Pax Christi Internazionale: Assistenza alle popolazioni che hanno bisogno



Pax Christi Internazionale

Assistenza alle popolazioni che hanno bisogno d'aiuto e impegno per una
pace giusta in Iraq e in Medio Oriente

La guerra in Iraq è la dimostrazione del tragico fallimento della
diplomazia internazionale. Gli Stati Uniti guidano un intervento
militare che ha avuto inizio senza il consenso del Consiglio di
Sicurezza dell'ONU e ignorando i richiami preoccupati di gran parte
della diplomazia mondiale, della società civile, della Chiesa e dei
rappresentanti di tante comunità religiose in tutto il mondo. In modo
ecumenico è stata infatti ripetutamente condannato la politica della
guerra preventiva. Non-violenza significa piuttosto risolvere il
conflitto prima di arrivare ad una sua degenerazione. Il disarmo
dell'Iraq avrebbe potuto essere raggiunto senza una guerra. Agli
ispettori dell'ONU non è stato dato il tempo sufficiente per terminare
il loro lavoro. Questa guerra è politicamente pericolosa,
culturalmente insensata ed inoltre disconosce l'importanza crescente che
la cultura e la religione hanno per l'identificazione politica di molte
persone.

A tal proposito, altre urgenti considerazioni sono necessarie.

Prima di tutto è fondamentale ribadire che l'attacco militare deve
essere portato avanti in modo tale da ridurre al minimo i danni per i
civili e che la popolazione oppressa dell'Iraq dovrà tornare ad essere
padrona del proprio Paese a conflitto terminato, cosa che ci auguriamo
avvenga il prima possibile.

Tutte le parti in conflitto devono attenersi agli standard previsti
dalla legge internazionale per il rispetto dei diritti umani.

Il comportamento delle forze alleate dovrebbe quindi attenersi a quegli
standard internazionali che Stati Uniti e Gran Bretagna dicono di voler
far rispettare. Questo richiede che venga usata la massima attenzione
nell'applicazione di un'azione militare aggressiva. Ad esempio, l'uso di
bombe di distruzione di massa dovrebbe essere vietato così come il
fare oggetto di bombardamenti siti o beni di pubblica utilità. Armi
già vietate dalla legge internazionale, come le armi chimiche o
biologiche, dovrebbero essere allo stesso modo proibite. Un uso
indiscriminato di simili armamenti minerebbe seriamente sia il valore
della Convenzione sulle armi chimiche che quello delle leggi
internazionali. Naturalmente, il divieto di usare armi chimiche o
biologiche vale anche per l'esercito iracheno già più volte
avvertito che il loro impiego sarebbe giudicato come un crimine di
guerra.

Risorse sufficienti dovrebbero poi essere destinate ad affrontare le
inevitabili conseguenze umanitarie di questa guerra. Tali risorse
dovrebbero arrivare non solo dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti,
ma anche da quegli stati che si oppongono ad una azione militare.
Organizzazione inter-governative o non governative devono avere le
risorse necessarie per raggiungere le popolazioni bisognose di aiuto e
la possibilità di affrontare le esigenze umanitarie in Iraq e nei
paesi vicini.

Qualsiasi cornice politica che scaturirà dal confronto tra l'Iraq e la
comunità internazionale dovrà essere giusta e ridurre al minimo i
rischi di una guerra civile. Tale processo richiederà inoltre un
impegno effettivo nei confronti dei paesi confinanti con l'Iraq per
assicurare e difendere anche la loro sicurezza. L'azione politica nei
confronti dell'Iraq andrà poi portata avanti in tandem con un impegno
internazionale che porti finalmente al raggiungimento della pace in
Medio Oriente. La politica per il Medio Oriente è stata fino ad ora
inconsistente, mentre un piano per arrivare ad una pace giusta e
sostenibile tra Israele e Palestina diventa adesso una priorità
assoluta.

Pax Christi Internazionale richiede con urgenza a tutti i governi la
disponibilità ad aiutare la popolazione irachena e l'impegno per
creare le condizioni per una pace giusta e duratura in Iraq e in Medio
Oriente. Richiamiamo inoltre tutte le parti in conflitto affinché esse
rispettino le norme internazionali sui diritti umani. Pax Christi
Internazionale e le sezioni nazionali continueranno nei loro sforzi per
fermare la guerra, per dare assistenza a coloro che ne hanno bisogno e
nella cooperazione con persone di fedi diverse, in particolar modo
Musulmane, per ristabilire la fiducia e l'amicizia tra i popoli e le
nazioni.

26 Marzo 2003

(traduzione Barbara Peruzzi)




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Pax Christi International

Assist the people in need and work for a just peace in Iraq and the
Middle East

The war in Iraq demonstrates a tragic failure of international
diplomacy.  U.S.-led military intervention began without the consent of
the UN Security Council, ignoring the warning of a big part of the
diplomatic world, civil society, churches and other faith communities
worldwide. The Holy See has condemned the policy of "pre-emptive war".
Non-violent means to solve the conflict were far from exhausted. The
disarmament of Iraq could have been achieved without war. Weapon
inspectors have not been given enough time to finish their work. This
war is politically dangerous, culturally unwise and discounts the
growing importance of religion and culture for the political
identification of many people. Other urgent concerns also rise to the
fore.

Most importantly, attacking military forces must seek to ensure that
civilian casualties are minimised and that the oppressed citizens of
Iraq re-inherit their country once the conflict has ended, hopefully in
the very near future.

All parties in the conflict should uphold the standards of international
humanitarian law. The allied forces should keep the standards of
international conduct that they are seeking to enforce. This requires
the maximum discretion in the application of aggressive military action.
For example, the use of cluster bombs should be forbidden and the
targeting of public utilities prohibited. Weapons already banned under
international law, such as chemical incapacitating agents or chemical
riot-control agents, must likewise be prohibited.  Such use would
significantly undermine the Chemical Weapons Convention as well as the
very international norms the U.S. and Britain seek to uphold. Of course,
the ban on any use of chemical or biological weapons equally applies to
the Iraqi military, which has already been warned that any such use will
be regarded as a war crime.

Sufficient resources should be devoted to dealing with the inevitable
humanitarian consequences of this war. These resources should come not
only from the US led coalition, but also from those states that opposed
military action. Intergovernmental and non-governmental organisations
must have the necessary resources and access to the people in need to
meet the humanitarian challenges in Iraq and surrounding countries.

Any political framework that is developed by Iraqi constituents and the
international community must be just and minimise the risk of civil war.
This process will also require effective engagement with Iraq's
immediate neighbours to assure their own national security. Policy
towards Iraq must also be pursued in tandem with much greater and
even-handed diplomatic efforts to secure peace in the Middle East
overall. Policy towards the Middle East has been inconsistent, and the
implementation of a comprehensive plan for a sustainable peace in
respect to Israel and Palestine must now become a high priority.

Pax Christi International urges all governments to assist the people in
need in Iraq and to create conditions for a just, sustainable and
comprehensive peace in Iraq and the Middle East. We call on all parties
in the conflict to respect international humanitarian law. Pax Christi
International and its national partners will continue their efforts to
stop the war, to give assistance to those in need and to cooperate with
people of other faiths, especially Muslims, to restore confidence and
trust between nations.

Brussels, 26 March 2003









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