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29/03 Ghedi (BS): Manifestazione contro la guerra
- Subject: 29/03 Ghedi (BS): Manifestazione contro la guerra
- From: SocialForum Bassa BS e CR <socialforumbbc at yahoo.it>
- Date: Tue, 25 Mar 2003 17:57:58 +0100
NO ALLA GUERRA NO ALLE SERVITU' MILITARI Il 7 - 03 - 2003 alcuni parlamentari hanno eseguito un'ispezione nella base militare di Ghedi e hanno posto alcune domande ai comandanti: - "Confermate il rapporto del parlamento statunitense che dichiara la presenza di ordigni nucleari nella base di Ghedi, vista la presenza di un particolare reggimento di soldati americani specializzati nel trattamento di armi atomiche??" "NON POSSIMO RISPONDERE" - "E' possibile consultare il Trattato italo-americano per verificare che nella base militare non siano presenti soldati americani senza autorizzazione ufficiale??" "TOP SECRET" La base militare di Ghedi è stata la principale base di attacco nella 1° guerra del golfo e in quella dei Balcani!! La base militare di Ghedi rappresenta ancora un punto oscuro sulla effettiva sovranità italiana in materia di armi nucleari e proiettili all'uranio impoverito. La base militare di Ghedi, nonostante l'Italia non partecipi alla guerra, serve da appoggio logistico (scalo di armi) per la guerra di G. W. Bush in Iraq. BASTA CON LE MENZOGNE BASTA CON LA GUERRA BASTA CON LE BASI MILITARI SUL NOSTRO TERRITORIO MANIFESTAZIONE ALLA BASE DI GHEDI SABATO 29 MARZO Concentramento in p.za Roma alle ore 14:00 Brescia Social Forum - Forum Bassa Bresciana Breve resoconto dell'ispezione alla base di ghedi effettuata venerdì 7-3-2003 Informazioni fornite essenzialmente dal comandante col. Bellini Gianmarco (remember bellini e cocciolone, prima guerra del golfo) e dedotte dall'assenza di risposte alle nostre domande, e dall'osservazione diretta della disposizione e dall'uso delle infrastrutture ispezionate. Base di Ghedi: - comandante col. Bellini Gianmarco -sup. 10 kmq -militari: 1500 italiani circa, 100 uff. e oltre 1000 sottuff. 20 piloti e navigatori -militari americani 150 circa con proprio comando solo amministrativo (il comandante è un ten.col.) presenti in base ad un accordo tra governo usa e italiano del 1963 secretato. -la base e tutte le strutture sono solo dell'aviazione mil. italiana. -il comando operativo è esclusivamente italiano. -velivoli presenti nella base circa 30. Il com. Bellini dopo aver illustrato i vari compiti della base, alla richiesta dell'on. Cento se avessero avuto indicazioni di precauzioni particolari particolari per transiti di velivoli USA, precisa che la base di Ghedi non è adibita alla difesa aerea o al controllo del traffico aereo militare in transito o in arrivo, ma è una base d'attacco con compiti offensivi e secondariamente di ricognizione. Aggiunge che la base di Ghedi è stata la principale base per le missioni d'attacco sull'Iraq nella prima guerra del golfo, (in quell'occasione è stata in gran parte trasferita negli E.A.U.) e per le missioni successive in Bosnia e nella guerra contro la Jugoslavia. Da ghedi sono partite le strutture logistiche per la missione in Afganistan. Alle domande insistenti e ripetute dell'on. Deiana su cosa ci stiano a fare i 150 militari americani e se abbiano loro munizioni o armamenti, il comandante Bellini risponde che l'attività è di supporto all'aviazione italiana, Afferma di non poter dire altro in quanto informazioni secretate. Contattato il ministero della difesa non concede di vedere o conoscere i termini dell'accordo del 1963. All'ulteriore domanda se vi siano due depositi militari, risponde che vi è un solo deposito sotto comando e sorveglianza esclusivamente italiana. Non può invece rispondere alla domanda se vi sia materiale americano, in quanto notizia secretata. Alla domanda specifica se nella base vi siano arminucleari si stringe nelle spalle e dice che non può rispondere in quanto notizie secretate. Alla affermazione dei deputati che in missione rappresentano tutto il parlamento e la volontà popolare e che la legge del 1999 permette loro di visionare anche i protocolli secretati, il comandante Bellini risponde che in assenza di autorizzazione ministeriale che è stata negata non può rispondere. I parlamentari ne prendono atto e informano che verrà fatta un'interpellanza parlamentare. Ci portano a visitare un bunker con il comando operativo, questo bunker è costruito per reggere a qualsiasi attacco, anche nucleare diretto, o chimico o batteriologico. Costruito tra il 1993 e il 1996 all'interno ha alloggiamenti e attrezzature per la sopravvivenza di 200 persone. Viene usata quotidianamente, è una struttura impressionante. Ve ne sono tre nella base e dovrebbero garantire la capacità operativa in qualsiasi condizione. Il comandante Bellini ci tiene a dire che nonostante gli enormi costi per la loro costruzione e mantenimento questi bunker sono una grande risorsa per l'intera nazione. Alla domanda dell'on. Cento se vi sia un motivo particolare per la localizzazione di questi bunker in alcune basi, il comandante risponde che per quanto ne sa lui non vi è nessun motivo particolare. Alla domanda successiva se sia legato allo stoccaggio di munizionamento atomico e chimico, afferma di non poter rispondere. Ci portano poi a vedere un deposito munizioni di scarsa importanza. Poi su nostra richiesta incontriamo il vicecomandante del contingente americano. Sulla divisa sono molto visibili le insegne del 831munizionamento, alla domanda dell'on. Bulgarelli se siano parte del 31 munizionamento con comando a Vicenza la risposta è positiva. Alla domanda seguente se siano presenti per addestrare il personale italiano allo stoccaggio , alla manutenzione e all'uso di materiale nucleare o chimico, la risposta è la solita "informazione secretata". Quando l'on. Bulgarelli spiega che documenti ufficiali della nato e della sottocommissione alla difesa del parlamento americano affermano che dal 1999 sono stati ridislocati in Europa 180 ordigni termonucleari in 11 paesi NATO tra cui l'Italia e che sono stati costruiti 27 silos sotterranei in Italia per stoccarli, 16 ad Aviano e 11 a Ghedi, e che il 31 munizionamento è preposto alle munizioni nucleari, il vicecomandante americano si stringe nelle spalle e ribadisce che non può parlare di ciò in quanto notizie secretate dai due governi USA e italiano. Dall'atteggiamento dei militari dal loro numero e composizione e dai documenti in nostro possesso, il gruppo entrato alla base ha raggiunto la ragionevole convinzione che vi siano armi nucleari. Solo due osservazioni : 1) Essendo senz'altro sotto controllo e comando italiano, anche se con assistenza americana, ciò significa che l'Italia è diventata una potenza nucleare in violazione degli accordi di non proliferazione. 2) E' preoccupante che queste scelte non siano state fatte da questo governo, ma da quelli precedenti. Il nuovo assetto di Ghedi è stato deciso e messo in opera tra il 1993 e il 2000. Riusciremo a scoprire quali accordi regolano il funzionamento della base di Ghedi, da quello del 1963 ai protocolli successivi e in particolare degli anni 90? sauro
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