PER CONOSCENZA A TUTTI GLI AMICI

Bologna, sabato 29 marzo 2003

Ridere o piangere? Ecco qui di seguito quanto scrive l'ineffabile Padre
Tommaso Toschi, "delegato episcopale (cioè di Biffi) per i rapporti con
l'oriente". E' ben conosciuto qui a Bologna per le sue battaglie contro
tutto ciò che - a prescindere dalla verità dei fatti - gli appaia
"ecclesialmente disdicevole" e non adeguatamente di ossequio per la Curia.
Ciò che scrive è perfettamente in linea con l'incredibile articolo non
firmato apparso su "Avvenire-Bologna sette" di domenica 23 marzo 2003 (pure
questo riporto qui in calce).

Viene il dubbio che padre Toschi dichiari la totale e perfetta comunione
col suo Vescovo onde assicurarsi (secondo quanto espresso nell'articoletto
succitato) la garanzia dell'appartenenza alla chiesaŠ. Senza rendersi conto
che - come dice il teologo Giulio Girardi  "Šla comunione ecclesiale non
nasce dall'ortodossia né dalla sottomissione, ma dall'amore audace e
storicamente impegnatoŠ".

Viene il dubbio (serio, in questo caso) che l'umano e più o meno servile
ossequio al proprio superiore (il vescovo) riesca a distruggere ogni
spirito critico, ogni autonomia della coscienza e ogni senso della realtà
anche nelle menti in cui forse lo Spirito Santo - per le alte
responsabilità cui sono chiamate - dovrebbe maggiormente rifulgere.  Che
tristezzaŠ

Forse sbaglio, non so. Forse critico e giudico troppo.  Se sbaglio, chi mi
dirà dove sbaglio?  Grazie fin d'ora.  Sono comunque certo che ci penserà
il buon Dio a sistemare tutto e tutti. Bisogna forse soltanto che tutti
cominciamo a chiedere perdonoŠ

A cominciare naturalmente dal sottoscritto.

Shalom-salaam!
Domenico Manaresi

Mitt. Domenico Manaresi - e-mail: bon4084 at iperbole.bologna.it



PACE & PACIFISTI (Da "Il Resto del Carlino-Cronaca di Bologna" di venerdì
28 marzo 2003)

Biffi segue la via tracciata dal Papa

Pastore scomodo e affascinante contro la cultura del nulla che ruba l'anima
all'uomo


Le bombe su Bagdad non spaccano solo gli equilibri internazionali, non
abbattono solo palazzi. Lacerano anche le coscienze e aprono ferite nel
mondo cattolico. Mettono a nudo due atteggiamenti: c'è chi parla e poi
agisce; c'è chi non spende molte parole ma agisce sul serio. E' il caso del
nostro arcivescovo cardinale Giacomo Biffi. Due noti intellettuali
cattolici, in questi giorni, lo hanno attaccato per non essere intervenuto
con pubbliche dichiarazioni sulla tragedia dell'Iraq.

Quale risposta alla precisa accusa? La parola è ai fatti. Biffi, che a
Bologna è il rappresentante del Papa e il successore degli apostoli, ha
preso atto delle parole di Giovanni Paolo II, che ha affermato: «Dovrebbe
essere ormai chiaro a tutti che la guerra come strumento di risoluzione
delle contese fra gli Stati è stata ripudiata, prima ancora che dalla Carta
delle Nazioni Unite, dalla coscienza di gran parte dell'umanità». Le ha
fatte proprie e ne ha curato la più larga diffusione attraverso i
mass-media in tutto il territorio dell'arcidiocesi. Parrocchie, conventi,
associazioni e movimenti cattolici sono stati sensibilizzati. Segno
visibile della grande mobilitazione è stato il pellegrinaggio alla Madonna
di San Luca, che ha registrato la partecipazione di diverse migliaia di
persone.

