Incontro BOLOGNA RIPUDIA LA GUERRA. Palazzo d'Accursio.28 03,h 15.Il documento.



"Bologna ripudia la guerra.

Cosa può, cosa deve fare una città per la pace e la solidarietà
internazionale".

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Il documento dei Gruppi dell'opposizione di Palazzo d'Accursio per
l'incontro di domani.
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Certamente non manca, a motivo di questa iniziativa, una ragione politica
più che legittima: Guazzaloca è scomparso totalmente in questi lunghi
giorni hanno visto straordinarie manifestazioni dei cittadini di Bologna.

L'Opposizione comprende di avere sulle proprie spalle la responsabilità di
rappresentare il Comune come una Istituzione democratica, sensibile,
presente.

Ma, proprio per questo, avvertiamo l'esigenza di andare oltre la polemica.

Bologna ha una grande tradizione come città di pace.

Insieme alla Firenze di Giorgio La Pira e alla Venezia di Massimo Cacciari,
Bologna democratica, nelle diverse stagioni da Dozza fino alle migliori
esperienze degli anni più vicini, ha saputo essere una attiva promotrice di
rapporti internazionali più avanzati, fra est ed ovest, da prima, poi fra
il nord ed il sud del mondo.

Non si tratta solo di un bel tempo andato.

Bologna è una parola che apre ancora molte porte, fuori d'Italia e il
Comune possiede un'invidiabile know-how nei rapporti con l'estero.

E' un patrimonio molto sotto utilizzato ma che può essere riattivato da un
Governo della città all'altezza dei propri compiti.

E' urgente la promozione di una conferenza cittadina per un programma di
iniziative che affermando Bologna come Città di Pace, riproponga il ruolo
delle Ambasciate della città, degli uffici per i rapporti internazionali,
della collaborazione a tali scopi con l'Università, la cui attività
internazionale è particolarmente ampia e qualificata, il CNR e l'ENEA, le
scuole.

Proviamo a dettagliare alcune proposte.

Abbiamo l'obiettivo di estendere la diffusione e la creazione di cultura
della pace e dei diritti umani, dove la Carta Europea dei Diritti Umani
nella Città, alla quale la Giunta di Bologna ha prima annunciato poi
ritirato l'adesione, segna un passo importante nell'attuazione dei principi
fondamentali sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

L'attuazione della Carta rappresenterebbe anche per la nostra città
l'occasione di recuperare il suo ruolo storico di spazio politico e sociale
nel quale ogni abitante possa avere lo stesso diritto di cittadinanza pur
conservando la propria diversità legata all'origine, al colore, all'età, al
sesso, alla lingua o alla religione

I Diritti Umani sono universali, indivisibili e interdipendenti e tutti i
poteri pubblici hanno la responsabilità di riconoscere e valorizzare le
differenze religiose, politiche, culturali, sociali ed etniche, e fare in
modo che le differenze non si trasformino in disuguaglianze, ma
interagiscano, dando vita a nuove forme di relazione, scambio, convivenza,
rendendo così più umana e ricca la città;

A Bologna in tanti già si impegnano mettendo in atto tutte le azioni tese a
garantire e a far rispettare i valori proclamati nella Carta, valori di
uguaglianza e solidarietà, di giustizia e democrazia nel territorio, di
partecipazione, trasparenza e buon governo per difendere un medesimo
concetto di dignità umana e cittadinanza.

Dare sostegno e visibilità alle iniziative della società civile, riunirle
il 21 Marzo, giornata dell'educazione alla Pace, è un primo lavoro che
vogliamo affidare al Comune di Bologna.

Con l'obiettivo della centralità dell'ONU è senz'altro necessario mettere
in campo una serie di progetti con le principali organizzazioni settoriali
delle Nazioni Unite su sviluppo sostenibile, agenda 21, sanità, cultura.

Con l'obiettivo di un rilancio politico e culturale dell'Unione Europea,
bisogna promuovere progetti, a partire soprattutto dai numerosi e
significativi gemellaggi con altre città sorelle del continente, sui
diritti umani, l'integrazione culturale, l'accoglienza, con particolare
attenzione all'interscambio di esperienze nei campi fondamentali
dell'acquisizione di competenze di vario livello nei linguaggi informatici
e nel multilinguismo.

Eurocities può essere l'ambito migliore per un forte sviluppo di tali
progetti oltre alla prosecuzione di quelli, già in essere tesi in
particolare al miglioramento delle reti dei servizi con il confronto fra i
punti di qualità delle diverse città europee.

Con l'obiettivo di promuovere una nuova cittadinanza consapevole dei
lavoratori, delle famiglie e dei giovani migranti bisogna utilizzare al
meglio le reti di comunità e di solidarietà di coloro che vivono a Bologna
provenendo ormai da tutto il mondo.

Con l'obiettivo della solidarietà internazionale occorre riprendere e
qualificare i progetti attuati con la collaborazione delle Associazioni ed
Organizzazioni non governative di cooperazione dove stanno emergendo realtà
più agili ed innovative.

Priorità delle priorità deve essere oggi l'attiva promozione di patti fra
le città dell'Europa Comunitaria e quelle delle altre nazioni mediterranee
e dei Balcani.

Passano da qui le due faglie delle questioni generatrici di conflitti fra
est ed ovest e nord e sud, fra il confronto e viceversa la guerra fra le
civiltà.

Le chiusure dell'Ambasciata di pace a Tuzla e dell'ISI (Istituzione per
l'Immigrazione) sono state le Colonne d'Ercole attraversate all'incontrario
dall'Amministrazione Guazzaloca: dall'apertura al mondo si è passati ad una
chiusura municipalistica che ha danneggiato gli stessi interessi di Bologna.

In questi giorni di guerra a Baghdad e di rottura fra "vecchia" e nuova
Europa i punti che abbiamo indicato potrebbero contribuire a riprendere il
cammino nella direzione giusta.

Occorreranno però idee chiare e risorse certe, così come le Opposizioni
hanno chiesto nella mozione unitaria: "Per Bologna città di pace".

Serve un investimento adeguato, una scelta chiara nel bilancio del Comune
che può essere volano per il ritorno di risorse significative per la città.

La pace costa , ma la pace rende, costruisce buon governo.La pace fa più
ricca la città.



I Gruppi consiliari dell'opposizione

del Comune di Bologna.



"Gli Stati passano,
le città restano"

Giorgio La Pira