L'UFFICIO KURDO IN ITALIA: NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEI PROFUGHI



COMUNICATO STAMPA

(Att.ne Cronaca e Interni)



L'UFFICIO KURDO IN ITALIA:

NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEI PROFUGHI



Per la popolazione kurda alle sofferenze della guerra e dell'esodo rischia
di aggiungersi la beffa della criminalizzazione.

Non meglio identificate "informative di servizi", e la semplice presenza di
un gruppo islamista nell'area di Suleymaniye e Halabja, regione di
provenienza di molti profughi kurdoirakeni, conducono oggi quotidiani
affidabili come Repubblica e il Corriere della Sera a titolare
rispettivamente sul "rischio kamikaze fra i profughi kurdi" e su "kurdi
addestrati da al Quaeda in Italia".

Una simile campagna stampa rischia di favorire il respingimento e
l'internamento dei kurdi, anziché il loro doveroso riconoscimento e
accoglienza come profughi e vittime di guerra.

L'Ufficio d'informazione del Kurdistan in Italia richiama la stampa
italiana al dovere di una verifica delle fonti e di un'informazione non
"gridata" ma attenta e responsabile, in una materia delicatissima che
coinvolge il destino di centinaia di migliaia di donne e uomini
perseguitati.



Mehmet Yuksel

UIKI-Onlus (Ufficio d'informazione del Kurdistan in Italia)

06.42013576 - 329.0192619