L'immotivato attacco ha prestato occasione per una ben più ampia e radicale
aggressione al servizio apostolico di Biffi nella città e diocesi di
Bologna. Le critiche sono precise. La prima è del professore Giuseppe
Alberigo: «La Chiesa di Bologna, da un po' di tempo in qua, sta
trasformandosi in una "Chiesa del silenzio". Con la differenza che le
chiese del silenzio che abbiamo conosciuto erano obbligate a tacere dai
regimi tirannici, mentre qui assistiamo a un silenzio auto-imposto». La
seconda accusa è del professore Achille Ardigò: «La nostra speranza è che
nell'ultimo tratto del suo grande ufficio il cardinale trovi il modo di
recuperare il momento di don Dossetti. C'è un trenta-quaranta per cento dei
fedeli che è stato trascurato per troppi anni e non ha avuto il beneficio
della sua alta funzione e il conforto del sapere di uno straordinario uomo
di cultura».

I giudizi espressi dai due noti intellettuali sono privi di ogni
attendibilità. I bolognesi, senza differenza alcuna, hanno percepito lo
spessore intellettuale e morale dell'arcivescovo, che ha fatto rivivere la
figura del cardinale Lambertini. Biffi si è -imposto con la statura di
leader, tanto prestigioso da non essere facilmente etichettabile. La sua
forza intellettuale e la sua vigoria pastorale si sono imposte
all'ammirazione della Bologna più scettica. Un pastore scomodo e
affascinante, dalla straordinaria lucidità e dal realismo più sagace in
un'epoca in cui la cultura del nulla sta rubando l'anima all'uomo, Biffi
rappresenta la voce più lucidamente impegnata nel trasmettere il magistero
del Papa. Un punto di riferimento affidabile.

Tommaso Toschi

Da "AVVENIRE-BOLOGNA SETTE" di domenica 23 marzo 2003

IL COMMENTO-Intellettuali e presunte trascuratezze.

Il Vescovo non può essere prigioniero delle nostre propensioni ideologiche


Credo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Non c'è un'altra Chiesa,
e dunque non c'è una possibile diversa concezione della Chiesa. Una Chiesa
che ha nel Vescovo l'estremo terminale di quella lunga e ininterrotta
catena che è la successione apostolica, al cui altro capo troviamo gli
apostoli. Per i fedeli il Vescovo è perciò il riferimento imprescindibile e
la comunione con lui è la garanzia di autenticità dell'appartenenza
ecclesiale. E il Vescovo va amato nella sua concreta umanità, come quella
degli apostoli mistero di forza e di debolezza. Così il suo magistero non
può essere fatto prigioniero dei nostri desideri e delle nostre propensioni
ideologiche, ma va accolto qual è, ricco di verità e anche di quelle
sottolineature della verità che il suo personale carisma gli suggerisce.

Ci chiediamo perciò con inquieta preoccupazione che concezione della Chiesa
sia quella di chi accusa - come ha fatto ieri un noto intellettuale
cattolico - il cardinal Biffi di avere trascurato in questi anni una parte
cospicua dei cattolici bolognesi; non ci resta malinconicamente che
osservare che, in tutta evidenza, sono costoro che con disappunto non lo
trovano in sintonia con le loro idee.

La domanda - e il conseguente esame di coscienza al quale richiama ciascuno
di noi - dovrebbe invece essere se sono io in sintonia con il mio Vescovo,
che tale è per un mandato che risale allo stesso Signore Gesù

Questo ci ha insegnato per duemila anni la dottrina cristiana e questo ci
insegna il cardinal Biffi

Il cristiano sa che la preghiera silenziosa, che è voce dell'intenzione del
cuore, è la sola che possa dare qualche luce di speranza ai momenti
drammatici della storia. In questi giorni, in cui non si sono mai viste
tante persone di varia credenza o di varia incredulità così ansiose della
preghiera dei cattolici al punto da arrivare a dettarne l'ora e la
modalità, o misurarne i presunti ritardi, non barattiamo anche noi la
verità della preghiera con un servizio civile, o, peggio, con l'applauso
della piazza. Questa rincorre logiche diverse, magari rispettabili, ma
certamente parziali e mondane.

NON FIRMATO.