29/03 Rimini: CHI FA LA GUERRA NON VA LASCIATO IN PACE!



CHI FA LA GUERRA NON VA
LASCIATO IN PACE!

Manifestazione contro la Rimini

Sabato 29 marzo 2003

GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE DIFFUSA

Concentramento all'Arco d'Augusto alle ore 17

Conclusione in Piazza Cavour

GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE DIFFUSA
"FERMIAMO LA MACCHINA DELLA GUERRA"


- contro il Governo della guerra;
- contro l'uso delle basi, dello spazio aereo e delle infrastrutture per la
guerra
- contro l'informazione di guerra
- contro le multinazionali della guerra
- contro l'economia armata
- contro il razzismo di guerra

Sono cadute le illusioni di chi confidava in una guerra lampo e "pulita".
Questa è  una guerra lunga, cruenta, devastatrice, che già oggi produce
nuovi conflitti nell'area, in tutto il Medio Oriente, nelle società con la
crescita dell'intolleranza, dell'odio etnico e religioso, del razzismo e
dell'insicurezza.

Di fronte a questa tragedia, confermiamo il nostro obiettivo: fermare la
guerra, subito.

Ci affianchiamo nella richiesta e aderiamo alla Campagna internazionale di
convocazione straordinaria dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
perché condanni l'aggressione di Bush e dei suoi alleati.

Allo stesso modo, in Italia faremo il possibile per condannare e isolare il
Governo che ogni giorno aumenta l'impegno del nostro paese nella guerra con
atti concreti, come l'espulsione dei diplomatici iracheni su richiesta del
governo Usa. E mentre partecipa di fatto alla guerra, il Governo si rifiuta
di ottemperare ai suoi doveri di accoglienza verso i profughi di guerra.

Noi continueremo a fare il possibile perché il nostro paese prosegua nella
rivolta morale e civile contro la guerra e la sua logica.
Faremo il possibile perché si esprima la più grande solidarietà con le
vittime della guerra e con i profughi di guerra, on una campagna permanente
per il diritto d'asilo ai profughi, contro il razzismo, per i diritti di
cittadinanza.
Faremo il possibile perché i cittadini non rimangano utenti passivi
dell'informazione spettacolo di guerra, ma abbiano dati e strumenti per
comprendere e giudicare i fatti, le cause, le conseguenze e le
responsabilità di questa guerra.

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