29/03 Ghedi (BS): Manifestazione contro la guerra



NO ALLA GUERRA
NO ALLE SERVITU' MILITARI


Il 7 - 03 - 2003 alcuni parlamentari hanno eseguito un'ispezione nella base
militare di Ghedi e hanno posto alcune domande ai comandanti:

- "Confermate il rapporto del parlamento statunitense che dichiara la
presenza di ordigni nucleari nella base di Ghedi, vista la presenza di un
particolare reggimento di soldati americani specializzati nel trattamento
di armi atomiche??"

"NON POSSIMO RISPONDERE"

- "E' possibile consultare il Trattato italo-americano per verificare che
nella base militare non siano presenti soldati americani senza
autorizzazione ufficiale??"

"TOP SECRET"


La base militare di Ghedi è stata la principale base di attacco nella 1°
guerra del golfo e in quella dei Balcani!!

La base militare di Ghedi rappresenta ancora un punto oscuro sulla
effettiva sovranità italiana in materia di armi nucleari e proiettili
all'uranio impoverito.

La base militare di Ghedi, nonostante l'Italia non partecipi alla guerra,
serve da appoggio logistico (scalo di armi) per la guerra di G. W. Bush in
Iraq.

BASTA CON LE MENZOGNE
BASTA CON LA GUERRA
BASTA CON LE BASI MILITARI SUL NOSTRO TERRITORIO

MANIFESTAZIONE ALLA BASE DI GHEDI

SABATO 29 MARZO

Concentramento in p.za Roma alle ore 14:00

      Brescia Social Forum - Forum Bassa Bresciana







Breve resoconto dell'ispezione alla base di ghedi effettuata venerdì 7-3-2003

Informazioni fornite essenzialmente dal comandante col. Bellini Gianmarco
(remember bellini e cocciolone, prima guerra del golfo) e dedotte
dall'assenza di risposte alle nostre domande, e dall'osservazione diretta
della disposizione e dall'uso delle infrastrutture ispezionate.

Base di Ghedi:

- comandante col. Bellini Gianmarco
-sup. 10 kmq
-militari: 1500 italiani circa, 100 uff. e oltre 1000 sottuff. 20 piloti e
navigatori
-militari americani 150 circa con proprio comando solo amministrativo (il
comandante è un ten.col.)
presenti in base ad un accordo tra governo usa e italiano del 1963 secretato.
-la base e tutte le strutture sono solo dell'aviazione mil. italiana.
-il comando operativo è esclusivamente italiano.
-velivoli presenti nella base circa 30.

Il com. Bellini dopo aver illustrato i vari compiti della base, alla
richiesta dell'on. Cento se avessero avuto indicazioni di precauzioni
particolari particolari per transiti di velivoli USA, precisa che la base
di Ghedi non è adibita alla difesa aerea o al controllo del traffico aereo
militare in transito o in arrivo, ma è una base d'attacco con compiti
offensivi e secondariamente di ricognizione.
Aggiunge che la base di Ghedi è stata la principale base per le missioni
d'attacco sull'Iraq nella prima guerra del golfo, (in quell'occasione è
stata in gran parte trasferita negli E.A.U.) e per le missioni successive
in Bosnia e nella guerra contro la Jugoslavia.
Da ghedi sono partite le strutture logistiche per la missione in Afganistan.
Alle domande insistenti e ripetute dell'on. Deiana su cosa ci stiano a fare
i 150 militari americani e se abbiano loro munizioni o armamenti, il
comandante Bellini risponde che l'attività è di supporto all'aviazione
italiana, Afferma di non poter dire altro in quanto informazioni secretate.
Contattato il ministero della difesa non concede di vedere o conoscere i
termini dell'accordo del 1963. All'ulteriore domanda se vi siano due
depositi militari, risponde che vi è un solo deposito sotto comando e
sorveglianza esclusivamente italiana.
Non può invece rispondere alla domanda se vi sia materiale americano, in
quanto notizia secretata. Alla domanda specifica se nella base vi siano
arminucleari si stringe nelle spalle e dice che non può rispondere in
quanto notizie secretate. Alla affermazione dei deputati che in missione
rappresentano tutto il parlamento e la volontà popolare e che la legge del
1999 permette loro di visionare anche i protocolli secretati, il comandante
Bellini risponde che in assenza di autorizzazione ministeriale che è stata
negata non può rispondere.
I parlamentari ne prendono atto e informano che verrà fatta
un'interpellanza parlamentare.

Ci portano a visitare un bunker con il comando operativo, questo bunker è
costruito per reggere a qualsiasi attacco, anche nucleare diretto, o
chimico o batteriologico. Costruito tra il 1993 e il 1996 all'interno ha
alloggiamenti e attrezzature per la sopravvivenza di 200 persone. Viene
usata quotidianamente, è una struttura impressionante. Ve ne sono tre nella
base e dovrebbero garantire la capacità operativa in qualsiasi condizione.
Il comandante Bellini ci tiene a dire che nonostante gli enormi costi per
la loro costruzione e mantenimento questi bunker sono una grande risorsa per
l'intera nazione. Alla domanda dell'on. Cento se vi sia un motivo
particolare per la localizzazione di questi bunker in alcune basi, il
comandante risponde che per quanto ne sa lui non vi è nessun motivo
particolare. Alla domanda successiva se sia legato allo stoccaggio di
munizionamento atomico e chimico, afferma di non poter rispondere.

Ci portano poi a vedere un deposito munizioni di scarsa importanza.

Poi su nostra richiesta incontriamo il vicecomandante del contingente
americano. Sulla divisa sono molto visibili le insegne del
831munizionamento, alla domanda dell'on. Bulgarelli se siano parte del 31
munizionamento con comando a Vicenza la risposta è positiva. Alla domanda
seguente se siano presenti per addestrare il personale italiano allo
stoccaggio , alla manutenzione e all'uso di materiale nucleare o chimico,
la risposta è la solita "informazione secretata".
Quando l'on. Bulgarelli spiega che documenti ufficiali della nato e della
sottocommissione alla difesa del parlamento americano affermano che dal
1999 sono stati ridislocati in Europa 180 ordigni termonucleari in 11 paesi
NATO tra cui l'Italia e che sono stati costruiti 27 silos sotterranei in
Italia
per stoccarli, 16 ad Aviano e 11 a Ghedi, e che il 31 munizionamento è
preposto alle munizioni nucleari, il vicecomandante americano si stringe
nelle spalle e ribadisce che non può parlare di ciò in quanto notizie
secretate dai due governi USA e italiano.

Dall'atteggiamento dei militari dal loro numero e composizione e dai
documenti in nostro possesso, il gruppo entrato alla base ha raggiunto la
ragionevole convinzione che vi siano armi nucleari.

Solo due osservazioni :
1) Essendo senz'altro sotto controllo e comando italiano, anche se con
assistenza americana, ciò significa che l'Italia è diventata una potenza
nucleare in violazione degli accordi di non proliferazione.
2) E' preoccupante che queste scelte non siano state fatte da questo
governo, ma da quelli precedenti. Il nuovo assetto di Ghedi è stato deciso
e messo in opera tra il 1993 e il 2000.

Riusciremo a scoprire quali accordi regolano il funzionamento della base di
Ghedi, da quello del 1963 ai protocolli successivi e in particolare degli
anni 90?

sauro