dalla palestina



l'Associazione per la Pace ha aderito all'appello del GIPP ed alla
campagna di protezione della popolazione palestinese. Roberto, dell'Assopace,
è da una settimana nei Territori Palestinesi occupati e ci ha inviato questa
testimonianza.
per informazioni sulla campagna e contatti
info at assopace.org

Jabalya, Striscia di Gaza 06/03/2003

Non ho mai visto un ghetto ebraico, se non in qualche cartolina d?epoca,
ma credo che la Striscia di Gaza sia diventato qualcosa di molto simile
purtroppo; da una parte il mare, dall? altra i reticolati ed il muro di
cemento guardati a vista dall? esercito israeliano. Dallo scoppio della
seconda intifida nessun palestinese puo? piu?uscire ne? entrare.
 
Per entrare nella Striscia di Gaza bisogna passare il posto blocco dell?
esercito israeliano fare un centinaio di metri nella terra di nessuno e
quindi si arriva al controllo dell? autorita? palestinese, qui incontriamo,
tre miliziani di guardia, hanno le divise sgualcite e solo uno dei tre e?
armato con un kalashikov, ci  salutano, mentre noi passiamo, basta forse
questa immagine  per poter capire la situazione.

Per arrivare a Gaza City bisogna percorre un pezzo di strada, che scorre
di fianco ad un insediameto, durante questo tratto della strada nessuna
macchine si puo? fermare. pena essere presi di mira dai soldati israeliani
di guardia?.. abbiamo fatto appena pochi chilometri e gia? si vedono gli
effetti delle frequenti incursioni israeliane dentro la Striscia di Gaza:
tutte le infrastrutture, in una zona gia? povera per se? stessa sono state
danneggiate: le strade sono state pesantemente danneggiate dal passaggio
dei carri armati, cosi? come lo sono i marciapiedi , i pali della luce,
le poche cabine del telefono, nei campi gli alberi sono stati sradicati,
questo e? quello che vediamo dalla strada che ci porta a Gaza.

Con la guida di un palestinese del Medical Relief arriviamo sulla scena
dell?ultima incursione dell?esercito israeliano successa solo la notte precedente,
quando protetti da quattro elicotteri ?Apaches? di fabbricazione americana
e da una sessantina di carri armati un numero imprecisato di soldati sono
entrati da due diverse direzioni nel campo profughi di Jabalya, nell? azione
durata sei ore sono morte 14 persone ed un centinaio sono risultate ferite,
quasi tutte le vittime risultano essere civili anche se l?esercito israeliano
nega di aver colpito obiettivi civili, secondo il portavoce, come sempre
le persone sono morte mentre stavano fabbicando una bomba, mentre in realta?
un proiettile di un carro armato ha colpito il piano terra di una casa.
Arriviamo nel luogo dove si sono avute il maggior numero di vittime, entriamo
nella casa, tutto e? nero, l? odore acre della polvere da sparo e? ancora
forte, si vedono materassi bruciati, poltrone, parti di libri, un lavandino,
una sedia poche cose, poi si vedono i buchi lasciati dalle schegge del proiettile
esploso??intorno alcuni bambini ci fanno vedere le schegge mentre gridano
Sharon, Sharon, il resto non lo capiamo. 
Lo possiamo solo intendere.

Roberto


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